contratto di lavoro farmacisti
16 Dicembre 2025Il punto in un’assemblea a Siena promosso da Filcams Cgil sulle principali questioni aperte del tavolo negoziale per il rinnovo del contratto nazionale delle farmacie private: riconoscimento delle competenze, aumenti salariali, formazione Ecm, permessi e turni, e sulle possibili azioni a sostegno del rinnovo contrattuale

Il riconoscimento delle nuove competenze e delle responsabilità del farmacista, il recupero del potere d’acquisto e la richiesta economica, la formazione Ecm in orario di lavoro, il miglioramento del work-life balance, sono le principali questioni ancora aperte nella trattativa per il rinnovo del contratto dei farmacisti di farmacia privata. Questi temi e la definizione di possibili azioni future a supporto del percorso di rinnovo contrattuale saranno al centro dell’assemblea convocata per il 17 dicembre a Siena e online da Filcams Cgil Siena a cui interverranno delegati nazionali e regionali.
Il sindacato sottolinea che “a quindici mesi dalla scadenza del Ccnl, dopo dieci incontri di trattativa per il rinnovo” non ci sono ancora risposte adeguate alle rivendicazioni che Filcams Cgil ribadisce e ritiene “fondamentali per il settore”.
I farmacisti chiedono il riconoscimento dell’acquisizione di competenze e l’aumento di responsabilità legato ai nuovi servizi in farmacia, “attualmente – sottolinea la sigla sindacale - Federfarma vorrebbe che i collaboratori svolgessero tutti i servizi se richiesti, senza alcuna valorizzazione delle professionalità acquisite. Chiediamo il giusto recupero del potere di acquisto perduto con l’inflazione dell’ultimo triennio. Chiediamo di inserire più permessi e valorizzare i turni disagiati, come domeniche e notti”.
Nello specifico, sul piano della professionalità, i farmacisti chiedono che “l’acquisizione di competenze e l’aumento di responsabilità legato ai nuovi servizi in farmacia siano riconosciuti e pagati”, mentre, secondo la sigla sindacale, “Federfarma vorrebbe che tutti i collaboratori svolgano tutti i servizi se richiesti, senza alcuna valorizzazione”.
Sul versante economico, Filcams Cgil ribadisce la necessità di un “recupero del potere di acquisto perduto con l’inflazione dell’ultimo triennio, cioè circa 360 euro al mese”, a fronte di una posizione datoriale che, secondo il sindacato, si fermerebbe a riconoscere la metà (“un’ultima proposta di 180 euro mensili”).
Per quanto riguarda la formazione, viene richiesta la piena considerazione della formazione, compresa quella ECM, come orario di lavoro, da retribuire o da sottrarre all’orario in farmacia, mentre l’ipotesi avanzata da Federfarma sarebbe quella di “riconoscere solo otto ore annue a fronte dei 50 crediti ECM necessari”, riservandosi anche la scelta dei corsi.
Infine, sul tema dell’organizzazione del lavoro, Filcams Cgil chiede “di inserire più permessi e di valorizzare in modo adeguato i turni disagiati, come domeniche e notti”. Secondo il sindacato, Federfarma sarebbe “disposta ad aumentare di poco alcune maggiorazioni, ma indisponibile ad intervenire sui permessi” motivando la posizione con la carenza di farmacisti”.
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