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07 Novembre 2025

Farmaci automedicazione, Censis: in Italia self-care maturo. Farmacisti, medici e foglietto illustrativo sono i riferimenti

Secondo il nuovo Rapporto Censis realizzato per Assosalute, in Italia l’automedicazione si fonda su un elevato livello di alfabetizzazione sanitaria, maturato nel tempo e radicato nella cultura della responsabilità individuale

di Redazione Farmacista33


Farmaci automedicazione, Censis: in Italia self-care maturo. Farmacisti, medici e foglietto illustrativo sono i riferimenti

In Italia l’alfabetizzazione sanitaria è maturata nel tempo e si è radicata nella cultura della responsabilità nella gestione autonoma dei piccoli disturbi di salute su cui si fonda l’automedicazione. Gli italiani, infatti, leggono e utilizzano il foglietto illustrativo dei farmaci, verificano le informazioni e si affidano in modo privilegiato al confronto con i professionisti. Il medico di medicina generale (48,2%) e il farmacista (47,9%) restano le figure di riferimento centrali per orientarsi nelle decisioni di cura, mentre un ricorso più limitato riguarda le ricerche online (24,1%). Il quadro emerge dal nuovo Rapporto Censis realizzato per Assosalute sull’automedicazione responsabile.

Automedicazione un modello virtuoso da preservare

Secondo i dati del Censis, gli italiani non solo riconoscono l’importanza e l’utilità del foglietto illustrativo, a cui fanno largamente riferimento, ma si muovono con cautela nel panorama informativo, privilegiando il consiglio di medici e farmacisti (86,6% li consulta almeno occasionalmente, in caso di dubbi) e mostrando una propensione spiccata a verificare le informazioni. Proprio medici e farmacisti sono infatti percepiti come pilastri equivalenti: la loro presenza rappresenta una garanzia di affidabilità e “umanizzazione” nel rapporto con il cittadino.

Le fonti di informazione sono molteplici, ma la centralità dei professionisti sanitari resta indiscussa: il 48,2% si rivolge al medico di medicina generale, il 47,9% al farmacista, mentre solo il 24,1% cerca informazioni online (Google), riconfermando il valore della relazione e dell’esperienza umana rispetto al mondo virtuale.

“L’automedicazione responsabile ha un valore sociale e sanitario straordinario: consente ai cittadini di gestire in autonomia, o con il consiglio del farmacista e poi del medico di famiglia, i piccoli disturbi, contribuendo a un uso più efficiente delle risorse del Servizio Sanitario - ha dichiarato Michele Albero, Presidente di Federchimica Assosalute. - I farmaci di automedicazione sono parte integrante della quotidianità degli italiani e hanno favorito la diffusione di una cultura sanitaria, basata su responsabilità e consapevolezza. Oggi, in un contesto di informazione sempre più accessibile e immediata è essenziale saper distinguere il dato scientifico dal contenuto fuorviante per preservare la qualità della nostra cultura della salute”.

Intelligenza artificiale trasforma approccio a informazione sulla salute

Il Rapporto Censis mostra che la trasformazione digitale e l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale stanno modificando in modo significativo le modalità con cui gli italiani si informano sulla salute: quasi uno su due, il 49,6%, utilizza già chatbot e strumenti di IA per cercare indicazioni su piccoli disturbi e farmaci da banco, percentuale che supera il 70% tra i più giovani. Sebbene la maggior parte mantenga un approccio consapevole, è in crescita la quota di chi si affida all’IA senza verifiche: il 37% non approfondisce le informazioni, e il 17,3% si limita a confrontarle solo con ciò che trova su internet o sui social, esponendosi al rischio di rimanere intrappolato in una “bolla” informativa. Non è un dato marginale se si considera che il 37,9% degli italiani dichiara di essersi imbattuto in fake news sulla salute, e da qui deriva una forte domanda di garanzie: il 77,6% chiede infatti informazioni certificate e il 65,8% auspica la creazione di app o portali ufficiali dedicati ai piccoli disturbi e all’automedicazione.

La ricerca sottolinea però anche il potenziale positivo dell’IA, se utilizzata come supporto e non come sostituto della relazione professionale: il 44,8% ritiene che diventerà sempre più affidabile, ma il 75,9% considera comunque insostituibili le competenze di medici e farmacisti. Il valore aggiunto risiede quindi nell’integrazione tra strumenti digitali e rapporto umano, perché il vero rischio non è solo la perdita di alfabetizzazione sanitaria, ma la sua regressione se non si investe nel guidare i cittadini verso un uso critico delle nuove tecnologie.

TAG: FARMACI DA BANCO, AUTOMEDICAZIONE

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