Farmacisti
07 Settembre 2023 Le azioni che possano ridurre l’impatto delle attività e che siano sostenibili stanno toccando anche le farmacie. In Europa esistono già esperienze esportabili basate su strumenti professionali e approccio proattivo dei farmacisti
La crisi climatica, le correlazioni tra inquinamento, ambiente e salute sono tematiche che sollevano una sempre maggiore preoccupazione e da parte della società civile, come di una parte delle aziende, si valutano azioni che possano ridurre l’impatto delle attività e che siano sostenibili anche in un orizzonte temporale più ampio. Fenomeni che stanno interessando anche la farmacia europea, dove, dagli incentivi allo smaltimento dei medicinali, dal deblistering alla formazione, iniziano a vedersi iniziative.
Farmacia green: dall’Europa alcune esperienze esportabili
Il tema è da tempo al centro della riflessione delle associazioni di farmacie e farmacisti un po’ in tutta Europa e, di recente, Venanzio Gizzi, presidente Assofarm, ha riacceso i riflettori, analizzando alcune delle esperienze emerse dagli incontri dell’Unione Europea delle Farmacia Sociali. “Siamo convinti che la farmacia italiana possa impegnarsi maggiormente su tematiche di grande respiro, quale il variegato fronte della sostenibilità” ha spiegato nell’ultimo documento presentato in occasione del bilancio. “Quest’anno, uno dei consueti incontri dell’Unione Europea delle Farmacia Sociali è stato proprio dedicato alla cosiddetta “greener pharmacy", cioè a quelle pratiche e politiche ecologiche volte a ridurre l'impatto ambientale delle attività farmaceutiche”. Un aspetto sottolineato, anche attraverso le esperienze già avviate in Europa sia nelle farmacie comunali sia nelle private, è la necessità e la possibilità che il farmacista ha nell’”incoraggiare una riduzione dell’impiego inappropriato ed eccessivo di farmaci, un obiettivo che potrebbe essere conseguito migliorando la diagnosi e differenziando la prescrizione di farmaci ove non siano strettamente necessari nel breve termine. I farmacisti devono ricevere un’adeguata formazione per prediligere, nei limiti del possibile, le cure preventive e la medicina preventiva e una corretta e appropriata gestione del farmaco con la sensibilizzazione del paziente verso l’aderenza alla terapia e lo stile di vita”. Un ambito in cui l’innovazione digitale può fornire strumenti importanti.
Medicina preventiva, aderenza alla terapia, raccolta farmaci scaduti: ecco alcuni strumenti
Anche sul fronte della raccolta dei farmaci scaduti dall’Europa arrivano best practice positive: “Grazie al loro stretto contatto con i pazienti, i farmacisti si trovano in una posizione privilegiata per raccogliere i farmaci inutilizzati e/o scaduti e smaltirli in maniera selettiva. I farmacisti possono svolgere un ruolo fondamentale per sensibilizzare la collettività locale. Nel nostro Paese, dove queste iniziative sono già avviate, si potrebbe replicare l’esperienza di alcuni paesi europei dove i farmacisti fanno ricorso ai loro programmi fedeltà, attribuendo punti di bonus ai pazienti che riportano in farmacia i loro farmaci inutilizzati e/o scaduti, ottenendo in tal modo un cambiamento positivo nelle abitudini dei pazienti”. Anche l’informazione e l’orientamento al banco verso scelte più green è un utile elemento: “con la giusta preparazione dai farmacisti potrebbero arrivare indicazioni per ridurre l’impatto dei medicinali, preferendo scelte più green. L’impatto potenziale sull’ambiente non è, infatti, limitato al principio attivo. I materiali di confezionamento e gli accessori per la somministrazione del farmaco sono già di per sé elementi a cui prestare attenzione ed è opportuno avere maggiore consapevolezza di questo fatto”.
Formazione diventa cruciale: più attenzione a impatto su ambiente e salute
Tema cruciale è anche quello della formazione: “È necessario integrare il programma di formazione continua dei farmacisti con corsi in tema di impatto ambientale dei farmaci. Sensibilizzando i farmacisti sui problemi in materia di ambiente, si potrebbe innescare una reazione a catena che porti all’adozione di principi eco-responsabili e alla loro attuazione nei diversi aspetti della pratica in farmacia. Occorre poi puntare maggiormente sulla sensibilizzazione della collettività nei confronti dell’importanza della “farmacia eco-responsabile”. Le dimensioni drammatiche e globali del problema ambientale non devono portarci a sottovalutare il peso di un maggiore impegno”.
Deblistering e dosi personalizzate: opportuno avviare riflessione di sistema
Infine, a essere riferito è un altro fondamentale tema, quello del “blisteraggio, un ottimo esempio del ruolo che le farmacie possono giocare sul problema dell’antibiotico resistenza e anche ambientale. È noto che uno degli interventi più efficaci è proprio la personalizzazione delle dosi, che ha il duplice beneficio di impedire l’abuso assuntivo di antibiotici e al contempo di evitare lo spreco di risorse economiche investite in farmaci in esubero rispetto alla terapia prescritta, con effetti anche in termini di ambiente. Stiamo parlando di una pratica che necessita certamente di una messa a sistema e della risoluzione, tutti insieme, di alcune criticità, ma che è tecnicamente alla portata delle farmacie. Sono necessarie oggi risposte sistemiche e complesse per una tematica che non è più rimandabile quale quella ambientale”.
Fip: farmacista ha un ruolo anche nel rilevare le patologie ambientali
Di recente anche dalla Fip sono stati pubblicati i risultati di un report “Sustainability in health care: the role of the pharmacist and pharmacy practice” frutto dei lavori della tavola rotonda di inizio anno che si è posta l’obiettivo di esaminare il duplice ruolo del farmacista “nel contribuire alla sostenibilità ambientale nella propria pratica quotidiana e nell’assistere pazienti affetti da patologie causate da fattori ambientali”. Tra gli strumenti utili nella riduzione dell’impatto ambientale dell’uso dei farmaci vengono citati “screening precoci, attività di pharmaceutical care e di medicine review, follow up per patologia”, anche attraverso la diffusione capillare della farmacia dei servizi e della telemedicina. In questa direzione diventa fondamentale “l’implementazione di strumenti tecnologici come le cartelle cliniche elettroniche, la telemedicina e i sistemi di gestione dei farmaci”. Al contempo, il farmacista è invitato a sviluppare un approccio più “proattivo” soprattutto in riferimento alla consapevolezza delle ricadute sulla salute dell’inquinamento, anche “supportando i pazienti nell’adozione di misure preventive per migliorare il benessere respiratorio”. Di particolare importanza, al riguardo, è l’aggiornamento “sui temi legati all’ambiente e alle sue ripercussioni sulla salute, che si evolvono costantemente e richiedono conoscenza e competenze specifiche. Inoltre, attraverso l’istruzione e la formazione continua, i farmacisti possono essere preparati sui modi più innovativi per smaltire i medicinali”. Nell’ambito della pratica quotidiana e della gestione della farmacia, “è possibile contribuire a ridurre energia e sprechi, attraverso una gestione finalizzata alla sostenibilità”, mentre l’invito rivolto anche alle “organizzazioni farmaceutiche è che vengano sviluppati modelli per misurare l’impatto della pratica farmaceutica sulla salute della popolazione e sulle tematiche ambientali”.
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