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10 Novembre 2025

Farmacista clinico, presentato Ddl di riordino dell’assistenza farmaceutica Ssn

Presentato al Senato il Disegno di Legge n. 1605 che punta a riordinare in modo organico l’assistenza farmaceutica del Ssn introducendo modelli organizzativi standardizzati e riconoscendo in maniera strutturale il ruolo del farmacista clinico

di Redazione Farmacista33


Farmacista clinico, presentato Ddl di riordino dell’assistenza farmaceutica Ssn

È stato presentato un disegno di legge che rafforza i servizi farmaceutici ospedalieri e territoriali attraverso modelli organizzativi standardizzati a livello nazionale, introducendo in modo strutturale la figura del farmacista clinico quale professionista che affianca il medico nella scelta e nel monitoraggio delle terapie, garantendo una valutazione indipendente e personalizzata basata sulle caratteristiche specifiche del paziente. Il 5 novembre, infatti, è approdato in Senato il testo del Disegno di Legge n. 1605, che affronta i cambiamenti evolutivi del sistema sanitario in relazione all’assistenza farmaceutica pubblica del Ssn.

Nuovo Ddl risponde a vuoto normativo decennale

Il disegno di legge, presentato su iniziativa del Senatore Adriano Paroli (Forza Italia), nasce da un progetto che ha avuto il supporto tecnico definitivo del presidente della Fofi, Andrea Mandelli, e del gruppo legislativo di Forza Italia del Senato, con l’obiettivo di rendere più incisivi i meccanismi regolatori a sostegno della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.

La richiesta di un intervento legislativo che aggiornasse il DPR 128/69, norma che per decenni ha regolamentato l’intero settore, è stata avanzata da tempo dall’associazione sindacale SiNaFO che, insieme ai suoi quadri, al suo Segretario Generale Roberta Di Turi e al supporto tecnico dell’avvocato Nicola Gasparro, ha dato avvio a questo percorso.
Il Disegno di Legge n. 1605 si propone dunque di colmare un vuoto normativo pluridecennale: gli ultimi aggiornamenti di rango nazionale risalgono infatti al 1969 (DPR 128) e al 1978 (Legge 833). Un vuoto che nel tempo è stato supplito da normative regionali frammentate e che ora potrebbe finalmente essere superato con un dispositivo organico unico a livello nazionale.

Ssn deve avvalersi di un sistema multidisciplinare

È, infatti, ormai da tempo riconosciuta la poliedricità del Ssn, che deve necessariamente avvalersi di un sistema multidisciplinare per rendere sempre più efficace l’assistenza sanitaria, soprattutto a tutela di una popolazione che invecchia progressivamente. In questo contesto, diventa prioritaria la presenza di una figura professionale vicina al paziente, capace di coglierne le peculiarità terapeutiche e di affiancare il clinico nell’interpretazione della domanda di salute, assicurando risposte aderenti ai reali bisogni dell’assistito.

Per garantire la corretta formulazione della domanda di trattamento (prescrizione farmaceutica) è dunque necessario ricorrere a una figura che mantenga un ruolo di terzietà nella valutazione e tenga conto delle caratteristiche specifiche del paziente: il Farmacista Clinico.

Attività del farmacista clinico tra ospedale e comunità

Per realizzare pienamente il ruolo di questo professionista è fondamentale disporre di strumenti e strutture adeguate che consentano l’esercizio professionale in autonomia e consapevolezza, all’interno di un quadro organizzativo definito a livello nazionale e orientato a garantire la continuità e la qualità dell’assistenza. Non si tratta di inventare nuovi modelli: oltre a quelli già attivi nel nostro Paese, esistono esperienze consolidate in Europa che mostrano, da anni, risultati eccellenti in termini di efficacia, efficienza e appropriatezza prescrittiva, a beneficio dei pazienti e della sostenibilità del Ssn.

Sul territorio, inoltre, ai servizi farmaceutici – anche tramite le farmacie di comunità – spetta un ruolo chiave nella gestione delle cronicità e nella continuità ospedale/territorio. In questo ambito, aderenza e persistenza terapeutica assumono un valore centrale, soprattutto per terapie che accompagnano il paziente fragile per anni (o decenni). A ciò si aggiunge la crescente frequenza di situazioni di politerapia, in particolare nell’anziano, che rende necessario attivare procedure di revisione e riconciliazione delle terapie, riducendo all’essenziale il numero di farmaci utili (deprescribing) e limitando il rischio di reazioni avverse o interazioni, con evidenti ricadute sulla sicurezza.

Per queste ragioni si rende necessario definire, attraverso un intervento legislativo specifico, un modello organizzativo standardizzato che consenta di garantire un servizio omogeneo in tutto il Paese e allineato al modello europeo. L’obiettivo è assicurare un’assistenza adeguata, libera da pressioni esterne, in grado di fornire informazione completa e indipendente ai clinici e ai cittadini, garantendo quella certezza di qualità assistenziale che un sistema di welfare deve poter offrire.

TAG: FARMACISTI OSPEDALIERI, FARMACIA OSPEDALIERA, DIRIGENTI OSPEDALIERI, SINAFO (SINDACATO NAZIONALE FARMACISTI DIRIGENTI DEL SSN)

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