salute
22 Gennaio 2024 I casi di smil-influenza sono in diminuzione, ma gli esperti consigliano di non abbassare la guardia, in particolare nelle fasce fragili come bambini e anziani
Anche se il numero di casi di sindromi simil-influenzali è in discesa, con una incidenza di 14,1 casi per mille assistiti, registrati nella seconda settimana del 2024 (dati RespiVirNet), non bisogna ancora sottovalutare la possibilità di un contagio. In particolare, le fasce più fragili, come anziani e bambini. Infatti, l’abbassamento di 5 gradi della temperatura dei tessuti interni del naso può dimezzare l'efficacia delle difese del nostro organismo, come verificato da un recente studio. Ecco, quindi, qualche consiglio per affrontare il freddo e i malanni di stagione.
Sorveglianza epidemiologica Iss: in calo i contagi ma la circolazione dei virus è sostenuta
I dati principali dei bollettini di RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità riportano che è in netto calo il numero di casi di sindromi simil-influenzali: nella seconda settimana del 2024 l’incidenza è pari a 14,1 casi per mille assistiti (17,1 nella settimana precedente). L’incidenza è in diminuzione in tutte le fasce di età anche se i più colpiti sono i bambini al di sotto dei cinque anni in cui l’incidenza è pari a 31,7 casi per mille assistiti (34,9 nella settimana precedente). Inoltre, la percentuale dei campioni risultati positivi all’influenza sul totale dei campioni analizzati risulta pari al 29,6%, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (37,4%). Tra i virus influenzali, quelli di tipo A risultano largamente prevalenti (99%) rispetto ai virus di tipo B e appartengono per la maggior parte al sottotipo H1N1pdm09.
"I dati questa settimana confermano il trend in discesa per le sindromi simil influenzali e per tutti i virus respiratori, anche se bisogna sottolineare che la circolazione resta comunque sostenuta, e in alcune regioni l'incidenza è tutt’ora ai livelli di intensità alta c- sottolinea Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss -. Rimangono quindi valide tutte le raccomandazioni, soprattutto per le persone più fragili, a partire dalle vaccinazioni. Sottolineiamo come, anche in una stagione particolarmente intensa come questa la rete di medici e pediatri sentinella, così come quella di laboratori incaricati della caratterizzazione microbiologica dei virus, si stiano rivelando uno strumento prezioso nel monitoraggio della circolazione dei virus respiratori e nel seguire quasi in tempo reale le variazioni".
Areare le stanze per almeno 45 minuti
Il pediatra e professore ordinario di pediatria dell'Università Ludes-United Campus of Malta Italo Farnetani, intervistato da all'Adnkronos Salute. "Con l'arrivo del freddo, sono tre i consigli per i genitori. Sono semplici contromisure a cui spesso non si pensa. Anzi, talvolta si fa proprio il contrario. Organizziamoci invece per convivere con il freddo evitando di favorire la diffusione delle malattie".Inoltre, "Non è il freddo, cioè le basse temperature a far ammalare. La maggior possibilità di contagio si ha quando si sta in ambienti chiusi".
Farnetani consiglia innanzitutto anche quando è molto freddo, di aprire le finestre delle stanze. La durata giusta di ventilazione è di "Almeno 45 minuti al giorno per allontanare sia l'aria 'riciclata' che gli agenti infettanti. Teniamo presente che ogni persona nell'arco di una giornata attraverso la respirazione via naso-bocca utilizza - perciò 'inquina' - l'equivalente dell'aria contenuta in una stanza di 3 metri per 3", calcola.
"Serve pertanto aria pulita e soprattutto quella proveniente dall'ambiente esterno proprio grazie all'apertura delle finestre". Un'operazione che consente anche di "umidificare". Ed è importante, assicura l'esperto, perché "l'aria secca determinata dai riscaldamenti tiene in alto le particelle di polvere cariche di agenti infettivi, mentre l'area umida appesantisce le particelle di polvere e di conseguenza queste cadono al suolo e non possono essere più inspirate".
Difese immunitarie ridotte se la temperatura delle mucose nasali si abbassa di 5 gradi
Uno studio condotto da ricercatori Harvard Medical School e della Northeastern University pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, ha verificato che un abbassamento di 5 gradi della temperatura dei tessuti interni del naso a causa del freddo è in grado di dimezzare l'efficacia della prima difesa del nostro organismo contro virus e batteri.
A questo proposito il past-presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) Francesco Landi, direttore del Dipartimento Scienze dell'Invecchiamento della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, afferma:
"Le vie aeree si proteggono grazie al rilascio nel muco di miliardi di minuscole sacche piene di fluido, chiamate vescicole extracellulari che circondano e attaccano gli 'intrusi' prima che si addentrino nell'organismo. Tuttavia, è sufficiente una riduzione di 5 gradi della temperatura interna delle mucose nasali per mettere fuori gioco e dimezzare la prima linea delle difese immunitarie che vengono messe in atto nel naso".
I geriatri: sì a vaccinare le fasce più fragili della popolazione
"Le persone più esposte - aggiunge il presidente Sigg Andrea Ungar ordinario di Geriatria all'Università di Firenze - sono soprattutto quelle appartenenti alle fasce più anziane della popolazione, tra cui i livelli di copertura vaccinale sono rimasti lontani dai limiti minimi auspicabili, e coloro che non hanno seguito una convalescenza adeguata non dedicando il giusto tempo a recuperare le forze dopo il virus".
Per i geriatri "per difendersi è ancora utile vaccinarsi ed è importante proteggere il naso per cercare di mantenere una temperatura più elevata delle prime vie respiratorie, usando un abbigliamento adeguato ad esempio con l'uso di sciarpe o mascherine nei soggetti più a rischio". Inoltre, conclude Landi, "importanti sono anche una dieta sana ed equilibrata e una regolare attività fisica, associati a specifici integratori, ma sempre indicati dal proprio medico".
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