Ddl concorrenza, Scaccabarozzi: bene il Governo no a mercificazione del farmaco
Mai come in questo periodo la sanità fa parlare di sé, soprattutto sotto il profilo di nuove misure varate dal Cdm e di nuovi tagli decisi dal governo di concerto con le Regioni. Dopo un lungo e complicato tira e molla, Governo e regioni hanno infatti raggiunto l'intesa (o pre-intesa) sui maxi tagli (lineari) da 5,2 mld sui bilanci locali inferti per 4 mld dalla legge di stabilità 2015 e di altri 1,2 mld ereditati da precedenti manovre in sospeso. E la maxi sforbiciata è arrivata subito dopo un altro importante provvedimento, il Ddl concorrenza, che ha affrontato temi delicati come i farmaci e le farmacie. Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, critico sul versante dei tagli, ci spiega invece quali aspetti positivi ha comportato la decisione di lasciare che i farmaci di fascia c siano venduti solo dalla farmacie.
Direttore, come ha recepito Farmindustria il Ddl concorrenza in tema di farmacI e farmacie? Sul discorso dei farmaci, che è quello di mia competenza, direi molto bene. Certo è che ogni volta che si fa una legge in Italia, non si capisce per quale ragione vengono sempre "tirati dentro", come se fossero il male di questo Paese. Mentre in realtà, per quello che rappresentano in fatto di valore di vita e di valore economico, sono una parte importante per la nazione. Si tende spesso a mercificare il farmaco ma, non è un bene da mercificazione né da largo consumo. Io spero che le nuove misure del governo mettano la parola fine a tale mercificazione anche perché, del resto, un farmaco di fascia c è sempre un farmaco da prescrizione. Dietro un farmaco, c'è un atto prescrittivo importante per una cosa altrettanto importante che è una malattia. Quindi il farmaco non va trattato alla stregua di altri beni di largo consumo. E' un bene che rimanga nel circuito che lo tutela, perché questo serve a tutelare il cittadino malato.
Che situazione sanitaria registrate in Italia, anche alla luce degli ultimi tagli (un colpo da 2,63 mld in totale sul bilanci della salute pubblica) voluti dal governo di concerto con le regioni? La situazione che rileviamo noi non è positiva, soprattutto alla luce degli ultimi tagli. Noi speravamo che questi due miliardi che erano stati annunciati, diventati ora anche di più, non fossero veramente tagliati. Non possiamo continuare a sottofinanziare la sanità italiana anche quando abbiamo un ministro che invece difende l'investimento e cerca di portare fondi aggiuntivi. Questi ultimi tagli sono fortemente negativi perché non si dica che non avranno impatto sulla farmaceutica. L'impatto c'è, perché noi abbiamo i tetti vincolanti per cui, ogni riduzione del fondo significa un ripiano, che già è stato fortissimo nel 2013, pari a circa 500 milioni. Abbiamo infatti finanziato la salute dei cittadini con circa 500 milioni tutti insieme, saranno molti di più per gli anni successivi e quindi non capisco cosa dovremmo fare ancora di più.
Che cosa avete fatto fino ad ora? Avevamo promesso alcune cose, tra cui: far ripartire gli investimenti e lo abbiamo fatto; avevamo promesso nuove assunzioni e lo abbiamo fatto con 3000 nuovi posti; abbiamo promesso export per aiutare il Pil del Paese e lo abbiamo fatto ma, nonostante tutto, ci ripagano con queste misure ancora una volta. Tutto questo è una farsa e, non lo dico in veste di presidente di un'associazione di industrie che sono il fiore all'occhiello del Paese, ma come cittadino. Pensare che ancora una volta si possa a tagliare sulla salute deve far riflettere prima di tutto i cittadini che avranno il maggiore impatto.
Rossella Gemma
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