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22 Novembre 2024Il progetto “Antimicrobico Resistenza: è tempo di agire” rappresenta una risposta concreta e innovativa di Fenagifar alla sfida della resistenza antimicrobica: 15.000 questionari raccolti e 2.000 tamponi effettuati
Con il progetto “Antimicrobico Resistenza: è tempo di agire”, promosso da Fenagifar, i farmacisti di comunità hanno dimostrato quanto possano essere incisivi nella lotta resistenza antimicrobica: nell’arco di tre mesi hanno raccolto 15.000 questionari per valutare la consapevolezza sull’uso degli antibiotici e l’esecuzione di 2.000 tamponi rapidi per lo Streptococco di gruppo A (GAS). I risultati, presentati nel corso di un convegno durante Farmacistapiù 2024, hanno dimostrato l’efficacia del ruolo dei farmacisti nel promuovere un uso appropriato degli antibiotici, migliorare la prevenzione e supportare i medici nella diagnosi e nella prescrizione. Il progetto ha inoltre prodotto uno studio epidemiologico tra i più grandi mai realizzati sul tema, confermando l’importanza della farmacia come presidio sanitario territoriale.
L’antibiotico-resistenza è oggi una delle emergenze sanitarie più preoccupanti in Italia e in Europa. Il nostro Paese si colloca tra i primi in Europa per uso inappropriato di antibiotici, una pratica che rischia di minare l’efficacia stessa di questi farmaci. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno in Europa si registrano 33.000 decessi legati a infezioni resistenti agli antibiotici, e, se non si agisce rapidamente, entro il 2050 l’antibiotico-resistenza potrebbe diventare una delle principali cause di mortalità a livello globale. Da qui nasce l’urgenza di agire con interventi non solo informativi, ma anche capillari e scientificamente fondati. Il progetto “Antimicrobico Resistenza: è tempo di agire” rappresenta una risposta concreta e innovativa alla sfida della resistenza antimicrobica.
Il presidente Fenagifar, il dott. Vladimiro Grieco, ha sottolineato l’importanza di questo progetto e l’importanza fondamentale dell’apporto dei farmacisti per la tutela della salute, dichiarando: “Il progetto è nato dalla collaborazione tra giovani farmacisti, Università e istituzioni di categoria e ha raggiunto risultati straordinari: 15.000 questionari raccolti e 2.000 tamponi effettuati in soli tre mesi. Questo lavoro non solo evidenzia l’urgenza del problema, ma valorizza il ruolo chiave dei farmacisti nella sensibilizzazione e prevenzione. Questo progetto ha inoltre permesso di raccogliere più questionari di quelli raccolti in un anno dall’OMS in 14 Paesi europei, e lo studio epidemiologico che ne è nato sarà probabilmente il più grande al mondo sul tema. Di questo risultato, come federazione nazionale dei Giovani Farmacisti, siamo particolarmente orgogliosi”.
I giovani farmacisti, dichiara, rappresentano il motore del cambiamento, anche nella nostra professione; portano innovazione, energia e nuove prospettive. La capacità di affrontare sfide globali e la sensibilità per alcuni temi, come l’antibiotico-resistenza, dimostra ancora una volta quanto i giovani farmacisti siano parti in gioco e attori fondamentali della categoria per costruire un futuro più consapevole e sostenibile. “Con determinazione e visione, insieme a tutte le sigle di categoria, possiamo fare molto sul tema e trasformare il ruolo del farmacista, ancora di più, in una colonna portante della salute pubblica.”
I farmacisti hanno un ruolo essenziale nella lotta contro l’antibiotico-resistenza, come previsto dalle linee guida del piano PCAR 2022-2025 e dalle direttive del PGEU. Non solo sensibilizzano i cittadini sull’uso corretto degli antibiotici, ma promuovono anche pratiche di igiene come il lavaggio delle mani e la consapevolezza sulle vaccinazioni, fondamentali per prevenire infezioni e resistenze batteriche. Quest’ultima, in particolare, può ridurre significativamente l’uso di antibiotici: con una copertura vaccinale adeguata si potrebbero prevenire fino a 106.000 decessi e ridurre di oltre 142 milioni le dosi giornaliere di antibiotici. Inoltre, il farmacista può svolgere una sorta di triage attraverso i test point of care e collaborando con altri professionisti della salute come i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta può migliorare l’appropriatezza prescrittiva, riducendo le prescrizioni non necessarie e contrastando l'abuso di antibiotici. Uno studio francese, ad esempio, ha dimostrato che, utilizzando il punteggio Centor e i tamponi per lo streptococco, solo il 6,7% dei pazienti con mal di gola necessitava di antibiotici, evidenziando l'origine virale della maggior parte dei casi.
In questo contesto, il dott. Paolo Levantino, segretario Fenagifar, ha sottolineato l'importanza di un impegno collettivo, affermando: “Ogni singolo passo che ciascuno di noi compie può fare la differenza. La salute delle persone, degli animali e dell’ambiente è una questione interconnessa, e il nostro compito, oggi, è proteggere la salute di domani”.
La prf.ssa Paola Brusa e la dott.ssa Francesca Baratta dell’Università di Torino hanno illustrato nel dettaglio le fasi operative in cui si è operativamente svolto il progetto e presentato una sinossi dei dati raccolti. In particolare, conseguentemente ad uno specifico percorso di formazione rivolto ai farmacisti aderenti, le attività sono state organizzate in due fasi: in una prima fase, grazie all’ausilio di un questionario validato dall’OMS, si sono indagate la consapevolezza della popolazione sul fenomeno dell’antimicrobico resistenza, le modalità in cui gli antibiotici vengono utilizzati e la coerenza con le indicazioni del medico prescrittore. Parte dei questionari sono stati autonomamente compilati dagli utenti, parte sono stati somministrati dai farmacisti di comunità.
Nella seconda fase sono poi stati raccolti gli esiti di tamponi per la rilevazione di GAS (streptococco di gruppo A) ed i risultati sono stati correlati con la sintomatologia. I risultati ottenuti sono di grande rilievo in quanto hanno permesso di valutare quanto ancora la conoscenza della popolazione sugli argomenti trattati vada implementata, certamente anche grazie alle attività che la farmacia di comunità può e deve svolgere anche in questo ambito. In quanto ai tamponi per la rilevazione di GAS è risultata chiara la correlazione tra sintomatologia, esito del tampone ed età: fattori essenziali da considerare affinché l’esecuzione mirata del tampone in farmacia di comunità possa rivelarsi un utile strumento per il medico nella prescrizione della corretta terapia.
Il dott. Giacomo Operti, vicepresidente Fenagifar, ha sottolineato con entusiasmo come il progetto abbia superato le aspettative, raggiungendo pienamente i suoi ambiziosi obiettivi. Ha messo in luce la complessità organizzativa dietro questa iniziativa, che ha coinvolto oltre 900 farmacisti partecipanti, grazie alla sinergia tra Fenagifar, l'Università di Torino, Federfarma e SFI. Operti ha poi rivolto un messaggio ispirante ai giovani farmacisti e alle associazioni di categoria, esortandoli a proseguire sulla strada dell'innovazione, sviluppando ulteriori progetti capaci di rafforzare la professione e migliorare la salute pubblica.
In conclusione, tutte le figure coinvolte sottolineano che tale progetto rappresenta non solo un esempio virtuoso di collaborazione e innovazione, ma anche un segnale concreto che il cambiamento è possibile quando si agisce con determinazione e spirito di squadra.
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