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Farmacia

14 Novembre 2023

Remunerazione nuovi tetti: dal payback agli sconti, le ricadute per le farmacie. L’analisi della Corte dei conti sulla Manovra

La Corte dei Conti ha presentato alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato l’analisi delle misure contenute nella manovra nell’ambito delle audizioni preliminari all’esame del Ddl Bilancio 2024. Ecco i riulievi in ambito farmaceutico

di Francesca Giani


Remunerazione nuovi tetti: dal payback agli sconti, le ricadute per le farmacie. L’analisi della Corte dei conti sulla Manovra

A seguito degli interventi disposti dalla Manovra sui tetti della spesa farmaceutica, in particolare in relazione a quello della convenzionata, si stima che potrebbero essere 8 le Regioni che supereranno il nuovo limite del 6,8%, mentre il dato nazionale rimarrebbe sotto la soglia. Per quanto riguarda poi le misure sulla remunerazione, maggiori ricadute le si avrebbero dalla soppressione degli sconti per le farmacie. Sono questi alcuni dei dati che sono stati sottolineati dall’analisi della Corte dei Conti presentata alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, nell’ambito delle audizioni preliminari all’esame del Ddl Bilancio 2024.

Finanziamento sanità: pesa inflazione e aumento costi. Previsti interventi vincolati
Una prima riflessione va al livello del finanziamento del fabbisogno sanitario standard cui concorre lo Stato che viene aumentato di 3 miliardi per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi a decorrere dall’anno 2026. A pesare sulla misura c’è “l’incremento delle tariffe orarie previste per far fronte alle carenze di personale in alcuni comparti, i provvedimenti per il riassorbimento delle liste d’attesa, la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica, le modifiche alle modalità di distribuzione dei medicinali, l’aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati, il finanziamento dell’aggiornamento dei LEA e ulteriori misure in materia di potenziamento del servizio sanitario nazionale e dell’assistenza territoriale”. In sintesi, dei nuovi fondi, viene ricordato, “2,4 miliardi sono destinati al rinnovo dei contratti per il personale, mentre circa 500 milioni nel 2024 (che crescono a 1,5 miliardi nel 2025) sono “vincolati” a specifici interventi”. Alla luce di questa situazione, “risultano pertanto pressoché nulli i margini disponibili” per far fronte “alla crescita dei prezzi delle varie voci di costo. Si deve considerare, infatti, che già nell’anno in corso la tenuta dei conti del settore è stata soggetta a una crescita della spesa particolarmente significativa: un aumento del 3 per cento, trainato soprattutto dagli acquisti di beni (+7,5 per cento), dalla specialistica (+5,2 per cento) e dai servizi appaltati (+5,6 per cento)”. Il quadro che “emerge, quindi, si conferma stringente e richiederà scelte gestionali non facili in termini di allocazione delle risorse tra i diversi obiettivi e un attento esame della qualità della spesa”. Per altro, “ciò rende necessario un riesame dell’efficacia di tutti gli strumenti per la razionalizzazione della spesa messi in campo negli ultimi anni, a cui non sempre si sono accompagnati effetti positivi”.

Nuovo tetto convenzionata: 8 regioni supererebbero il limite
Un ambito di forte impatto sulle farmacie è quello relativo alla spesa farmaceutica: qui un primo intervento è quello diretto alla modifica dei tetti. “Per il 2024, il limite per gli acquisti diretti è rideterminato nella misura del 8,5 per cento (rispetto al 7,65 per cento del 2023 e all’8,3 previsto a legislazione vigente), mentre quello per la farmaceutica convenzionata si riduce dal 7 al 6,8 per cento”. Ma quali sono le ricadute? “La modifica, se, da un lato, amplia i margini di spesa per gli acquisti diretti, dall’altro incide sulla dimensione degli sfondamenti e, di conseguenza, anche sul contributo richiesto alle imprese farmaceutiche per il payback (pari al 50 per cento della spesa eccedente il limite in tutti e due i casi). Due elementi, in particolare, possono aiutare a comprendere l’entità della modifica. Guardando ai risultati dei primi 6 mesi del 2023 (quelli al momento disponibili) proiettati ad anno, con le nuove soglie, sarebbero 8 le Regioni superano il tetto del 6,8 per cento previsto per la convenzionata (di 130,4 milioni), mentre il dato nazionale sarebbe ancora inferiore al limite previsto”.

Tetto per acquisti diretti: minor apporto delle aziende al payback ricade su Fsn
Diverso poi “l’andamento nel caso degli acquisti diretti. Pur confermandosi in tutte le regioni un livello di spesa al di sopra del limite, lo scostamento complessivo, con il passaggio al tetto dell’8,5 per cento rispetto all’8,3 per cento del fabbisogno sanitario standard si riduce di 255 milioni, da 3,4 a circa 3,1 miliardi, (da 4,2 a 3,1 miliardi rispetto al tetto al 7,65) con un conseguente ridimensionamento del payback. A meno di non ipotizzare una riduzione degli acquisti diretti, il nuovo tetto alla spesa comporterebbe un costo aggiuntivo significativo. Le maggiori risorse attribuite al SSN devono compensare, quindi, a parità di consumi, anche tale minor apporto richiesto alle aziende farmaceutiche. Come già osservato, se il ricorso a tetti di spesa ha prodotto, anche nel recente passato, distorsioni e conseguenze negative sulle scelte degli operatori, nonché un prolungato contenzioso, la conferma dei trend di spesa e il permanere di forti differenze nei consumi tra regioni e aree richiedono una attenta valutazione degli effetti associati alla norma, anche sotto il profilo delle entrate nette regionali, e spingono ad una riconsiderazione complessiva del meccanismo. Particolare rilievo, nel processo di revisione del sistema, assume, poi, il riassorbimento del contenzioso e il monitoraggio del rispetto degli obblighi di copertura degli importi dovuti dalle aziende farmaceutiche e da quelle di dispositivi medici che continuano a presentare “sfondamenti” di rilievo. Sotto questo profilo va sottolineata l’importanza di condizionare l’aggiornamento dei tetti all’integrale pagamento, da parte delle aziende farmaceutiche, degli oneri per il ripiano degli sfondamenti degli esercizi passati”.

Aumentano i margini per le farmacieMaggior spesa per Ssn valutata in 77 mln annui
Nella analisi viene affrontato anche il capitolo relativo ai canali distributivi e alla nuova remunerazione delle farmacie: “l’articolo 45” prosegue la Corte dei Conti “introduce una modifica delle modalità di distribuzione dei medicinali, confermando la particolare attenzione riservata negli ultimi anni al sistema delle farmacie. La relazione tecnica fa riferimento a una valutazione condotta dal Ministero della salute con l’ausilio di AIFA, di cui non sono noti i dettagli. Il nuovo sistema di remunerazione prevede la corresponsione per ciascuna confezione venduta di una quota percentuale (il 6 per cento del prezzo) e di una quota fissa che varia in relazione al prezzo. Ad esse si aggiungono ulteriori quote nel caso di vendite di farmaci inseriti nelle liste di trasparenza e/o in funzione del fatturato registrato verso il SSN. Al contempo sono soppressi gli sconti previsti finora a carico delle farmacie, che nel 2022 avevano consentito di abbattere il costo per il sistema sanitario di circa 540 milioni. L’incremento dei margini per le farmacie aumenterebbe, secondo la relazione tecnica, di 227 milioni, quindi in misura inferiore all’importo stesso degli sconti finora corrisposti. Se ne desume che il nuovo sistema vede ridursi l’importo medio finora corrisposto per confezione. Al netto poi della remunerazione aggiuntiva prevista dalla legge 197/2022, la maggiore spesa a carico del SSN è stimata in 77 milioni annui (53 milioni per il 2024)”.

Manovra risponde a richieste di determinati soggetti, tra cui farmacie. Restano i nodi strutturali
Nel complesso, sono le conclusioni, “entro i margini di manovra molto ristretti in cui si collocano gli interventi della legge di bilancio, le risorse destinate alla sanità sono certamente rilevanti. Esse non sono tuttavia sufficienti ad invertire il profilo riflessivo già disegnato nel quadro tendenziale. La riduzione in termini di prodotto rimane evidente anche se l’attenzione per questo settore di spesa è testimoniato dalla seppur limitata crescita del rapporto con il totale della spesa corrente primaria. Il settore sanitario, come altri del complesso sistema di welfare, sta conoscendo il peso di una crescita dei prezzi ben superiore all’aumento delle risorse disponibili. Su questo fronte la manovra ripropone lo schema degli ultimi esercizi, prevedendo un incremento di risorse per affrontare i fabbisogni più urgenti: quest’anno il rinnovo dei contratti a fronte della forte crescita inflattiva (lo scorso anno la crescita dei costi energetici), interventi temporanei mirati a tamponare criticità sempre più evidenti (liste d’attesa e difficoltà dei pronto soccorsi) e misure che puntano a rispondere alle richieste di importanti soggetti del mondo sanitario (aziende farmaceutiche e farmacie, ma lasciando fuori il comparto dei dispositivi medici). Limitati spazi sono riservati alla revisione dei LEA e al rafforzamento delle risorse destinate alla riforma dell’assistenza territoriale. I vincoli che si porranno in futuro sul fronte della spesa portano a guardare con preoccupazione al rinvio nell’individuazione di soluzioni più strutturali ai problemi del nostro sistema sanitario”.  

TAG: FARMACIA, DISTRIBUZIONE DEI FARMACI, MANOVRA FINANZIARIA, REMUNERAZIONE, FARMACI, MANOVRA

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