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21 Settembre 2023 Diagnosi precoci, farmaci innovativi e rifinimento del fondo per la malattia sono alcune delle proposte dall’Itergruppo parlamentare per l’Alzheimer. Solo in Italia, si stima ci siano 800mila malati
Presa in carico del paziente, rifinanziamento del fondo per l’Alzheimer, implementazione della rete per la diagnosi precoce, sono alcune delle iniziative dell’Intergruppo parlamentare Alzheimer e Neuroscienze condivise in occasione della Giornata mondiale della malattia. In Italia si stimano siano 800 mila le persone con malattia di Alzheimer, ed è essenziale diagnosticare la patologia tempestivamente e avere a disposizione farmaci innovativi.
I numeri dell’Alzheimer
Nel mondo, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), oltre 55 milioni di persone convivono con la demenza, una delle principali cause di disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane. Un dato importante, ancora più eclatante in quanto cresce su base giornaliera, con previsioni che raggiungono i 78 milioni entro il 2030. L'Oms stima che la malattia di Alzheimer e le altre demenze rappresentino la settima causa di morte nel mondo.
Secondo Sandro Sorbi, past president di Airalzh, l’Associazione Italiana Ricerca Alzheimer “la malattia di Alzheimer è la più frequente tra le demenze, visto che ne è affetto circa il 50% dei pazienti. Parliamo di numeri importanti dato che in Italia le persone con qualche forma di demenza sono un milione e mezzo, quindi circa 700-800 mila saranno affetti da Alzheimer”.
Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), circa un milione e 100 mila persone in Italia soffrono di demenza e oltre 600 mila sono malati di Alzheimer. Inoltre, secondo Sorbi, i pazienti con la malattia neurodegenerativa “hanno una sopravvivenza limitata. In Italia – spiega – la sopravvivenza media è di sette/otto anni. Inoltre, si calcola che una famiglia su quattro/una su cinque ha avuto un familiare affetto da demenza”.
Intergruppo parlamentare: presa in carico del paziente e rifinanziamento del fondo
Beatrice Lorenzin e Annamaria Patriarca, presidenti dell’intergruppo parlamentare Alzheimer e Neuroscienze, hanno lanciato l’iniziativa di illuminare di viola, il colore del non ti scordar di me, il fiore simbolo della malattia, Piazza Madama e Piazza Montecitorio, il Ministero della Salute e l’istituto Superiore di Sanità. Hanno aderito all’iniziativa anche le Regioni e gli Irccs appartenenti alla rete Rin, delle neuroscienze e della neuroriabilitazione. Ma non è l’unico proposito.
“Come intergruppo abbiamo l’obiettivo di aiutare la costruzione di un’azione mirata nei confronti della malattia – ha annunciato Lorenzin - Nel caso dell’Alzheimer è necessario realizzare la rete degli interceptor, ovvero della diagnosi precoce, in vista anche dei farmaci che stanno mostrando la loro efficacia, ma anche dei nuovi farmaci in arrivo. Tra gli obiettivi che ci siamo prefissati, come intergruppo parlamentare, c’è la presa in carico del paziente e il rifinanziamento del fondo per l’Alzheimer di 15 milioni di euro”.
Ha aggiunto Patriarca: “Vogliamo attirare l’attenzione su questa malattia perché c’è una speranza che arriva dalla ricerca di un farmaco che può aiutare nella gestione dell’Alzheimer, e dobbiamo essere pronti come sistema sanitario nazionale per permettere una omogeneità di accesso alla cura. Siamo alla vigilia del bilancio, come integruppo parlamentare faremo una battaglia per rifinanziare il fondo per l’Alzheimer”.
Lotta all’Alzheimer: diagnosi precoce e terapie innovative
Nonostante siano già in uso alcuni farmaci per rallentare la malattia, e una sempre maggiore attenzione allo stile di vita e alla riduzione dei fattori di rischio, una diagnosi precoce è essenziale. Questo è anche il tema al centro del Rapporto mondiale Alzheimer 2023 redatto Alzheimer's Disease International (Adi), partner internazionale della federazione italiana. Katia Pinto, presidente della Federazione Alzheimer Italia, ha dichiarato: "C'è ancora molto da fare non solo nel campo della diagnosi tempestiva" di Alzheimer e altre demenze "e del supporto post diagnostico, ma anche per quanto riguarda l'intervento sui fattori di rischio che, secondo una ricerca della Lancet Commission, potrebbe evitare o rallentare fino al 40% dei casi di demenza previsti in tutto il mondo entro il 2050".
L’avvento di nuovi farmaci che per la prima volta sembrano incidere sul decorso, inducendo un importante rallentamento, ha portato nuovo entusiasmo nel campo della malattia di Alzheimer. Lo ha sottolineato Paolo Maria Rossini, responsabile del dipartimento di Scienze neurologiche e riabilitative dell'Irccs San Raffaele Roma che continua ricordando che il 2023 "si è aperto con l'approvazione da parte dell'Fda di un anticorpo monoclonale contro la beta-amiloide il cui percorso approvativo è ora all'attenzione delle autorità dell'Ente europeo per il farmaco”.
"Ci sono diversi farmaci in attesa di terminare la loro Fase III che - se corroborata da risultati positivi- permette poi la richiesta di immissione sul mercato; alcuni di questi sono somministrabili sottocute (come l'insulina per il diabete) e non richiederebbero quindi una onerosa e costosa fase di distribuzione ospedaliera quale quella richiesta per effettuare una flebo. Tra questi mi pare utile segnalare quello con il Valitramilprosato perché sarebbe la prima formulazione assumibile per bocca, che agirebbe non solo su beta-amiloide, ma anche su tau". Al momento però, ha sottolineato Rossini, i dati su questo farmaco arrivano dalla ditta produttrice e non sono stati ancora sottoposti ad un comitato neutrale per poter iniziare il percorso valutativo. "Infine, stanno emergendo ipotesi di trattamento che attualmente dobbiamo ancora considerare sperimentali in cui si utilizzano vari tipi di energie (campi magnetici pulsanti, correnti elettriche di bassa intensità, ultrasuoni focalizzati, onde d'urto) in grado di attivare in modo selettivo (le sonde di stimolazione vengono guidate dalle immagini del cervello di quel determinato paziente tramite tecniche di neuronavigazione) facendo impattare l'energia in uso sulle 'centraline' cerebrali particolarmente importanti per la memoria, l'orientamento, il linguaggio, il tono dell'umore etc…”
Per saperne di più:
https://www.alzint.org/resource/world-alzheimer-report-2023/
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