Norme antifumo, Garattini: ben vengano nuove misure
Con la Legge Sirchia si è fatto molto, ma dopo i primi dieci anni i risultati non sono quelli che potevamo raggiungere: abbiamo inciso molto sugli uomini, ma poco sulle donne che per la loro difficoltà a smettere di fumare, risultano oggi le più colpite dal tumore ai polmoni. Il professor Silvio Garattini, (foto) direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, fa il punto sui risultati raggiunti in dieci anni di Legge Sirchia e mette in guardia da un atteggiamento generalizzato per il quale si è pensato di aver fatto tanto da non dover fare ancora molto in fatto di prevenzione e repressione contro il fumo.
Professor Garattini, cosa è successo in dieci anni di Legge Sirchia? È come se dopo l'entrata in vigore di questa legge, che vieta il fumo nei luoghi pubblici, avessimo pensato di essere stati così bravi da smettere di agire. Abbiamo abbassato la guardia, mantenendo livelli di fumatori ancora troppo elevati. Il 24% degli uomini ancora è dipendente dalla sigaretta, contro il 19% delle donne. Siamo molto arretrati rispetto alle statistiche dei Paesi scandinavi e dell'Inghilterra e ci siamo adagiati nell'aver fatto una buona legge senza pensare che si dovesse continuare ad agire.
Qual è la ricetta da attuare nel breve periodo, quella annunciata da governo che va verso una stretta ulteriore? Bisogna stringere ulteriormente i freni attuando tre misure. Per primo, mettere in campo sanzioni per chi fuma nei luoghi affollati anche se all'aperto e penso ai parchi, alle spiagge, alle piazze. Poi, vietando il fumo anche in automobile, se ci sono dei passeggeri e, soprattutto, aumentando il prezzo delle sigarette che in Italia è la metà di quello dell'Inghilterra. Bisogna invece capire, che aumentando il prezzo delle sigarette diminuirebbero i consumatori con un grande incremento dei "sani" in salute. Noi, come Istituto Mario Negri, abbiamo proposto di aumentare di 20 centesimi circa, ogni pacchetto per arrivare ad un incremento degli incassi di ben un miliardo di euro. Un vera tasso di scopo che potrebbe essere destinata alla ricerca. Con questa cifra infatti, si potrebbero contrattualizzare stabilmente 8.000 ricercatori e concedere molte borse di studio. E questo sarebbe un risultato straordinario.
Rossella Gemma
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