Governo
24 Gennaio 2024La Manovra 2024, a riguardo di farmaci generici e biosimilari, presenta aspetti positivi ma anche criticità, come la sostenibilità dei prodotti a minor costo. Ne parla Enrique Hausermann, presidente di Egualia
Sul fronte dei farmaci generici e biosimilari la Manovra 2024 presenta aspetti positivi ma anche problemi irrisolti, quali ad esempio la sostenibilità dei prodotti a minor costo. Enrique Hausermann presidente di Egualia, associazione che raggruppa i produttori di generici ne parla ai microfoni di Sanità33. Tra gli aspetti positivi c’è la rideterminazione dei tetti: «Con il trasferimento di parte delle risorse della spesa convenzionata sulla spesa diretta inevitabilmente quest’ultima avrà più margine e il pay-back per gli sfondamenti dei tetti dovrebbe ridursi».
Tutto da vedere invece l’effetto della norma che darà via al riordino dei flussi della distribuzione da diretta nelle farmacie ospedaliere a per conto nelle farmacie territoriali. «Si passerà per l’aggiornamento del prontuario della continuità assistenziale ospedaliera PH/T, e per l’individuazione di classi non coperte da brevetto che potranno transitare alle farmacie convenzionate. L’obiettivo nostro e dei farmacisti è spostare quota parte della distribuzione diretta di farmaci a brevetto scaduto alla distribuzione territoriale». Nella manovra ci sono poi aspetti preoccupanti. «Il nuovo sistema di remunerazione delle farmacie, oltre a contenere misure attese come il riconoscimento dell’atto professionale del farmacista, presenta aspetti capaci di disincentivare l’uso dei generici. In primo luogo, la quota premiale di 0,115 euro assegnata per la dispensazione di tutti i farmaci nelle liste di trasparenza, anche quelli con prezzo superiore a quello di riferimento (anziché per quelli con prezzo allineato come in precedenza era stato ventilato) può incentivare le situazioni dove il cittadino paga differenziali di prezzo. Anche la quota fissa calcolata sul prezzo al pubblico anziché sul prezzo all’industria può incentivare la promozione di prodotti a prezzo più alto. Auspichiamo un tavolo tecnico per chiarire e risolvere questi problemi per conferire più equità al sistema».
Le misure della Finanziaria 2024, aggiunge Hausermann, impattano in un mercato dei farmaci equivalenti, quello italiano, meno sviluppato che nel resto d’Europa. Fatti 100 i principi a brevetto scaduto, «in valore l’impatto è del 20-30%, con Germania, Paesi Bassi, Regno Unito con un impatto di due volte e mezzo in percentuale. I nostri cittadini pagano più di frequente le differenze di prezzo rispetto agli altri europei. E ci sono disparità tra regioni: posta una quota media nazionale del 25%, siamo sotto il 20 al Sud e sopra il 25 al Nord-Nordest. Servono incentivi ed attenzione da porre su classe medica e pazienti. Bisognerebbe spiegare ad un paziente cronico politrattato con 3-5 farmaci al giorno, che farsi carico di un differenziale di prezzo di 30 euro per principio attivo per un anno equivale a centinaia di euro spesi in più, che potrebbero essere risparmiati. In Italia si spende 1 miliardo per pagare il differenziale tra prodotto equivalente ed originator». Ma nel mondo dei farmaci generici ci sono anche problemi di sostenibilità industriale. Circa il 30% dei prodotti nelle liste di trasparenza ha un prezzo al pubblico sotto i 5 euro. «Significa un ricavo per l’industria di euro 2,50 con cui si devono coprire costi produzione e distribuzione. Se si fa il conto economico del prodotto è in perdita e nell’economia della gestione di un’azienda un prodotto in perdita va fuori listino».
Non solo. «In qualche caso si possono determinare carenze perché il produttore si rivolge a mercati più remunerativi. È avvenuto per l’amoxicillina: il ricavo industria da noi è sotto i 5 euro, in Svizzera è 12 euro; i produttori mondiali sono pochi e le vendite si sono indirizzate a paesi dove i prezzi sono più remunerativi. Alcuni paesi dell’Unione Europea stanno adottando misure di salvaguardia per i prodotti critici». Infine, uno sguardo al sistema sanitario. «Non sta cambiando in modo brusco per fortuna, ma le nostre istanze non sempre sono perfettamente ascoltate. Nei tavoli non sempre si è arrivati a un punto di sintesi. E sui biosimilari non in tutte le regioni l’accesso è rapido ed automatico. Tra le sfide da affrontare, il sottofinanziamento rispetto al prodotto interno lordo a confronto con gli altri paesi UE. Non ci si rende conto che la sanità è un investimento. Più salute vuol dire più lavoro, più lavoro vuol dire più benessere».
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