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02 Agosto 2024La nuova ondata estiva di Covid-19 monitorata da Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Ministero della Salute ha fatto registrare un incremento del 26% dei casi
La nuova ondata estiva di Covid-19 monitorata da Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Ministero della Salute ha fatto registrare un incremento del 26% dei casi portando il totale a 17.000 nuovi contagi. Un incremento facilitato dalle dinamiche estive di maggiore socialità e viaggi, la situazione ospedaliera resta stabile e non preoccupante, ma i medici di medicina generale invitano i pazienti con sintomi a fare il test, anche fai da te, e a comunicare la positività.
L'incidenza di casi COVID-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 25-31 luglio 2024 è salita a 29 casi per 100.000 abitanti, rispetto ai 23 casi per 100.000 abitanti della settimana precedente con variazioni regionali significative: la Campania registra l'incidenza più alta con 55 casi per 100.000 abitanti, mentre le Marche sono all'estremo opposto con solo 1 caso per 100.000 abitanti. La percentuale di reinfezioni rimane stabile al 48%.
Secondo il rapporto, l'indice di trasmissibilità (Rt) calcolato sui casi con ricovero ospedaliero è stabile a 1,19 (1,11-1,28) al 31 luglio 2024. L'occupazione dei posti letto in area medica è salita al 3% (1.829 ricoverati), rispetto al 2,4% della settimana precedente. Anche in terapia intensiva si registra un lieve aumento con un'occupazione dello 0,6% (55 ricoverati) contro lo 0,4% della settimana precedente.
“Abbiamo una situazione di crescita e diffusione del virus ma senza conseguenze sul sistema – spiega Antonello Maruotti, ordinario di Statistica dell’Università Lumsa. - Si osserva una forte discrepanza tra le regioni nell’incidenza e nei ricoveri. Il numero dei posti letto occupati nel Lazio e in Sicilia – aggiunge – è molto simile ma se confrontiamo questi dati con le rispettive incidenze si capisce che c’è qualcosa che non va visto, che l’incidenza è ben diversa, molto alta nel Lazio e più bassa Sicilia, ma hanno quasi lo stesso numero di ricoveri. Non ha senso quindi oggi analizzare l’incidenza ma occorre tenere d’occhio i ricoveri”. Per quanto riguarda i decessi “confrontando il 2023 e il 2024, fino al 21 luglio dello scorso anno avevamo avuto circa 6mila morti mentre quest’anno sono 1.700 circa. Nel 2023 abbiamo chiuso l’anno con 10mila morti Covid e quest’anno arriveremo, si stima, a 3mila. Tanti, ma osserviamo una netta differenza”.
Anche il presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) Giovanni Migliore, considera “non gravi” gli ultimi dati sui ricoveri ospedalieri del Ministero. La priorità resta il monitoraggio e la salvaguardia dei soggetti fragili. “Si rileva una decelerazione nella diffusione dei contagi che però si accompagna a un incremento nella proporzione dei test positivi”, commenta Migliore. “Questo elemento potrebbe fare sospettare una consistente sotto notifica dei reali casi positivi, che quindi induce a ribadire le raccomandazioni di cautela e protezione nei confronti dei soggetti fragili, seguendo i comportamenti di buon senso che conosciamo, evitando luoghi chiusi e, in caso di sintomi, magari valutare di restare qualche giorno a casa”, conclude.
Le varianti del virus mostrano una co-circolazione di differenti sotto-varianti, con una crescita della proporzione di sequenziamenti del lignaggio KP.3.1.1, caratterizzato da sintomi lievi simili a un raffreddore o a una lieve influenza e che guida l’incremento.
I sintomi principali associati alla nuova variante Covid KP.3.1.1 “sono generalmente lievi e simili a quelli di un raffreddore o di una lieve influenza – spiega in una nota Fabrizio Maggi, direttore dell'Uoc di Virologia e dei Laboratori Biosicurezza dell'Inmi Lazzaro Spallanzani Irccs. - Infatti, l'immunità ibrida presente nella popolazione e il sempre maggior adattamento del virus all'ospite umano rappresentano fattori importanti nella progressiva attenuazione della sintomatologia. L'aumento dei casi nelle ultime settimane è un fenomeno previsto nella traiettoria evolutiva del virus che continua sottotraccia la propria corsa verso il traguardo del definitivo adattamento all'uomo - continua Maggi – La KP.3.1.1 mostra una maggiore capacità di trasmissione e una certa resistenza agli anticorpi neutralizzanti, sia quelli derivati da infezioni precedenti che quelli indotti da vaccino”.
I medici di famiglia segnalano che arrivano molti casi di Covid nei loro studi in queste settimane, “facilitati, probabilmente, dalle dinamiche estive di maggiore socialità, di viaggi e di una maggiore rilassatezza che porta alla riduzione dell'attenzione. C'è un picco di richieste da parte dei pazienti ci riferiscono infezioni delle vie respiratorie. Questo ci porta a richiedere più tamponi, sia per i certificati di malattia nelle persone più giovani sia per eventuali cure con antivirali per i più anziani” riporta Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg), alle agenzie stampa. “Ricordo che per la certificazione di malattia, in caso di positività al test fai da te - precisa Scotti - è necessario per noi richiedere la conferma del tampone molecolare perché non possiamo basarci sul test fai da te del paziente". Stesso discorso per le persone anziane. "Il tampone molecolare è necessario - aggiunge - per accertare la malattia nel caso vada avviata la terapia anti virale". Accertarsi del tipo di infezione respiratoria in corso, sottolinea Scotti, "è importante in ogni caso. Pensiamo ai nuclei familiari, come dire, più allargati, dove ci sono anche gli anziani che rischiano di più. Il test è una forma di responsabilità. In ogni caso, in questa fase, resta sempre valida l'auto-educazione, il senso civico e sanitario che ci invita ad usare quelle misure che ormai conosciamo bene: mettere la mascherina se si hanno sintomi, disinfettare le mani, non stare in ambienti con troppe altre persone", conclude.
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