Politica e Sanità
27 Novembre 2014«Promemoria delle ricette spediti online in farmacia? È una prassi che non mi risulta e che presenterebbe profili di perseguibilità, anche per il medico. Detto ciò, i problemi sollevati in Piemonte dall'invio online delle ricette al ministero dell'Economia e alla Regione sono altri: i medici vivono una rivoluzione onerosa, tutta sulle loro spalle». Roberto Venesia segretario Fimmg piemontese e consigliere Omceo replica a Massimo Mana. Il leader di Federfarma Piemonte ha segnalato che alcuni medici, compilata e spedita online la ricetta alle istituzioni preposte, anziché stamparne copia promemoria e darla al paziente perché si rechi alla farmacia da lui prescelta, spediscono anche quella online, stavolta al farmacista. È la farmacia voluta dall'assistito, si suppone, ma la prassi ha preoccupato Federfarma: il paziente non è libero di scegliere la farmacia cui rivolgersi, a dispetto di una legge del 1968, e d'altronde all'articolo 15 del Codice dei farmacisti si configura illecito deontologico - accaparramento di clientela - per chi attiri il paziente nel suo negozio detenendone le prescrizioni. Per i medici invece vige l'articolo 31 del nuovo codice che vieta forme di prescrizione atte a procurare a sé od altri illeciti vantaggi. «Di fronte a una segnalazione con nome e cognome apriremmo un'istruttoria disciplinare anche per informare il collega delle conseguenze di quella che probabilmente è solo una prassi non corretta e non prevista da nessuna norma», dice Ivana Garione, segretario Omceo Torino. Venesia rileva che «al di là della segnalazione di Federfarma non ci sono denunce circostanziate e sarebbe interessante sapere quanto è diffuso il fenomeno, dovuto penso alla malintesa voglia di risparmiare un passaggio ai pazienti e, immagino, transitorio. Comunque è un errore, la normativa prevede l'invio dell'assistito in farmacia».
«In Trentino -continua Venesia- il paziente va senza promemoria in farmacia, e senza problemi: quello potrebbe essere un modello di riferimento. Purtroppo in Piemonte stiamo vivendo una dematerializzazione tutta fatta sulle spalle dei medici. In un anno abbiamo raggiunto il 65% di ricette inviate in modalità elettronica, a dispetto di problemi di connettività, di anagrafi Asl e comunale non allineate, di errori del sistema sulle esenzioni, di oneri tecnici come ad esempio dotarsi di doppia stampante -magari in più studi - per consegnare anche le ricette "rosse" (richieste tuttora per i farmaci distribuiti per conto). La regione? Nel 2013 ci aveva assicurato un concorso spese per gli oneri tecnologici da 1440 euro lordi/anno a testa, grata della nostra adesione che le permetteva l'accesso a 240 milioni di trasferimenti statali. Ma ancora non abbiamo visto niente e dove le Asl erano pronte a darci quanto concordato sono state stoppate. Pur toccandoci, la notizia che alcuni di noi sbagliano prassi è l'ennesimo problema sul quale dovremo confrontarci».
Mauro Miserendino
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