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20 Novembre 2025L’introduzione del ticket sui farmaci di classe A e la revisione delle prescrizioni in Emilia-Romagna stanno incidendo sul numero di ricette e sull’approvvigionamento di medicinali. Federfarma segnala un calo delle dispensazioni, un effetto deterrente sulla clientela non esente

In Emilia-Romagna, l’introduzione del ticket sui farmaci ha inciso sulle prescrizioni, sul numero di ricette presentate al banco delle farmacie e sulla dispensazione di medicinali. La riduzione del consumo di farmaci c'è stata e le farmacie continuano a registrarla, come confermano le rappresentanze territoriali delle farmacie: le vendite di medicinali sono crollate di 1 milione e 130mila confezioni (-6,6%), e le ricette sarebbero diminuite di 754.700 unità (-7%).
La tendenza era stata segnalata a fine ottobre dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Pietro Vignali e oggi su Corriere Romagna, Alberto Lattuneddu, presidente di Federfarma Forlì-Cesena conferma: “L’introduzione del ticket ha inciso su prescrizioni, numero di ricette presentate al banco e consumo di medicine. Il cittadino ancora si stupisce del nuovo contributo. Possiamo spiegarglielo in tutti i modi che è stato introdotto per fronteggiare l'aumento della spesa farmaceutica, per consentire l'immissione nel sistema di farmaci innovativi e per l'invecchiamento della popolazione, ma per lui resta una tassa. Il ticket – prosegue - incide maggiormente su chi se la cava, ma non naviga nell'oro. E la consapevolezza che con l'avanzare dell'età potrebbero avere più necessità di curarsi non aiuta. L’anziano abituato da anni a ritirare gratis un farmaco, oggi, quando scopre che deve pagare dai 2 ai 4 euro ci pensa. Perché a lungo andare per lui potrebbe diventare un peso. Il disagio economico può portare a conseguenze ineluttabili tanto per i pazienti, quanto per la società”.
Anche Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia-Romagna, conferma l’impatto della misura, soprattutto per chi non rientra nelle categorie esenti. La riforma ha stabilito per i farmaci di classe A un contributo di 2,20 euro a confezione, fino a un massimo di 4 euro per ricetta: “Come tutte le compartecipazioni anche l'introduzione del ticket sui farmaci ha contribuito al calo della vendita dei prodotti sulla quale è richiesta - dichiara - soprattutto per chi deve acquistare più farmaci insieme e non gode di alcuna esenzione”.
Secondo le stime dell’associazione, la contribuzione a carico dei cittadini “pesa il 10% sugli incassi delle farmacie private”. Un dato che, nelle parole di Gallina Toschi, si riflette direttamente sulle scelte di acquisto: “Come farmacisti riscontriamo che il ticket, su parte della clientela, sta avendo un effetto deterrente dall'approvvigionamento di farmaci. A oggi, le terapie fondamentali proseguono, mentre quelle meno importanti vengono interrotte o rimandate”.
L’introduzione del ticket si inserisce inoltre in un più ampio percorso di revisione delle prescrizioni promosso dalla Regione. “Certe categorie di farmaci, come gli inibitori di pompa protonica o la vitamina D, verso cui c'è sempre stata un'elevata prescrizione, sono stati oggetto di analisi mirate da parte della Regione e dei medici per capire se i singoli casi rientrassero nelle categorie di esenzione o se dovessero passare a carico del cittadino”, ricorda il presidente di Federfarma Emilia-Romagna.
Una revisione che riguarda anche gli esami diagnostici: alcuni di essi non possono più essere prescritti dai medici di medicina generale ma solo dagli specialisti, con un doppio effetto. “Si evitano del tutto o quantomeno la ripetizione frequente di alcuni esami - osserva Gallina Toschi, - ma come riscontriamo dai nostri servizi di prenotazioni al Cup, c'è un netto aumento delle liste di attesa”.
Sul fronte della distribuzione diretta, infine, la federazione conferma che la Regione manterrà la gratuità del primo ciclo di terapia post-dimissione o dopo visite specialistiche che confermino patologie gravi. “Ci è stato assicurato che si manterrà entro certi limiti - afferma Gallina Toschi. Ma aggiunge: “Se poi ci fossero altre azioni di consegna di medicinali senza ticket a chi dovrebbe pagarlo, posto che non potremmo saperlo, saremmo davanti a un danno erariale”.
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