Omeopatia
16 Ottobre 2024L’oncologia integrativa è un approccio che associa i trattamenti convenzionali, come chirurgia, chemioterapia e radioterapia, a pratiche complementari mirate a migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici. Se ne è parlato a un evento organizzato da Boiron
L'omeopatia in oncologia sta guadagnando attenzione come terapia di supporto nel contesto dell'oncologia integrativa, un approccio centrato sul paziente che combina trattamenti oncologici convenzionali con medicine complementari per migliorare la qualità della vita. All’interno di questo quadro, l’omeopatia viene adottata come cura di supporto per affrontare alcuni effetti collaterali legati ai trattamenti antitumorali, senza ambire a sostituirli. Come hanno sottolineato i relatori intervenuti all’evento “Oncologia Integrativa” organizzato da Boiron il 10 ottobre 2024, il ruolo dell’omeopatia è migliorare il benessere del paziente oncologico attraverso un approccio non invasivo e complementare.
In Italia, la Toscana è stata pioniera nell’introdurre terapie complementari nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Qui, i pazienti oncologici possono usufruire di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) specifici per la medicina integrata, che includono omeopatia, fitoterapia e agopuntura. Questo percorso, come illustrato da Elio Rossi responsabile del Centro Regionale per la Medicina Integrata della Regione Toscana, prevede una collaborazione tra oncologi e medici specializzati in terapie complementari per offrire un supporto più completo ai pazienti.
Anche in Francia, l'omeopatia gioca un ruolo chiave come medicina complementare nell'oncologia. Secondo il rapporto VICAN 5, è la prima medicina complementare scelta dai pazienti oncologici francesi, grazie alla presenza di medici omeopati negli ospedali che collaborano con oncologi per offrire cure di supporto. Questo modello di integrazione ha dimostrato di migliorare non solo la qualità della vita, ma anche la compliance alle terapie antitumorali
La dott.ssa Sara Zucca farmacista, ha approfondito il ruolo del farmacista in questo contesto: con una formazione adeguata, il farmacista diventa un punto di riferimento per il paziente oncologico, in grado di fornire consigli su come affrontare i piccoli disagi della quotidianità legati alla malattia e alle sue terapie. Tra i rimedi consigliati questi sono alcuni esempi. Nux Vomica viene utilizzato in caso di nausea intensa e spasmi legati alla chemioterapia. È indicato per pazienti che soffrono di ipersensibilità e irritabilità causate dai trattamenti. Ipeca è raccomandato in caso di nausea persistente accompagnata da abbondante salivazione e senso di svenimento. Kalium Bichromicum e Mercurius Corrosivus sono utili per la mucosite, una dolorosa infiammazione della mucosa orale che può comparire durante la radioterapia e la chemioterapia. Per la radiodermatite (infiammazione della pelle dovuta alla radioterapia), si utilizzano rimedi come Radium Bromatum, per alleviare l’infiammazione, e Apis Mellifica per ridurre il gonfiore e il rossore. Contro l’ansia e l’insonnia, sintomi frequenti in pazienti oncologici, Gelsemium e Ignatia Amara vengono utilizzati per calmare lo stress e agevolare il sonno.
Marco Lauro, Responsabile del Servizio Scientifico di Boiron Italia, ha citato diverse ricerche e studi clinici che dimostrano come l’omeopatia possa migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici e, in alcuni casi, persino prolungare l’aspettativa di vita. “Sono diverse le ricerche scientifiche che hanno valutato il ruolo dell'omeopatia come beneficio per quanto riguarda la cura verso il paziente oncologico Si è registrata una soddisfazione del paziente oncologico per quanto riguarda il ricevimento della terapia omeopatica, in supporto ovviamente alla cura oncologica”. Uno studio multicentrico randomizzato e controllato, condotto su pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule, ha evidenziato che i pazienti che hanno ricevuto un trattamento omeopatico in aggiunta alle cure convenzionali hanno registrato un prolungamento della sopravvivenza di sette mesi rispetto al gruppo di controllo (16 mesi contro 9 mesi). Questo miglioramento è attribuito a una migliore gestione degli effetti collaterali e a un miglioramento della qualità di vita, favorendo una maggiore adesione ai trattamenti oncologici convenzionali.
“L’omeopatia non cura il cancro – ha ribadito Silvia Nencioni Amministratrice Delegata e Presidente di Boiron Italia, - ma trova il suo posto come cura di supporto alle terapie oncologiche. Può contribuire a migliorare la qualità di vita dei pazienti, prevenire/alleviare alcuni effetti collaterali tipici di queste terapie, come ad esempio: fatigue associata alla malattia e ai trattamenti, nausea persistente, afte. L’omeopatia è la prima medicina complementare utilizzata dai pazienti oncologici. In Francia i pazienti con diagnosi di tumore vengono seguiti dall’equipe di oncologi, radioterapisti, e trovano anche negli ospedali medici esperti in omeopatia per supportarli nella gestione degli effetti collaterali delle cure oncologiche, migliorando, oltre alla qualità di vita e la compliance alle terapie. In Italia Regione Toscana da oltre vent’anni integra omeopatia, fitoterapia e agopuntura nei LEA è la prima regione italiana a dotarsi di un percorso diagnostico terapeutico-assistenziale (Pdta) per la medicina integrativa in oncologia. I pazienti oncologici possono essere trattati, oltre che con le terapie standard, anche con terapie complementari, seguendo indicazioni chiare e condivise da tutti i centri oncologici, all'interno del sistema sanitario regionale”.
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