salute
21 Marzo 2025Dagli esperti un vademecum per affrontare le allergie ai pollini e alle punture di insetto: dai test diagnostici alle cure disponibili, fino alle misure di prevenzione più efficaci per proteggere i bambini dalle conseguenze delle reazioni allergiche
Rinite e congiuntiviti allergiche e reazioni a punture di insetti sono diversi modi con cui si manifestano le allergie in particolare a partire dalla primavera che, se non gestite nei sintomi respiratori e cutanei possono peggiorare in particolare nei bambini: nel 2024 sono stati quasi 500 gli accessi al pronto soccorso dell’Ospedale per punture di insetti. Gli esperti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma hanno stilato un vademecum per affrontare queste allergie, dai test diagnostici alle cure disponibili, fino alle misure di prevenzione più efficaci per proteggere i più piccoli.
La rinite allergica nei paesi occidentali interessa il 10-30% della popolazione e in Italia ogni anno circa 9 milioni di persone ne soffrono per la presenza di pollini nell’aria e 4 milioni devono ricorrere alle cure. La diagnosi di allergia ai pollini si basa principalmente sulla storia clinica del bambino e sulle prove allergologiche, come il prick test.
La rinite allergica è un’infiammazione della mucosa del naso che causa la comparsa di una serie di sintomi come salve di starnuti (starnuti che si succedono in modo ravvicinato), rinorrea (naso che “gocciola”), ostruzione (naso “chiuso”) o prurito nasale. Gli antistaminici sono i farmaci più importanti per la cura della rinite allergica. L’istamina è una dei principali mediatori delle reazioni allergiche. Gli antistaminici si legano al suo recettore bloccandone gli effetti. L’uso dell’antistaminico permette di ridurre il numero degli starnuti, il prurito e le secrezioni nasali.
L’asma è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi provocata dal broncospasmo, ossia dal rapido restringimento dei bronchi. In queste condizioni, si ha difficoltà a respirare, con l’emissione di caratteristici suoni respiratori (rantoli o fischi) e accessi di tosse secca, stizzosa. Nei casi più seri può verificarsi anche dispnea, cioè la cosiddetta “fame d’aria”. I sintomi sono diversi da individuo a individuo e possono essere più o meno gravi. Solitamente la cura viene scelta in base alla gravità dell’asma. Tutti i pazienti con asma persistente meritano una terapia di fondo (a lungo termine) con farmaci antinfiammatori come i cortisonici inalatori che possono essere associati a broncodilatatori a lunga durata d’azione (broncodilatatori “long-acting”), sempre da inalare, che agiscono più a lungo dei broncodilatatori “classici”. Infine, se l’asma si manifesta principalmente in seguito a sforzi fisici, normalmente ci si affida ai farmaci antileucotrienici.
Con il termine congiuntivite allergica si indicano almeno 4 diversi tipi di malattia allergica oculare: la congiuntivite allergica propriamente detta, quella cioè legata a sensibilizzazione allergica; la cheratocongiuntivite primaverile; la cheratocongiuntivite atopica (associata a dermatite atopica di una certa gravità); la congiuntivite papillare gigante, legata all’uso di lenti a contatto o protesi oculari. Le ultime 2 forme non riconoscono una causa allergica, ma causano sintomi e segni oculari sovrapponibili a quelli della congiuntivite allergica, con la quale spesso vengono confuse. Tutti gli antistaminici per bocca hanno una qualche efficacia nella congiuntivite allergica. Poiché la congiuntivite allergica è spessa associata alla rinite allergica, gli antistaminici possono essere una terapia utile per entrambe le patologie. Gli antistaminici riducono la necessità di terapia topica con spray nasali e colliri, da usare solo al bisogno. Per trattare la congiuntivite allergica possono essere utilizzati anche degli appositi colliri, che sono di tre tipi: stabilizzatori della membrana mastocitaria, il cui uso va iniziato alcune settimane prima dell’inizio della stagione; antistaminici, che hanno principalmente la funzione di bloccare la sostanza che scatena l’allergia; cortisonici, che hanno principalmente la funzione di spegnere l’infiammazione.
I mesi estivi e autunnali sono i periodi più rischiosi per le punture di insetti con pungiglioni (imenotteri): vespe, calabroni, bombi e api. È importante riuscire a distinguere una reazione normale da una reazione allergica. Diversi insetti con pungiglione quando pungono iniettano sostanze nocive che provocano bruciore, rossore, dolore e prurito. Si tratta di reazioni del tutto normali se localizzate nella sede della puntura e se limitate nell'estensione, nella gravità e nella durata.
Si parla invece di allergia al veleno degli insetti quando la reazione locale è troppo estesa, grave e duratura. In qualche caso viene interessata gran parte di un braccio o di una gamba, ma il massimo allarme deve essere considerato quando una reazione colpisce lontano: per esempio se, punto su una mano, il paziente presenta orticaria sul tronco. Il rigonfiamento raggiunge un picco massimo entro le 48 ore e può durare fino a 7-10 giorni. A volte si presentano anche febbre (lieve rialzo della temperatura corporea), spossatezza e nausea. Le punture di imenotteri scatenano reazioni allergiche in circa 2 persone su 100. Fortunatamente, tra i bambini il fenomeno è molto meno frequente che negli adulti.
“In caso di reazione allergica grave, la somministrazione tempestiva di adrenalina è la terapia salvavita – spiegano gli esperti – È importante che i bambini a rischio abbiano sempre con sé l’adrenalina autoiniettabile e che i genitori siano adeguatamente istruiti sul suo utilizzo”. In occasione di gite o passeggiate, consigliano di applicare alle parti non coperte dagli abiti un repellente per insetti, i più efficaci contengono il 50% di dietiltoluamide. In caso di puntura, rimuovere immediatamente il pungiglione, applicare impacchi freddi e, se necessario, ricorrere a una visita specialistica dall’allergologo.
L’immunoterapia desensibilizzante, nota anche come "vaccino anti-allergico", è l’unica terapia in grado di ridurre il rischio di reazioni gravi alle punture di insetti e all’esposizione ai pollini. Consiste nella somministrazione controllata di dosi crescenti dell’allergene, per un periodo di 3-5 anni, ed è indicata nei bambini con allergie particolarmente severe. Le malattie per cui è documentato un beneficio dell’immunoterapia specifica comprendono la rinite e la congiuntivite allergica, l’asma allergico e l’ipersensibilità al veleno di imenotteri. “Nei bambini con reazioni allergiche importanti, la vaccinazione specifica è essenziale per garantire una protezione efficace e sicura nel tempo. I vaccini antiallergici rappresentano oggi l’unica terapia in grado di educare il sistema immunitario curando così la causa dell’allergia e non solo i sintomi”.
Fonte:
https://www.ospedalebambinogesu.it/allergie-primavera-consigli-esperti-ospedale-170903/
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