Cantone (Anac) ribadisce: no a doppio incarico per presidenti di Ordine. A decidere sarà il Parlamento
L'incarico di presidente dell'Ordine dei farmacisti comporta deleghe gestionali dirette? Secondo il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone (foto) la risposta è affermativa e per questo sussiste l'incompatibilità con il ruolo di parlamentare. L'ultima puntata della diatriba sull'incompatibilità tra il ruolo dirigenziale negli Ordini e Collegi professionali e una carica amministrativa o politica, è andata in scena nella serata di mercoledì durante l'audizione del presidente dell'Anac alle commissioni riunite di Affari costituzionali e Affari sociali alla Camera. Oggetto del contendere la posizione dei senatori Andrea Mandelli e Luigi D'Ambrosio Lettieri, entrambi di Forza Italia e rispettivamente presidente e vicepresidente della Federazione nazionale dei farmacisti, Annalisa Silvestro (Pd), presidente della Federazione degli infermieri Ipasvi e Amedeo Bianco (Pd), presidente della Federazione dei medici, l'unico dei quattro ad aver rinunciato ufficialmente a ricandidarsi. A farne le conseguenze nell'immediato potrebbe essere il solo senatore D'Ambrosio Lettieri che non può più ricoprire la carica di Presidente dell'ordine interprovinciale del Bat (Barletta-Andria-Trani) perché, come ha spiegato Cantone, «abbiamo ritenuto che in questo caso ci fosse incompatibilità tra le cariche. Negli altri, l'incompatibilità non c'è perché la norma transitoria prevede che il decreto non si applichi a quegli uffici che sono stati assunti prima dell'entrata in vigore del decreto 39». In pratica per Mandelli e Silvestro potrebbe essere a rischio il rinnovo delle cariche previsto nei prossimi giorni. Secondo l'Anac, infatti, «il potere di emanare una circolare, di assumere personale e di partecipare a processi eventualmente con capacità di transazioni non possono definirsi poteri di mera funzione di indirizzo». Pd e Forza Italia hanno immediatamente preso le difese dei loro rappresentanti evidenziando «un eccesso di zelo che poi non sempre ha un ritorno dal punto di vista della democrazia parlamentare». Chi decide ora? Cantone o il Parlamento? Il presidente Anac: «Chi decide è il Parlamento. L'Anac si occupa della vigilanza sugli Enti pubblici, e quindi solo dei ruoli che si ricoprono in quegli Enti. In caso di conflitto, se il Parlamento dovesse ritenere che non ci sia incompatibilità su un problema invece riconosciuto come tale dall' Anac, a quel punto è evidente che prevarrebbe la valutazione del Parlamento».
Marco Malagutti
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