farmacie comunali
02 Luglio 2025Nel suo intervento alla 43ª Assemblea Generale di Assofarm (Pistoia, 26 giugno 2025), il presidente Luca Pieri esprime con chiarezza la visione strategica della Federazione per il futuro delle farmacie comunali. Ecco i messaggi chiave che emergono dal suo discorso

Rafforzamento della Farmacia dei Servizi, valorizzazione del ruolo del farmacista anche come promotore di salute, superando limiti normativi che frenano l’innovazione – come nel caso del deblistering – urgenza di affrontare con misure strutturali la carenza di professionisti con un rinnovo del contratto collettivo che tenga conto sia della sostenibilità economica che della valorizzazione del personale. Son alcuni dei temi toccati dalla relazione del presidente di Assofarm Luca Pieri alla 43ª Assemblea Generale, svoltasi a Pistoia il 26 giugno 2025.
Pieri rivendica con forza l'impegno di Assofarm nel consolidare la Farmacia dei Servizi come pilastro della sanità di prossimità. Riconosce le difficoltà legate a un quadro normativo ancora frammentato e alla necessità “di ottenere il pieno riconoscimento del ruolo del farmacista”. Ma sottolinea anche i progressi ottenuti come “la promozione attiva dell’integrazione con la medicina generale e le iniziative di prevenzione sono state centrali. Nonostante si sia ormai evidentemente formato un ampio fronte di stakeholder sanitari (perlopiù privati) contrario a questa importante riforma, è molto incoraggiante notare che diverse regioni hanno attivamente incluso la Farmacia dei Servizi in progetti di sperimentazione, delineando percorsi innovativi”.
Tra questi Pieri cita le “potenzialità ancora inespresse è il deblistering, la pratica di riconfezionare i farmaci in dosi personalizzate” frenata da un “limbo normativo: nonostante non vi siano divieti espliciti ma manchi una legge organica”.
“Per Assofarm, il deblistering rappresenta un servizio ad alto valore aggiunto per i pazienti cronici e politerapizzati, migliorando l’aderenza terapeutica e riducendo gli sprechi. Per questo, sosteniamo con forza la necessità di una remunerazione specifica per il farmacista che eroga tale servizio e il rafforzamento della figura del Farmacista di famiglia quale coordinatore del percorso di cura. Auspichiamo un intervento legislativo nazionale che definisca univocamente procedure e standard, superando l’attuale incertezza e garantendo un adeguato riconoscimento economico, così da rafforzare la sinergia tra farmacia e medicina generale a beneficio di tutti”.
Assofarm rilancia il dibattito sulla figura del farmacista prescrittore, chiarendo che per la Federazione il concetto di "prescrizione" va oltre la redazione della ricetta medica, restando competenza esclusiva dei medici. Il farmacista, invece, dovrebbe essere riconosciuto come prescrittore di farmaci da banco (OTC e SOP) e soprattutto di buone pratiche per la salute, nell’ambito di una presa in carico condivisa del paziente con medici e infermieri. Una figura già consolidata in altri Paesi europei, che Assofarm intende approfondire e promuovere a partire da settembre, anche attraverso due momenti di confronto: l’Officina di Galeno e l’incontro della EUFS.
Pieri torna anche sul tema della carenza di personale nelle farmacie: “la sua intensità attuale ci impone una riflessione profonda e ridurre il problema ai soli aspetti economici, come i salari ritenuti insufficienti, è una semplificazione che non rende giustizia alla complessità della situazione”.
Secondo l’analisi di Assofarm, accanto alla necessità di rendere le retribuzioni “più competitive”, pesano in maniera significativa altri fattori, primo fra tutti la scarsa considerazione sociale della figura del farmacista. Nonostante il ruolo sempre più centrale della farmacia come presidio sanitario territoriale, la percezione collettiva spesso continua a relegare il farmacista a semplice dispensatore di farmaci, ignorando la dimensione consulenziale, la formazione continua e la responsabilità professionale che oggi caratterizzano la professione.
Un altro elemento cruciale riguarda le condizioni lavorative: turni prolungati, aperture nei festivi, guardie notturne e ritmi intensi, soprattutto nelle zone rurali o molto frequentate, rendono difficile la conciliazione tra lavoro e vita privata. Questo aspetto pesa in particolare sulle donne, che rappresentano circa l’80% del personale impiegato nelle farmacie comunali, e che spesso si trovano costrette a scegliere tra carriera e famiglia, talvolta abbandonando la professione.
Pieri evidenzia dunque la necessità di un approccio multifattoriale: serve non solo un adeguamento salariale, ma anche un’azione decisa per restituire prestigio e attrattività alla professione, oltre a un ripensamento dell’organizzazione del lavoro in chiave più flessibile e sostenibile. Solo così sarà possibile attrarre nuovi farmacisti e trattenere quelli già in servizio, garantendo continuità e qualità all’assistenza sanitaria territoriale.
Pieri ha definito il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) un passaggio “fondamentale per garantire condizioni di lavoro adeguate e valorizzare il personale delle nostre farmacie”. La trattativa è in corso e, secondo Pieri, sta procedendo con spirito costruttivo da parte di tutte le delegazioni coinvolte. Tuttavia, ha ammonito contro il rischio di danneggiare il negoziato con dichiarazioni premature: “Questo è un momento particolarmente delicato - ha spiegato - nel quale troppe anticipazioni potrebbero compromettere il buon esito del processo”.
Il presidente ha poi affrontato il tema del legame tra salari e sostenibilità economica, sottolineando che “non si deve banalizzare il rapporto tra redditività e salari”. Sebbene molte farmacie comunali presentino bilanci solidi, un’eccessiva compressione degli utili – ha avvertito – potrebbe indurre i Comuni a dismettere la proprietà delle farmacie, come già accaduto e cederle a grandi gruppi in seguito al calo dei ricavi.
Pieri ha anche posto l’attenzione sull’obbligo formativo dei farmacisti, reso più complesso dalla recente riassegnazione, nell’ambito della Convenzione con il SSN, dello 0,15% dei fondi destinati alla formazione. Questi, infatti, sono stati dirottati a sostegno delle farmacie con fatturato inferiore ai 300.000 euro. Di fronte a questa nuova realtà, Assofarm propone “di unire le forze in un progetto formativo comune”, facendo leva sull’esperienza ventennale della piattaforma FCR di Reggio Emilia, capace di offrire percorsi di qualità a costi contenuti.
Per rendere questa soluzione accessibile a tutte le farmacie associate, Pieri suggerisce di integrare il progetto nel nuovo CCNL. E rivolge un appello alle aziende presenti affinché sostengano con convinzione questa iniziativa, che “rafforzerebbe le competenze dei nostri professionisti” e rappresenterebbe “un segno tangibile dell’unicità e della missione sociale delle Farmacie Comunali”. Una volta raccolto il consenso, l’iniziativa sarà estesa a tutte le associate, per garantire che “nessuno venga lasciato indietro nel percorso di crescita e innovazione del settore”.
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