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10 Aprile 2024 Per favorire l’aderenza alla terapia servono processi di sburocratizzazione e semplificazione, con particolare riferimento ai pazienti cronici, all’accessibilità del farmaco e alle ricette ripetibili. Presentato a Roma il documento “Il valore, attuale e prospettico, dell’aderenza alla terapia. Scenario e proposte di raccomandazioni”
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Per favorire l’aderenza alla terapia serve più collaborazione interprofessionale e un approccio sistematizzato, oltre a un potenziamento della formazione, diretta a tutti gli operatori sanitari. Ma di impatto possono essere anche processi di sburocratizzazione e semplificazione, con particolare riferimento ai pazienti cronici, all’accessibilità del farmaco e alle ricette ripetibili. Lo spunto è emerso nel corso della presentazione del documento “Il valore, attuale e prospettico, dell’aderenza alla terapia. Scenario e proposte di raccomandazioni”, un progetto realizzato da Edra con il contributo non condizionato di Servier, che si è tenuta a Roma.
Aderenza alla terapia: utile semplificare la ripetibilità della ricetta
«La scarsa aderenza alla terapia» ha spiegato Andrea Mandelli, presidente Fofi «rappresenta una delle principali cause di non efficacia delle terapie farmacologiche e viene associata, di conseguenza, a un aumento degli interventi sanitari, della morbilità e della mortalità, costituendo un danno per i pazienti e per il Sistema Sanitario». Tra le figure che possono offrire un contributo determinante in termini di aderenza c’è proprio il farmacista. «La farmacia, al centro di continui processi evolutivi, è sempre più centro polifunzionale di servizi e di prossimità e punto di riferimento per la popolazione sul territorio». Ma c’è un tema su cui «ancora una volta intendo richiamare l’attenzione e che potrebbe essere di grande impatto: il percorso di sburocratizzazione e semplificazione delle procedure per farmacisti e medici di medicina generale. Non si tratta solo di liberare tempo a questi professionisti, spesso sin troppo oberati dal carico burocratico, in modo da favorire la relazione con il paziente, ma si tratta soprattutto di migliorare la gestione dell’assistito, la presa in carico, e favorire l’accesso al farmaco». Il riferimento è alle «proposte elaborate dalla Fofi insieme alla Fimmg in un Protocollo confluito in un precedente DDL semplificazioni che aveva visto l’avvio del suo iter l’anno scorso, con un primo ok dal Consiglio dei Ministri e il passaggio in Conferenza Stato Regioni, e i cui contenuti oggi sono all’esame della prima e dodicesima Commissione della Camera». Tra le previsioni, «c’è in particolare la validità di un anno della ricetta ripetibile. Un passaggio che, da un lato, sgraverebbe il lavoro del medico di medicina generale e, dall’altro, valorizzerebbe il ruolo del farmacista, che avrebbe così la possibilità di seguire il paziente, sulla base del piano terapeutico predisposto dal medico, monitorando la corretta assunzione del medicinale e comunicando tempestivamente al curante qualunque criticità».
La proposta è già all’attenzione della Camera. Valorizzato monitoraggio del farmacista
In particolare, secondo quanto era circolato, l’intenzione è che "nella prescrizione di medicinali a carico del Servizio Sanitario Nazionale per la cura di patologie croniche, il medico prescrittore possa indicare nella ricetta dematerializzata ripetibile, sulla base del protocollo terapeutico individuale, la posologia e il numero di confezioni dispensabili nell'arco temporale massimo di dodici mesi. Il medico prescrittore, qualora lo richiedano ragioni di appropriatezza prescrittiva, può sospendere, in ogni momento, la ripetibilità della prescrizione ovvero modificare la terapia. Al momento della dispensazione, il farmacista informa l'assistito circa le corrette modalità di assunzione dei medicinali prescritti e consegna un numero di confezioni sufficiente a coprire trenta giorni di terapia, in relazione alla posologia indicata. Il farmacista, nel monitoraggio dell'aderenza alla terapia farmacologica, qualora rilevi difficoltà da parte dell'assistito nella corretta assunzione dei medicinali prescritti, segnala le criticità al medico prescrittore per le valutazioni di competenza".
Indispensabile potenziare formazione per sanitari, pazienti e caregiver
D’altra parte, «il dialogo tra professionisti è fondamentale» ha aggiunto Claudio Cricelli, Presidente Emerito e Vicario SIMG, e «lì vanno concentrati gli sforzi, anche potenziando tutti quegli strumenti informatici che favoriscono la circolazione delle informazioni e il monitoraggio». Ma centrale è poi «il dialogo e la formazione per i caregiver», oltre che per i pazienti. «Sappiamo che l’aderenza alla terapia è spesso correlata al grado di istruzione e a livelli socio economico più elevati. Questo non sempre è vero, ma disegna di fatto un primo target su cui concentrare le attenzioni. Messaggio e tipologia di intervento, infatti, vanno differenziati, per persona e nel tempo: l’aderenza alla terapia è un processo dinamico, un percorso. In questo, è fondamentale che tutti i professionisti che vi abbiano un ruolo vengano formati, e vanno anche preparati a gestire pazienti che devono avere a che fare con gli stessi farmaci per decenni».
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