Prevenzione tumori, dieta e stile di vita sani abbassano i rischi. Le raccomandazioni del World Cancer Research Fund
Ci sono voluto 10 anni dal precedente rapporto per arrivare al termine di una poderosa revisione, finanziate e condotta dal WCRF International (World Cancer Research Fund) sugli effetti dello stile di vita in termini di prevenzione dei tumori e di diminuzione del rischio di recidive. Il rapporto proposto da WCRF si presenta come una delle maggiori fonti di informazioni sulla ricerca scientifica per dire se e quanto dieta, alimentazione, attività fisica possano incidere anche contro le ricadute in chi è guarito da un carcinoma. Sintetizzate in un decalogo, emergono le principali 10 regole di comportamento che riguardano la scelta su cosa e come alimentarsi, lo stile di vita e la necessità di abbandonare alcune cattive abitudini.
Dieta mediterranea vince
Si conferma il valore dello stile mediterraneo, che predilige una dieta ricca di fibra (30 grammi/giorno) e a base di cereali integrali, frutta, vegetali (400 grammi in totale/giorno) e legumi: quindi vegetali non amidacei preferenzialmente, come parte preponderante dell'alimentazione che deve essere il più varia possibile alternando, per frutta e vegetali, i differenti colori. Per quanto riguarda le carni rosse si ribadisce un consumo pro-capite non superiore ai 350-500g alla settimana; facendo comunque attenzione per tutte le altre a cucinarle con metodi che non favoriscano la formazione di composti cancerogeni (come la cottura alla brace o la frittura). Un capitolo riguarda poi le carni lavorate (salumi e insaccati) da ridurre il più possibile e i cosiddetti alimenti ultra-processati che per il numero e tipologia di ingredienti usati (zuccheri, grassi saturi, sale e cereali non integrali) non aiutano a raggiungere gli obiettivi nutrizionali adeguati. Stesso avvertimento di limitazione per alcool (uno o due bicchieri di vino ai pasti) e per le bevande zuccherate.
Controllo del peso e attività fisica
Non solo la dieta, ma in chiave di prevenzione è fondamentale anche uno stile di vita attivo, non sedentario, per non favorire l'aumento del peso. Peso, che va tenuto sotto controllo e il più possibile aderente all'ideale indice di massa corporea, anche con un'attività fisica quotidiana costante, adeguata alle possibilità e caratteristiche individuali. Altri due capitoli riguardano l'integrazione e l'importanza dell'allattamento. Non emerge che l'uso di integratori abbia un effetto di miglioramento sulla prevenzione. Studi controllati randomizzati di integratori ad alto dosaggio non hanno dimostrato in modo coerente gli effetti protettivi dei micronutrienti sul rischio di cancro suggeriti dall'epidemiologia osservazionale, dicono gli esperti. Inoltre, alcuni studi hanno mostrato addirittura potenziali effetti avversi imprevisti. Quindi, a meno di specifiche raccomandazioni da parte del medico, la raccomandazione che emerge è quella di raggiungere gli apporti necessari tramite la dieta. L'allattamento, infine, rimane consigliato per almeno i primi 6 mesi perché riduce il rischio di tumore al seno nella madre, oltre al beneficio nutrizionale e relazionale per il bambino, proteggendolo dal sovrappeso e dall'obesità, e quindi da quei tumori di cui l'aumento di peso sono una causa.
Impatto sulle recidive
Gli esperti hanno valutato anche gli effetti della dieta, dell'alimentazione e dell'attività fisica sul rischio di recidive nei sopravvissuti al cancro. I dati in questo campo sono in crescita ma, ad oggi, il gruppo ha esaminato le prove degli effetti di questi fattori solo sulla sopravvivenza e sul rischio futuro di cancro al seno, per il quale concorda sul fatto che le conclusioni alla base delle Raccomandazioni sulla prevenzione del cancro possono essere rilevanti anche per i sopravvissuti a questa malattia e raccomanda, a meno di situazioni specifiche e sempre sotto la guida e il consiglio del medico curante, i sopravvissuti al cancro mirino a seguire queste Raccomandazioni una volta terminato il trattamento.
L'obiettivo di tutta l'attività di revisione è stato quello di identificare, con sufficiente sicurezza, gli elementi a supporto di una raccomandazione, necessaria sia ai decisori politici ma anche alla popolazione generale, su ciò che causa il cancro, ciò che protegge e ciò che è improbabile che abbia un effetto. Un lavoro che ovviamente ha evidenziato anche i punti per i quali le prove sono ad oggi insufficienti e richiedono ulteriori indagini. Gran parte delle prove su dieta, alimentazione e attività fisica sono epidemiologiche, sebbene siano rafforzate dai risultati da larghi trial clinici. Nonostante questo, il gruppo di esperti ritiene che l'approccio tenuto, integrato e sistematico abbia consentito di produrre "giudizi solidi e raccomandazioni affidabili" in merito al rapporto fra stile di vita e prevenzione del tumore.
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A cura di Paolo Levantino - Farmacista clinico
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