Farmacia
19 Settembre 2023 Positivi al Covid aumentati in tutta Italia, come le richieste di tamponi in farmacia e fai-da-te. D’Alia (Federfarma Caserta): chi li chiede sospetta già la positività
«Da circa due settimane stiamo ricevendo più richieste di tamponi antigenici e ne riscontriamo sempre più positivi», afferma Umberto D’Alia, presidente di Federfarma Caserta, sulla stampa locale. L’aumento dei positivi al Covid in tutta Italia sta portando infatti a una maggiore richiesta non solo di tamponi effettuati in farmacie, ma anche l’acquisto di quelli fai-da-te. Tuttavia, i numeri potrebbero essere sottostimati a fronte delle recenti novità nella gestione dei positivi al Covid.
Tra tamponi certificati e fai-da-te
Aggiunge D’Alia che «chi viene in farmacia e richiede il tampone già sospetta la positività e ne chiede conferma. Vale a dire che spesso ci troviamo di fronte un utente che ha avuto un contatto con un positivo. Contrariamente, poi, a quanto accadeva in piena pandemia, ora non tutte le farmacie continuano ad effettuare esami sui pazienti. Ora cinque farmacie su dieci sono disponibili ad analizzare e riportare il referto sulla piattaforma istituzionale.» Bisogna ricordare però che «non tutte possono effettuarne facilmente. Il costo vivo per noi è quello del personale adeguato, oltre al fatto di dover disporre di ambienti idonei e distanti dalla platea degli utenti ordinaria». Dal bollettino della provincia di Caserta i due Comuni con i dati di positività più alta sono il capoluogo con 110 contagiati e Anversa con 75. Ma, accanto ai positivi dichiarati e registrati ci sono anche i positivi non certificati che effettuano solo il test fai-da-te.
Casi in risalita, ma sottostimati
Da 4 settimane consecutive si rileva, secondo i dati del monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, una progressiva ripresa della circolazione virale. Infatti, dalla settimana 10-16 agosto a quella 7-13 settembre il numero dei nuovi casi settimanali è quasi quintuplicato, passando da 5.889 a 30.777; il tasso di positività dei tamponi è aumentato dal 6,4% al 14,9%; la media mobile a 7 giorni da 841 casi/die è salita a 4.397 casi/die; l’incidenza è passata da 6 casi a 52 per 100mila abitanti. Nelle ultime quattro settimane si è registrato anche un numero di decessi più che raddoppiato. Inoltre, i ricoveri in area medica, dal minimo (697) raggiunto il 16 luglio a oggi sono più che triplicati (2.378), mentre in terapia intensiva dal minimo (18) del 21 luglio sono saliti a quota 76.
Commenta Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe: «Numeri sì bassi ma anche ampiamente sottostimati rispetto al reale impatto della circolazione virale perché il sistema di monitoraggio, in particolare dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi con il Dl 105/2023, di fatto poggia in larga misura su base volontaria. Infatti, da un lato la prescrizione di tamponi nelle persone con sintomi respiratori è ormai residuale, dall’altro con l’ampio uso dei test antigenici fai-da-te la positività viene comunicata solo occasionalmente ai servizi epidemiologici».
Secondo l’ultimo aggiornamento nazionale dei dati della Sorveglianza integrata Covid-19 dell’Istituto superiore di sanità (Iss), rispetto alla distribuzione per fasce di età, fatta eccezione per la fascia 0-9 anni in cui si registrano 22 casi per 100mila abitanti, l’incidenza aumenta progressivamente con le decadi: da 10 casi per 100mila abitanti nella fascia 10-19 anni a 78 nella fascia 70-89 anni, fino a 83 negli over 90.
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