Politica e Sanità

27 Marzo 2015

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Fornire ai farmacisti di comunità uno strumento di approccio al paziente che sia standard, condiviso e validato dalla comunità scientifica, orientato a guidare il percorso diagnostico e terapeutico in modo da poter effettuare un inquadramento clinico preciso e uniforme del paziente, capace anche di rilevare situazioni a rischio, e dare un indirizzo terapeutico efficace e ripetibile. Sarà questo al centro di una delle due sessioni tematiche della seconda Convention della Sifac, società scientifica delle farmacie di comunità, che si terrà a Milano, in occasione di FarmacistaPiù, l'assise annuale di tutti i farmacisti voluta dalla Fondazione Cannavò con il patrocinio della Fofi e organizzata da Edra, dall'8 al 10 maggio presso Fieramilanocity, durante la quale verranno presentate le linee guida per i farmacisti di comunità prodotte dalla Società. «Il contesto in cui si pongono documenti di indirizzo» spiega Corrado Giua, presidente Sifac, «è la necessità di tutti gli operatori sanitari di operare, nel percorso diagnostico e terapeutico, secondo protocolli uniformi e convalidati. Se per i medici tali strumenti sono quasi scontati, per i farmacisti di comunità ne va rilevata la totale mancanza. È innegabile pertanto che costituirebbero un grande avanzamento per la qualità del servizio, l'uniformità di accesso alle cure e in termini di appropriatezza del sistema». I protocolli «nascono da un'attività di confronto critico delle più autorevoli linee guida internazionali per patologia, portata avanti da un gruppo di lavoro multidisciplinare che comprende specialisti dell'area tematica, medici di medicina generale, farmacisti clinici e farmacologi. Il primo passo è selezionare e cucire insieme, pezzo per pezzo, le problematiche gestibili in farmacia di comunità sulle quali si verticalizza poi la revisione sistematica. Infine le linee guida passano attraverso un board esterno di validazione, dove possono essere corrette e integrate, per la certificazione finale». Per ora «due sono i documenti di indirizzo portati a compimento: uno riguardante le problematiche muscolo scheletriche che ha visto il confronto di cinque linee guida internazionali, l'altro sulle problematiche gastrointestinali, più precisamente dispepsia e reflusso gastroesofageo, per i quali sono state confrontate sette linee guida internazionali». Un lavoro importante che ha visto la cooperazione anche della classe medica, «con un approccio che abbiamo pensato di valorizzare anche nella presentazione: per i protocolli su problematiche muscolo scheletriche l'esposizione di progetto e di dati sarà affidata al farmacista clinico Stefano Miggos, PharmD, e al medico Giorgio Gandolini, Responsabile del Centro di Reumatologia presso la Fondazione Don Gnocchi di Milano; per quelli su patologie gastrointestinali Enrico Keber, ricercatore Sifac, e Vincenzo Savarino, presidente della Sige, la società italiana di gastroenterologia, professore e direttore del dipartimento di gastroenterologia all'Università di Genova». Non mancherà poi «un confronto con i modelli di eccellenza internazionali al fine di verificare come tali strumenti vengono utilizzati in altri paesi europei e costituiscono già modelli di assistenza evoluti al paziente».

Francesca Giani