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05 Maggio 2025Un uomo è morto per infarto in una farmacia in provincia di Como. Il defibrillatore pubblico, posizionato nelle vicinanze, non ha funzionato perché scarico. La Procura ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità nella mancata manutenzione dell’apparecchio
In provincia di Como, nel comune di San Fermo, dove nei giorni scorsi un uomo è deceduto nella farmacia dove si era recato per un dolore al petto e al braccio, a causa di un infarto in corso, la Procura ha aperto un fascicolo d’indagine in quanto la responsabilità della manutenzione del defibrillatore automatico (DAE) che non ha funzionato in quanto scarico, è a carico del Comune. Il caso ha riacceso le polemiche delle associazioni dei laboratori nei confronti della farmacia dei servizi, ma al momento non sono emersi profili di responsabilità a carico dei farmacisti.
Secondo quanto ricostruito, l’uomo si era recato in farmacia con la moglie dopo aver accusato dolori al petto e al braccio. I farmacisti hanno eseguito un elettrocardiogramma ma mentre aspettava l’esito, si è sentito male ed è caduto a terra. e hanno tentato di utilizzare il defibrillatore pubblico installato nella piazza a breve distanza. Il dispositivo, però, non ha funzionato in quanto scarico.
A raccontarlo a La Provincia di Como è il titolare della farmacia: “Ho fatto io l'esame. L'esito è arrivato in tempo reale, c'era un infarto in corso, era necessario un accesso urgente al Pronto soccorso o contattare il 118. Negli stessi attimi in cui abbiamo avuto il referto l'uomo è caduto a terra. Ho subito iniziato a praticare il massaggio cardiaco, abbiamo chiamato i soccorsi e la nostra assistente è corsa a prendere il defibrillatore nella vicina piazza". Il dispositivo, però, non ha funzionato perché scarico, il farmacista ha continuato a praticare il massaggio cardiaco in attesa dell'arrivo dell'ambulanza che è arrivata dopo 19 minuti, ma l'uomo è deceduto sul posto.
La Procura di Como ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia per accertare le responsabilità e verificare se l’uomo avrebbe potuto essere salvato con un intervento tempestivo e un defibrillatore funzionante.
Sempre dalle ricostruzioni è emerso che il DAE in questione era stato acquistato con nel 2018 e posizionato l’anno seguente. La manutenzione era formalmente affidata al Comune, che nel 2023 aveva eseguito un intervento con sostituzione di batteria ed elettrodi. Tuttavia, in occasione dell’ultimo controllo, meno di un mese fa, il defibrillatore non risultava nell’elenco degli apparecchi sottoposti a verifica. Il sindaco di San Fermo della Battaglia, ha dichiarato che il defibrillatore non era stato inserito nella Mappa DAE dell’Areu a causa della mancanza di ditte di manutenzione disponibili non era registrato nella rete DAE di Areu, rendendone più difficile l’individuazione e la tracciabilità.
L’episodio, che tuttavia al momento non vede coinvolti i farmacisti sotto il profilo delle responsabilità, ha sollevato nuovamente le polemiche delle associazioni di ambulatori e strutture di sanità privata accreditata, nei confronti dei servizi offerti dalle farmacie.
"Occorre dare le giuste informazioni ai cittadini italiani, non si può far passare messaggi fuorvianti che fanno erroneamente credere che le farmacie siano presidi sanitari medici, perché non lo sono e fatti come quelli accaduti oggi purtroppo lo dimostrano” afferma in una nota l'Uap (Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata). Secondo l’associazione "se queste informazioni basilari fossero veicolate correttamente l'ignaro cittadino colpito da un malore non sarebbe andato in farmacia per fare un elettrocardiogramma ma sarebbe andato presso un presidio sanitario dove personale medico specializzato avrebbe subito compreso la situazione e avrebbe cercato una soluzione iniettando adrenalina in caso di asistolia o un antiaritmico in caso di aritmia”.
Per l’Aisi - Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, “le farmacie possono e devono essere un punto di supporto, ma non possono sostituirsi ai presidi medici. Il farmacista non è un medico, non è un infermiere, non è un operatore d’emergenza”.
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