Politica e Sanità

03 Marzo 2015

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«La sanità è un settore strategico per la Regione», ha esordito il presidente Rossi al convegno toscano. «Le risorse però sono diminuite, con il Pil regredito di 8 punti, e non vogliamo aumentare le tasse. È indispensabile quindi una completa riorganizzazione del sistema sanitario regionale: otto cardiologie interventistiche, per esempio, nell'area vasta centrale della Toscana non hanno senso. Dobbiamo intervenire e migliorare, valutare se la casistica delle unità operative è adeguata, se tutti i primariati sono necessari, misurare la produttività. Una operazione di riforma della sanità regionale si può e si deve fare, colpendo gli sprechi. L'obiettivo è riuscire a far transitare l'Ssn fuori dalla crisi: è un duro sforzo a cui siamo chiamati tutti. Altrimenti arriva De Benedetti - io sono uno che fa nomi e cognomi - e privatizza tutta la sanità». E il nuovo assetto delle farmacie che emerge dal recente Ddl concorrenza? «Le società di capitali non mi sembrano una scelta convincente», ha spiegato Rossi. «Il ruolo fondamentale del professionista e la sua autonomia vengono meno se i farmacisti diventano figure dipendenti di multinazionali. Non scambierei mai le farmacie in catena degli Stati Uniti con le nostre; spero che durante l'Iter parlamentare si risolva questa questione, io sicuramente sono contrario. Trovo sbagliato razionalizzare la filiera per ottenere risparmi che poi si pagano con politiche sanitarie determinate da grandi società, il cui fine è solo il profitto. A Capraia o nei piccoli paesi ci sarebbe un presidio farmaceutico se la proprietà del 50% delle farmacie toscane fosse di un'unica società? Con questo provvedimento ci si sta giocando la farmacia come presidio del Ssn». (LB)