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10 Gennaio 2025Con il nuovo Codice della Strada aumentano i dubbi su quali farmaci possano compromettere la guida. Medici e farmacisti chiedono chiarimenti al Ministero per tutelare i pazienti in terapia e garantire la sicurezza sulle strade
Nel nuovo codice della strada, entrato in vigore il 14 dicembre, è stato modificato l’articolo 187 attinente alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope. Il reato e le relative sanzioni si configurano se il guidatore risulta positivo a specifici accertamenti eseguiti sui propri liquidi biologici (saliva, sangue, urine) ma non è stata indicata formalmente una lista di sostanze e farmaci, e al momento, non ci sono linee guida per i pazienti in terapia farmacologica. A fronte di questo, i pazienti si interrogano rispetto ai farmaci e alle dosi consentite (in particolare da chi è in terapia farmacologica con oppioidi), ma anche i medici e i farmacisti sono in attesa di chiarimenti per dare risposte corrette.
Secondo l’articolo 187 Chiunque venga trovato alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope è soggetto a severe sanzioni, che includono un’ammenda tra 1.500 e 6.000 euro e l’arresto da sei mesi a un anno (art. 187 CdS, comma 1). A ciò si aggiunge la sospensione della patente di guida per un periodo compreso tra uno e tre anni.
“Molte persone chiedono informazioni rispetto alla permanenza di sostanze onde evitare di incorrere in sanzioni ma, soprattutto, rispetto ai farmaci da usare o meno e in quali dosi – spiega sul Corriere Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia-Romagna –. Tuttavia, siamo noi i primi a essere in attesa di chiarimenti dal ministero perché, al momento, non ci sono linee guida precise per i pazienti in terapia farmacologica, non c’è una lista dei farmaci e non ci sono indicazioni specifiche sulle dosi oltre le quali è impedita la guida. Aspettiamo chiarimenti dal ministero, al quale abbiamo già scritto”.
Attualmente, non c’è un elenco ufficiale di medicinali, ma a sollevare l’attenzione di pazienti guidatori e medici, come spiegano diversi studi legali online, sono i farmaci a base di morfina, le sostanze analgesiche oppiacee, i medicinali a base di cannabis, le benzodiazepine e i barbiturici. Ma potrebbero esserci problemi nel caso di assunzione i antistaminici, antidolorifici oppioidi, ansiolitici e sedativi, farmaci per la pressione e antidepressivi triciclici: ossia, farmaci, anche di uso comune, che possono avere controindicazioni sulla capacità di guida (come, ad esempio, sonnolenza e alterazione della concentrazione).
Nelle scorse settimane docenti e medici, in particolare riferimento alle terapie del dolore a basa di farmaci oppiacei hanno scritto una lettera aperta, chiedendo di armonizzare l’articolo 187 del nuovo Codice della strada – relativo alla guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti – con l’esigenza di tutelare i pazienti in trattamento con farmaci oppioidi. Il rischio è equiparare “la condotta di chi si mette alla guida in stato di alterazione, dovuto all’abuso di sostanze stupefacenti per scopi ricreativi, alla condotta di chi, invece, è in terapia farmacologica con oppioidi sotto controllo medico, peraltro senza che sia riscontrabile uno stato psicofisico tale da pregiudicare effettivamente la sicurezza personale e della collettività”
Nella lettera i medici evidenziano che l’attuale normativa non prevede una valutazione concreta dell’effetto di tali farmaci sull’abilità di guida: “Non è, infatti, richiesta una verifica delle condizioni del conducente che possano attestare l’eventuale alterazione delle capacità motorie e cognitive”. Questo approccio potrebbe portare all’equiparazione tra chi guida in stato di alterazione per abuso di sostanze e chi è sotto terapia controllata, senza alcuna alterazione delle capacità psico-fisiche.
Gli oppioidi sono farmaci fondamentali per i pazienti che soffrono di dolore cronico, secondo quanto stabilito dalla Legge 38 del 2010, che garantisce il diritto a cure palliative e terapie del dolore. I medici ricordano che circa 10 milioni di italiani soffrono di dolore cronico e che molti di loro utilizzano oppioidi secondo le Linee Guida internazionali, sotto stretta supervisione medica, per gestire la propria condizione e mantenere una vita autonoma e attiva.
La lettera sottolinea che impedire loro di guidare potrebbe avere conseguenze gravi, come il rischio di isolamento sociale e lavorativo. “Il timore di incorrere in sanzioni potrebbe anche disincentivarli dal seguire correttamente le terapie, con ripercussioni sulla loro salute e qualità di vita”, si legge nel testo.
Infine, i firmatari chiedono che, nell’attuazione del nuovo Codice, venga istituito “un sistema di congruo apprezzamento della singola fattispecie personale, in grado di distinguere e tutelare i diritti dei pazienti rispetto alle situazioni di uso ricreativo di sostanze a base di oppioidi”, bilanciando così le esigenze di sicurezza stradale con i diritti dei pazienti.
Sul tema era intervenuta anche l’associazione professionale polizia locale d’Italia: Bisogna trovare una sintesi – spiega il presidente Roberto Benigni –. In poche parole: con il nuovo codice, il malato può risultare positivo anche se è lucido, perché le componenti di alcuni farmaci risultano rilevabili anche a distanza di ore e giorni. Quindi, si può essere esaurito l’effetto diciamo ‘annebbiante’, ma non per gli organi di polizia. E ricordiamo che violando l’articolo 187 riformato, si rischia la patente”.
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