Politica e Sanità

11 Marzo 2015

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Il rilascio negli ecosistemi dei principi attivi farmaceutici potrebbe essere, secondo alcuni studi, una delle cause nascoste della crisi globale della fauna selvatica a livello globale. Lo sottolinea un approfondimento dedicato dall'Agenzia italiana del farmaco all'impatto dei farmaci sull'ambiente. Un problema che, sottolinea Aifa, si sta dimostrando sempre più rilevante. I farmaci sono presenti specialmente nelle acque, persino in quelle potabili; le rilevazioni della loro presenza sono sempre più numerose e riguardano tutti i Paesi del mondo, anche quelli meno sviluppati.
Oltre alla ricerca sugli effetti prodotti dai prodotti chimici contenuti nei medicinali, difficile da valutare anche per la loro mutua interazione, gli scienziati suggeriscono le possibili modalità di intervento per prevenire questo fenomeno. Tra le soluzioni proposte, nessuna di facile realizzazione, ci sono il corretto smaltimento dei farmaci, il miglioramento nel trattamento delle acque reflue e la progettazione di farmaci con specifiche indicazioni relative agli standard da rispettare per tutelare l'ambiente.
L'Aifa ricorda che «nell'Unione europea una valutazione del rischio ambientale è obbligatoria per i farmaci di recente commercializzazione ma la maggior parte dei farmaci di uso comune è stata commercializzata prima dell'entrata in vigore del Regolamento».
Persino l'Onu si è attivata, con un programma che mira a promuovere l'uso responsabile dei prodotti chimici e sta valutando se considerare gli inquinanti farmaceutici persistenti come una questione politica emergente nella prossima riunione del settembre 2015.

Renato Torlaschi