Politica e Sanità

04 Dicembre 2014

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«Vorrei evitare un eccesso di provvedimenti. Nel 2015 affronteremo anche il tema liberalizzazioni» lo ha annunciato il presidente del Consiglio Mattero Renzi nel corso del Question time alla Camera, confermando l'intenzione già preannunciata dal ministro dello Sviluppo economico Guidi di intervenire con misure pro-concorrenziali, che riguarderebbero da vicino anche le farmacie. Intanto il tema continua a far discutere e a prendere posizione questa volta è Assofarm, l'associazione che rappresenta le farmacie comunali, in un'editoriale firmato dal suo presidente Venanzio Gizzi. «Si può anche discutere di un'ulteriore liberalizzazione dei farmaci di fascia C» premette Gizzi «ma non prima di aver riformato l'attuale sistema distributivo del farmaco in quegli elementi che ridarebbero slancio sia economico sia sanitario alla farmacia italiana». «Se la remunerazione del farmacista non fosse legata al fatturato» spiega Gizzi «ma alla qualità dei servizi di pharmaceutical care, se si desse slancio alla distribuzione in nome e per conto, le farmacie italiane sarebbero nelle condizioni di sopportare una perdita parziale di entrate derivate dalla fascia C». Mantenendo queste condizioni, invece, secondo il presidente Assofarm «aumentare i punti vendita e farli competere sulla sola leva del prezzo significherebbe porre le basi per un futuro peggiore del presente». Dal canto suo il presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella in un incontro avvenuto presso l'ambasciata britannica sul tema Concorrenza e mercati ha ribadito come anche i servizi, con particolare riferimento alle professioni, «richiedono non solo un processo di liberalizzazione ma anche di semplificazione amministrativa auspicando la crescita di una cultura della concorrenza per il benessere del consumatore». Sulla stessa linea l'omologo inglese di Pitruzzella, David Currie che aggiunge come «la mancanza di concorrenza produce rendite inaccettabili in un mercato».

Marco Malagutti