Politica e Sanità
16 Dicembre 2014«I temi della concorrenza per i quali ho la delega del ministro Federica Guidi (foto)sono da mesi all'esame dei nostri uffici e si trovano al momento in una fase di istruttoria tecnica sulla quale deve ancora iniziare il confronto in sede politica con lo stesso ministro e con gli altri ministeri interessati. Con queste parole il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari interviene in merito alle indiscrezioni sul disegno di legge in materia di concorrenza riprese sabato da Farmacista33. Un modo per gettare acqua sul fuoco e per ribadire le recenti parole del premier Renzi. «Su questo provvedimento» sottolinea Vicari «ha parlato chiaro nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Matteo Renzi quando, nel corso di un recente question time alla Camera, ha annunciato che il ddl sulla concorrenza sarà esaminato nel 2015. E, aggiungo io, solo dopo che saranno state affrontate le altre importanti priorità di cui il Paese ha bisogno». I timori, però, restano e li conferma un comunicato del presidente dell'Associazione scientifica farmacisti italiani (Asfi) che conferma come «qualcosa dovrà succedere paragona la situazione «a una costruzione alla quale sono stati tolti dei mattoni o sia stata sopraelevata senza preoccuparsi della stabilità dell'edificio. La problematica delle parafarmacie ci è ben chiara e, anche se noi avremmo fatto scelte diverse, deve pertanto trovare uno sbocco, condiviso e razionale. L'auspicio che mi sento di fare» conclude Cini «è che il Governo si renda conto che tutto il sistema concernente, non solo la dispensazione dei medicinali, ma anche la loro classificazione ai fini della fornitura al pubblico, merita un approfondimento meditato e globale che comprenda anche il metodo di remunerazione e l'annosa questione della distribuzione diretta che ormai è sfuggita di mano al Governo stesso. Non si può proporre inoltre una liberalizzazione, esplicita o camuffata, senza conoscere quante, delle 2500 farmacie a concorso, verranno aperte e "se" verranno aperte alla luce dei ricorsi e delle rettifiche di errori a graduatoria già pubblicata nelle poche regioni in cui la procedura concorsuale si è conclusa».
Marco Malagutti
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