Lorenzin, riforma lombarda troppo federalista e ospedalocentrica
È botta e risposta tra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin (foto) e il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, sulla proposta di legge del sistema socio sanitario lombardo, che, dopo l'approvazione da parte della Giunta, senza i voti di Ncd (partito della Lorenzin) - una prima di Natale e una settimana scorsa per adeguamenti formali - proseguirà l'iter. Tra i punti chiave della riforma, da quanto emerge, una regia unica sotto cui starà, in una logica di integrazione, il sistema Socio Sanitario (e non più solamente sanitario), con un nuova Agenzia regionale di controllo (Ats, Agenzia per la tutela della salute) per realizzare un principio di separazione tra programmazione, erogazione e controllo; il superamento del dualismo tra Asl e Aziende Ospedaliere con l'introduzione delle Assl (Articolazioni socio-sanitarie locali), che vanno a sostituire le Asl e che gestiranno la contrattazione con gli operatori pubblici e privati (Aisa, Aziende integrate per la salute e l'assistenza, che assorbiranno le Aziende ospedaliere). Previsto poi l'istituzione di un Consorzio dei farmaci. E a essere contestato dal ministro della salute sono alcuni aspetti che sembrano in contrasto con il livello nazionale, tra cui «la parte contrattuale», in cui si prevede un contratto per le professioni che sarebbe valido a livello regionale, «la riforma della governance, la superagenzia regionale ipotizzata sul farmaco e i device» in contrasto con il tentativo del Patto per la salute di una politica del farmaco a livello nazionale. E poi, secondo il Ministro, «sembra quasi che l'ospedale riacquisti una centralizzazione nella presa in carico del paziente», senza contare che «mancherebbe anche una precisa valutazione sull'impatto economico». Ma da Maroni la risposta è ferma: il punto di partenza è la proposta «fatta da noi», mentre, quando anche gli altri partiti della maggioranza avranno presentato le loro proposte, settimana prossima, sarà convocato il tavolo della maggioranza, in modo da arrivare a una «formulazione condivisa anche dal partito della Lorenzin».
Francesca Giani
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