farmacisti
23 Aprile 2025Nelle farmacie territoriali e ospedaliere del Veneto mancano i farmacisti, da ciascun Ordine del territorio arrivano una media di 60-70 segnalazioni di fabbisogno all'anno. Bellon (Federfarma) e Realdon (Ordine) fanno il punto sulle conseguenze della crisi professionale
La maggior parte delle farmacie del Veneto è sottorganico e se non si riescono a trovare le figure necessarie si è costretti a rinunciare all’attività tagliando i servizi forniti. Lo sottolinea Andrea Bellon presidente di Federfarma Veneto che su diverse testate locali riporta le criticità quotidiane dei suoi colleghi alle prese con la difficoltà generale di reclutare farmacisti.
“Solo a Venezia le richieste di farmacisti in questo periodo sono una quarantina. Il personale è un problema: non si trova. La maggior parte dei colleghi è sottorganico - spiega Bellon, - questo significa che, se non si riescono a trovare le figure necessarie, si è costretti a rinunciare all’attività tagliando i servizi forniti. Il punto è che con la farmacia dei servizi, che ci sta dando grandi soddisfazioni, serve più personale e a volte basta anche solo una persona in meno per sentire la differenza ed essere in difficoltà. Un tempo molti farmacisti arrivavano dal Sud, ma ora non è più così sia perché il comparto non ha problemi di disoccupazione neppure nel Meridione, sia perché chi viene qui ha difficoltà a trovare alloggio e il costo della vita è poi molto alto. Per questo chi offre lavoro, a volte, si fa carico di fornire anche l’abitazione: diversamente il problema non è facilmente risolvibile”. E se le singole attività prediligono la forza lavoro nazionale le catene di farmacie iniziano a reclutare fuori dai confini nazionali.
“La carenza c'è: il problema si è fatto sentire qualche anno fa, è cresciuto con il Covid e finita la pandemia non ci siamo mai più riequilibrati - conferma Federico Realdon, presidente dell’Ordine di Verona e della Consulta degli Ordini dei Farmacisti del Veneto. - In Veneto siamo 6 mila farmacisti; da ciascun Ordine del territorio arrivano una media di 60-70 segnalazioni di fabbisogno all'anno”. In Veneto gli ordini sono 7 quindi si parla di richieste tra le 350 e le 500. “Il problema interessa anche quelle ospedaliere e questo un po' in tutte le aree del Veneto - sottolinea Realdon. - La mancanza di personale rischia poi di mettere in difficoltà i reparti”.
I motivi del fenomeno sono ben noti alla categoria, dal balance lavoro-vita privata alla retribuzione economica, in un circolo che si autoalimenta: “La professione sta evolvendo e cambiando, forniamo nuovi servizi sanitari a favore dei cittadini. Questo permette ai pazienti minori attese, esami ben fatti e con referti sicuri. Ovviamente l'aumento di attività comporta la necessità di incrementare il personale” aggiunge Realdon. Il rischio, già segnalato più volte dal territorio è che farmacie si ritrovino costrette a tagliare servizi.
Per Bellon quella del farmacista è una professione da consigliare ai giovani: “La laurea dà sbocchi molto ampi e garantisce un’occupazione immediata dopo l’Università. Lavorando in farmacia c’è il contatto con i cittadini perché noi siamo presidio sul territorio. Le gratificazioni professionali sono davvero molte. Vorremmo dare visibilità agli aspetti positivi del nostro lavoro, al valore aggiunto che ricopriamo in quanto attività di vicinato. Le istituzioni, però, dovrebbero aiutarci a valorizzare queste caratteristiche, favorendo maggiori incontri con le scuole superiori, a fini orientativi”.
Realdon suggerisce di potenziare lo strumento dell'alternanza scuola-lavoro: “In tal modo possiamo far conoscere loro la nostra attività, far vedere cosa facciamo. E questo potrebbe indirizzarli verso la professione. Insomma, si tratta di puntare molto sulla comunicazione” e ricorda che tre anni fa è stato attivato il corso di laurea di Verona che ha raccolto circa 60 iscritti.
“Si tratta di una laurea molto richiesta - conferma Bellon, - il 70% circa lavora ancora sul territorio, ma la richiesta è alta anche nel mondo della Pubblica Amministrazione e nelle aziende, ricordiamoci che l’Italia è tra i leader mondiali nella produzione di farmaci e integratori, diversi poi vanno nelle farmacie ospedaliere, le opzioni sono tante”.
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