Farmacia
09 Novembre 2023 La scelta di affidare la distribuzione della pillola contraccettiva gratuita ai consultori familiari non coglie l’opportunità offerta dalla capillarità e presenza sul territorio delle farmacie
La scelta del Governo di dare la pillola gratis solo alle donne sotto i 26 anni e solo nei consultori familiari rischia di avere un impatto modesto anziché determinante per la salute della donna. A dirlo sono dati e numeri relativi ai servizi presenti sul territorio dai consultori pubblici alle farmacie.
Criticità dei consultori
La scelta di dispensare la pillola contraccettiva nei consultori si scontra con la loro presenza sul territorio. Vediamo qualche dato. I consultori in Italia sono 1800, di cui 622 al Nord, 382 al Centro e 531 al Sud. Se per numero di abitanti è favorito il sud (1 su 43980 abitanti al Nord, 1 su 30628 al Centro e 1 su 37476 abitanti al Sud), prendendo a indicatore il numero medio di ore lavorative settimanali per 20.000 abitanti previste per le diverse figure professionali per rispondere al mandato istituzionale, solo 5 Regioni del Nord raggiungono lo standard atteso per la figura dell’ostetrica e 2 per il ginecologo. Queste due professioni sono fondamentali per poter fornire un servizio utile per la salute della donna, in particolare quella contraccettiva, sottoforma di visita e prescrizione. Per quanto riguarda l'obiezione di coscienza, invece, l'indagine "Mai Dati, Dati aperti (sulla 194) – Perché ci servono e perché ci servono per scegliere" di Lalli-Montegiove afferma che "ci sono 22 ospedali e 4 consultori con il 100% di obiezione tra medici ginecologi, anestesisti, personale infermieristico e OSS. Ci sono 46 strutture che hanno una percentuale di obiettori superiore all’80%." Questi dati (che tra l'altro denunciano che dal Governo non sono disponibili dati aperti sulla situazione italiana) sono basati sulla prescrizione della pillola del giorno dopo, possiamo ipotizzare che si tradurrebbero in una resistenza alla consegna gratuita della pillola anticoncezionale? Forse non del tutto, tuttavia è necessario registrare come non sempre nei consultori sia possibile prevenire in maniera efficace le gravidanze indesiderate, se ginecologo e ostetrica non sono disponibili con orari ampi.
Capillarità delle farmacie La scelta del Governo di non "sfruttare" il canale farmacia appare incomprensibile, a partire dalla capillarità. In Italia infatti ne abbiamo 19997, una media di una ogni 2950 abitanti, in crescita per effetto del concorso Monti e con piccole oscillazioni regionali. Ne esiste infatti una ogni 2300 abitanti in Val D'Aosta fino ad una ogni 3700 abitanti in provincia di Bolzano. Per quanto riguarda l'obiezione di coscienza, nel 2017 Obiezione Respinta segnalava la presenza in Italia di 122 farmacie che si sono rifiutate di vendere la pillola del giorno dopo, tuttavia questo dato per quanto riguarda le farmacie non è possibile associarlo ad un possibile rifiuto nella dispensazione della pillola contraccettiva.
Discriminazione in base all'età
In Italia ci sono 30 milioni di donne, di queste 12,7 milioni hanno un'età compatibile con l'uso della pillola, ovvero tra 15 e 51 anni (età media dell'inizio della menopausa). Le donne tra 15 e 26 anni invece sono 3,3 milioni. Considerata la situazione, il provvedimento del Governo escluderebbe il 74% delle donne in età fertile. Inoltre, "bloccare" la prescrizione gratuita a 26 anni causerebbe un tasso di drop-out dalla contraccezione di un numero imprecisato di donne, difficile da stimare, ma con un sicuro aumento di gravidanze indesiderate alla sospensione.
Continuità terapeutica e obiezione di coscienza
La capillarità 10 volte superiore delle farmacie rispetto ai consultori consentirebbe un'ampia disponibilità alla dispensazione, grosso problema legato alla pillola contraccettiva, che aumenta il numero di gravidanze indesiderate in chi la usa in real life su 100 donne da 1 a 2 (dati Europei). In secondo luogo, la presenza di obiettori di coscienza nei consultori potrebbe tradursi in una barriera alla dispensazione gratuita, cosa che in farmacia non è ammessa (o perlomeno oggetto di intepretazioni contrastanti) e, anche se accadesse, per la donna sarebbe facile cambiare farmacia, sempre grazie all'ampia diffusione sul territorio.
Pillola in fascia A in farmacia per un reale intervento di salute pubblica
La prescrizione gratuita della pillola in fascia A in farmacia estesa a tutte le donne si sarebbe tradotto in un intervento di salute pubblica importante e decisivo, in termini di diminuzione delle gravidanze indesiderate. Così non succederà e di conseguenza si proseguirà mantenendo i grandi ostacoli all'accesso alla pillola anticoncezionale, che ci vedono costantemente agli ultimi posti in Europa. Il Governo dovrebbe iniziare perlomeno ad estendere la validità della ricetta medica da 6 a 12 mesi, trattandosi di un rimedio perlopiù non terapeutico, che di fatto va preso per un arco temporale di anni o decenni. Inoltre, dovrebbe essere abolita l'incomprensibile regola che prevede la non ripetibilità delle confezioni multipack (3 o 6 blister nell'unica scatola), che obbliga la donna a recarsi dal medico ogni 3 mesi, anche se prende la pillola per anni. Infine, si dovrebbe considerare di introdurre un tipo di contraccettivo disponibile senza ricetta, come fatto dalla FDA negli Stati Uniti con la pillola solo progestinica norgestrel. Gli esperimenti in letteratura di prima dispensazione di contraccettivo ormonale da parte del farmacista sono ormai molti, tutti con ottimi risultati in termini di abbattimento degli ostacoli all'accesso alla contraccezione e controllo degli effetti collaterali. Sarebbe consigliabile, per una volta, fidarsi dei farmacisti. E delle donne.
Per consultare i dati citati
Dati consultori
Dati farmacie
Dati obiezione di coscienza consultori
Dati obiezione di coscienza farmacisti
Dati demografici
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