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consumo di farmaci

10 Novembre 2025

Consumo farmaci, stabile ma costi in crescita: antiobesità impattano su spesa privata, raddoppio degli psicofarmaci in età pediatrica. Il Rapporto OsMed 2024

Presentato il Rapporto OsMed 2024: consumi di farmaci sostanzialmente stabili, ma una spesa complessiva in aumento trainata da terapie innovative e acquisti ospedalieri; cresce la spesa a carico dei cittadini e si registra un incremento delle prescrizioni di psicofarmaci in età pediatrica e dei farmaci antiobesità

di Redazione Farmacista33


Consumo farmaci, stabile ma costi in crescita: antiobesità impattano su spesa privata, raddoppio degli psicofarmaci in età pediatrica. Il Rapporto OsMed 2024

Nel 2024 in Italia i consumi di farmaci sono rimasti complessivamente stabili, con quasi 2 dosi al giorno per abitante, ma la spesa ha continuato a crescere, trainata soprattutto dalle terapie innovative e dagli acquisti ospedalieri. I farmaci cardiovascolari si confermano i più utilizzati, seguiti da quelli per l’apparato gastrointestinale e metabolismo e da quelli per il sangue. A incidere maggiormente sul bilancio pubblico sono gli antitumorali e immunomodulatori, che rappresentano da soli oltre 8 miliardi di euro di spesa, seguiti dai cardio-metabolici.
Sul versante privato, i cittadini hanno speso oltre 10 miliardi di euro, tra farmaci di classe C, OTC e SOP e medicinali di classe A acquistati fuori dal rimborso. Si continua spesso a preferire il farmaco di marca rispetto all’equivalente, soprattutto regioni del Sud, dove la differenza di prezzo genera una quota più elevata di compartecipazione. Tra i farmaci più acquistati out of pocket si confermano colecalciferolo, amoxicillina/acido clavulanico e ibuprofene, insieme agli ansiolitici (benzodiazepine), agli analgesici e ai prodotti per la disfunzione erettile nella classe C. Cresce inoltre la spesa privata per gli analoghi del GLP-1 utilizzati per la perdita di peso, con la semaglutide che entra per la prima volta tra le molecole ai primi posti per spesa out of pocket, trainata dall’aumento dei consumi. Questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei medicinali in Italia, realizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) presentato oggi a Roma. Questi i capitoli principali messi in evidenza dall’Aifa.

Spesa farmaceutica in crescita

Nel 2024 la spesa farmaceutica complessiva ha raggiunto 37,2 miliardi di euro, registrando un incremento del 2,8% rispetto all’anno precedente. Di questa cifra, il 72% è stato rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale, che ha sostenuto una spesa pubblica pari a 26,8 miliardi di euro (+7,7%). La spesa territoriale pubblica, comprensiva della convenzionata e dell’erogazione in distribuzione diretta e per conto, è stata pari a 13,7 miliardi di euro, in aumento del 5,1% rispetto al 2023, un andamento dovuto anche all’incremento della spesa per i farmaci di classe A erogati in distribuzione diretta (+4,6%) e per conto (+10,9%).

Parallelamente, la spesa per i farmaci acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche ha raggiunto 17,8 miliardi di euro (+10%), sostenuta sia dall’aumento dei consumi (+4,7%) sia dall’incremento del costo medio delle terapie (+4,8%). Rimane consistente anche la spesa privata, pari a 10,2 miliardi di euro, che comprende ticket, differenze di prezzo tra originatori ed equivalenti, acquisti privati di farmaci rimborsabili e farmaci di classe C non coperti dal SSN. Nel confronto europeo, la spesa farmaceutica pro capite in Italia è pari a 672 euro, inferiore rispetto a Germania, Austria e Belgio, ma superiore alla media dei Paesi europei. Anche sul fronte dei prezzi l’Italia si conferma tra i Paesi con i costi medi più contenuti, garantendo al contempo una ampia disponibilità di terapie, comprese quelle innovative.

Consumi stabili: quasi due dosi al giorno

Nel 2024 sono state consumate 1.895 dosi di medicinali ogni 1000 abitanti al giorno, quindi circa 1,9 dosi di farmaco, di cui il 70,8% a carico del SSN e il restante 29,2% acquistato privatamente. Attraverso la dispensazione sul territorio, pubblica e privata, sono state dispensate quasi 2 miliardi di confezioni, in leggera diminuzione rispetto al 2023. Il 68% degli assistiti ha ricevuto almeno una prescrizione di farmaci, le donne (72,1%) i particolare per antibiotici (utilizzati per il trattamento delle infezioni delle vie urinarie), antianemici e farmaci del sistema nervoso centrale, in particolare antidepressivi.

Tra i farmaci rimborsati dal SSN, quelli per il sistema cardiovascolare risultano i più utilizzati, con oltre 523 dosi giornaliere ogni mille abitanti, e rappresentano la seconda voce di spesa dopo gli antitumorali e immunomodulatori, che restano la categoria più onerosa per il Servizio sanitario, con circa 8,2 miliardi di euro. Seguono, per consumi, i medicinali per l’apparato gastrointestinale e il metabolismo. Al terzo posto per utilizzo si collocano i farmaci del sangue e degli organi emopoietici, mentre quelli del sistema nervoso centrale si pongono al quarto posto per consumi, pur mantenendo un impatto economico più contenuto rispetto alle categorie a maggiore peso di spesa.

Farmaci pediatrici: in aumento le prescrizioni di psicofarmaci 

Nel 2024, circa il 50% dei bambini e adolescenti ha ricevuto almeno una prescrizione, soprattutto per antinfettivi seguiti dai farmaci dell’apparato respiratorio e dai preparati ormonali con un incremento dei consumi rispetto al 2023. I farmaci del sistema nervoso centrale (antiepilettici, antipsicotici, antidepressivi e psicostimolanti) sono al quarto posto tra i più prescritti, con un consumo pari all’8% del totale e un aumento del 4,1% rispetto al 2023.

Dal 2016 sono più che raddoppiati o consumi di psicofarmaci: si è passati da 20,6 confezioni per 1000 bambini a 59,3 confezioni per 1000 bambini, soprattutto antipsicotici, antidepressivi e farmaci per l’ADHD. Il picco massimo è nella fascia 12‐17 anni, nella quale si registra un consumo di 129,1 confezioni per 1000 e una prevalenza dell’1,17%. Un trend in crescita, in linea con i risultati di altri studi epidemiologici internazionali che evidenziano una generale tendenza all’aumento dei tassi di prescrizione in tutti i Paesi del mondo, soprattutto in seguito alla pandemia di COVID‐19. In Italia, l’uso dei farmaci psicotropi rimane sensibilmente più basso rispetto ad altri Paesi: la prescrizione nella popolazione pediatrica italiana si attesta allo 0,57%, un dato sì raddoppiato rispetto al 2020 (0,30%), ma ancora inferiore rispetto ad altri Paesi europei (ad esempio la Francia con 1,61%) ed extra‐europei (USA 24,7%‐26,3%).

Anziani politrattati: aderenza alle terapie a rischio  

Tra gli anziani, la spesa media annua per utilizzatore è pari a 570,2 euro, più elevata negli uomini (621,6 euro). Il 97,5% degli over 65 ha ricevuto almeno una prescrizione, con una media di oltre 3,4 dosi al giorno, e con un numero di principi attivi che cresce progressivamente con l’avanzare dell’età. La politerapia è molto diffusa: il 68,1% ha assunto almeno 5 farmaci diversi nel corso dell’anno e circa uno su tre (28,3%) ne ha assunti 10 o più; la politerapia cronica, cioè per almeno sei mesi consecutivi, riguarda il 33,1% della popolazione anziana, con un picco del 43,7% tra gli 85 e gli 89 anni.

La difficoltà nel seguire correttamente i trattamenti è una delle principali cause di inefficacia clinica e determina un aumento di morbilità e ricorso ai servizi sanitari. Le criticità maggiori si registrano nel trattamento dei disturbi respiratori ostruttivi (il 52,2% dei pazienti presenta bassa aderenza), negli antidepressivi (28,1%) e nei farmaci antidiabetici (22,6%, dato comunque in miglioramento). Si osservano invece livelli più elevati di aderenza nelle terapie per l’osteoporosi (68,7% di pazienti altamente aderenti), per l’ipertrofia prostatica benigna (64,9%), per la prevenzione cardiovascolare con antiaggreganti (61,8%), anticoagulanti (53,2%) e antipertensivi (52,6%). Per i lipolipemizzanti, l’aderenza elevata riguarda il 45,6% dei pazienti, un dato in crescita negli ultimi anni.
In generale, solo poco più della metà dei pazienti risulta ancora in terapia dopo 12 mesi; nel caso degli anticoagulanti la persistenza è più alta (66,6%), mentre nelle terapie per asma e BPCO la probabilità di interruzione è molto rapida, con un paziente su due che sospende dopo appena 36 giorni.

Diabete: consumi orientati sui farmaci più recenti

Gli antidiabetici hanno registrato una spesa pubblica in aumento del 13,2% rispetto al 2023 con un aumento dei i consumi (+4,3%) e del costo medio per dose (+8,3%), con uno spostamento dei consumi verso categorie di farmaci più recenti, come gli analoghi del GLP-1, le gliflozine e le loro associazioni. In particolare, gli analoghi del Glp-1 registrano un aumento di spesa dell’11,5% e dei consumi del 13,3%: la sola semaglutide cresce rispettivamente del 58,4% e del 59,8%. Sono la categoria, da sola o in associazione alle insuline, che registra il costo annuale per utilizzatore più elevato (722,5 euro per gli analoghi del GLP‐1 da soli e 736,1 in associazione alle insuline).  
Le gliptine da sole registrano un aumento di spesa (+35,5%) attribuibile esclusivamente all’incremento del costo medio per giornata di terapia (+40,3%), considerando la contrazione del 3,7% dei consumi. Infine, per le gliflozine da sole si rileva un aumento di spesa del 39,6% e dei consumi del 45,1% (ma una riduzione del costo medio per giornata di terapia del 4,1%).

La metformina, quando usata da sola, è ancora il farmaco più utilizzato nel trattamento del diabete (23,4 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti), pari al 31,5% del totale, mentre i nuovi farmaci agonisti dei recettori GIP e GLP-1, rappresentati dalla tirzepatide, sono la categoria a maggior costo medio per giornata di terapia con un valore di 130,57 euro.   

Antibiotici ed equivalenti: variabilità regionali dei consumi

Il consumo di antibiotici in Italia resta elevato, pur registrando un lieve calo rispetto al 2023 (-1,3%), attestandosi a 16,9 dosi giornaliere ogni mille abitanti. Quasi quattro cittadini su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione nel corso dell’anno, con prevalenze particolarmente alte nei bambini sotto i quattro anni (45-47%) e negli over85 (54-58%). L’amoxicillina/acido clavulanico si conferma l’antibiotico più utilizzato e quello con maggiore impatto sulla spesa, rappresentando il 38% del totale dei consumi, mentre claritromicina e azitromicina seguono a distanza.

Permane una marcata variabilità regionale, con consumi nettamente più elevati nel Sud, dove il 43,6% della popolazione ha assunto almeno un antibiotico nell’anno, contro il 40,1% del Centro e il 30,6% del Nord. Nonostante una riduzione dei consumi rispetto al 2023, nelle regioni del Sud si osservano maggior prevalenza d’uso, maggior consumo e spesa media più alta, a indicare pratiche prescrittive e comportamenti d’uso non sempre pienamente appropriati. Il Rapporto sottolinea la necessità di rafforzare i programmi di Antimicrobial Stewardship, soprattutto nelle aree a più alto utilizzo, per contrastare il rischio crescente di antibiotico-resistenza.

I farmaci equivalenti, in crescita lenta ma costante, hanno rappresentato il 23,5% della spesa e il 31,6% dei consumi. Nonostante ciò, l’Italia rimane terzultima in Europa per utilizzo dei generici, con una quota del 56% sul consumo territoriale, lontana dagli standard dei Paesi con un’adozione più diffusa. L’uso degli equivalenti ha però generato risparmi rilevanti: tra il 2017 e il 2024 il SSN ha evitato circa 5,3 miliardi di euro di spesa, di cui 1,2 miliardi solo nel 2024, soprattutto grazie a principi attivi come rosuvastatina ed ezetimibe/simvastatina.

Resta significativa la compartecipazione dei cittadini, pari a circa 1 miliardo di euro, per la scelta del farmaco di marca a brevetto scaduto rispetto all’equivalente, con una spesa pro capite che varia da 22,4 euro al Sud a 14,2 euro al Nord con differenze territoriali marcate: il Nord utilizza più generici (45,5%), il Centro il 34,2%, mentre il Sud e le Isole si fermano al 25,3%, dove prevale invece il farmaco ex originator (75% della stessa quota), con conseguente maggiore spesa. Le Regioni con il ricorso più basso agli equivalenti sono Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia, mentre i livelli più elevati si registrano nella Provincia Autonoma di Trento (45%) e in Lombardia (44%).

Spesa a carico del cittadino oltre 10 miliardi

La spesa privata comprensiva di ticket, acquisto privato di classe A, classe C con ricetta e SOP/OTC è stata di 10,2 miliardi di euro nel 2024. 

Farmaci di fascia A: l’acquisto privato ha generato una spesa di 1,6 miliardi di euro, con colecalciferolo (+4,5%), amoxicillina/acido clavulanico (-7,8%) e ibuprofene (+0,1%) ai primi tre posti. I medicinali dell’apparato gastrointestinale risultano comunque i più utilizzati tra le prime 20 categorie di farmaci di classe A acquistati privatamente (81,8 dosi giornaliere ogni mille abitanti, pari al 37,5% del totale). 

Farmaci di Classe C: la spesa supera i 7 miliardi di euro, con un lieve decremento dell’1,96% rispetto al 2023. Il 52% è relativo a farmaci con obbligo di prescrizione medica (3,7 miliardi di euro), e il restante 48% a farmaci di automedicazione (3,4 miliardi). La classe C con ricetta registra una riduzione della spesa pari al 4,9% rispetto al 2023, determinata da una riduzione della quantità (‐2,8%) e dei prezzi (‐1,1%). Le categorie di farmaci di classe C con ricetta maggiormente acquistati dai cittadini nel 2024 si confermano essere le benzodiazepine (ansiolitici, 371 milioni di euro), gli analgesici e gli antipiretici e i farmaci per la disfunzione erettile (245 milioni di euro). Significativamente importante l’incremento di spesa privata degli analoghi del recettore GLP‐1 utilizzati per perdere peso, per lo più attribuibile ad un corrispettivo aumento dei consumi (+78,7%) nel 2024. Nella classifica dei primi 30 principi a maggiore spesa nel 2024 entra la semagutide, non presente nell’anno precedente, con una spesa di 55,3 milioni di euro, a cui si aggiungono 21,8 milioni di acquisto privato di fascia A.

Farmaci di automedicazione: i derivati dell’acido propionico (FANS) rappresentano l’11,5% della spesa complessiva con un valore di 384,7 milioni di euro, sostanzialmente stabili rispetto al 2023. I primi principi attivi per spesa si confermano ibuprofene e diclofenac, che mostrano rispettivamente una leggera riduzione (‐0,6%) e un consistente aumento (+6,4%).

Malattie rare, terapie avanzate e farmaci innovativi: crescono i numeri

Negli ultimi anni è cresciuto il numero di terapie avanzate rimborsate dal SSN: dalle 2 disponibili nel 2019 si è passati a 12 nel 2024, per un totale di 17 indicazioni, in gran parte in ambito onco-ematologico. Parallelamente è aumentata la spesa, passata da 1,38 milioni nel 2019 a 194,5 milioni di euro nel 2024, pari all’1,2% degli acquisti diretti, con un incremento del 60,2% in un solo anno. Anche il consumo è cresciuto in modo significativo, da 14 confezioni erogate nel 2019 a 1.016 nel 2024.

In aumento anche la spesa per i farmaci orfani, che nel 2024 ha raggiunto 2,36 miliardi di euro (+5,9%), pari all’8,3% della spesa SSN, con una prevalenza di utilizzo nei trattamenti onco-ematologici e nelle malattie genetiche.

Nel triennio 2022-2024, 46 farmaci hanno ottenuto il riconoscimento di innovatività piena, più della metà appartenenti alle categorie antitumorali o orfani, e 7 classificati come terapie avanzate. Nel 2024 la spesa per le sole indicazioni innovative ha raggiunto 868 milioni di euro, pari al 5,2% della spesa ospedaliera per farmaci. Grazie al Fondo per i farmaci innovativi (1,3 miliardi nel 2024), la spesa si è mantenuta nei limiti disponibili, registrando un avanzo di 432 milioni di euro.

Aifa, dati in linea con Europa. Focus su psicofarmaci i pediatria e nuovi antiobesità

Dal Rapporto OsMed si colgono segnali positivi, come l’aumento del numero di terapie avanzate e farmaci per le malattie rare rimborsati dal SSN e i risparmi generati in seguito all’ingresso degli equivalenti nelle liste di trasparenza AIFA. Ma c’è ancora da migliorare – afferma il Presidente di AIFA, Robert Nisticò – L’aumento delle prescrizioni di psicofarmaci fra i più giovani sottolinea quanto sia prioritaria la tutela della salute mentale di bambini e adolescenti. È fondamentale continuare a promuovere il consumo dei generici, in crescita costante ma ancora limitato, l’aderenza alle terapie, l’appropriatezza prescrittiva e l’uso ottimale delle risorse disponibili, per garantire l’innovazione e le migliori opportunità di cura ai pazienti nel rispetto della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”.

Nonostante gli spazi di miglioramento che in diversi ambiti terapeutici sarebbe possibile colmare, la spesa pro capite italiana è sostanzialmente in linea con quella media europea - sottolinea il Direttore tecnico-scientifico Pierluigi Russo. -  Ambiti di rilevante attenzione sono i nuovi antidiabetici, efficaci anche nella riduzione del peso, gli psicofarmaci in età pediatrica, le terapie avanzate (geniche e cellulari) e i farmaci orfani per il trattamento di malattie rare”.

Fonte

https://www.aifa.gov.it/-/rapporto-osmed-2024-uso-farmaci-italia

https://www.aifa.gov.it/documents/20142/3159201/AIFA_Rapporto%20OsMed_2024.pdf 

TAG: AIFA, PSICOFARMACI, SPESA FARMACEUTICA, CONSUMO DI FARMACI, OSSERVATORIO SULL'IMPIEGO DEI MEDICINALI (OSMED), GLP-1

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