Politica e Sanità

16 Novembre 2011

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Uno studio norvegese ha rilevato un aumento del 50% del rischio di tumore fra i pazienti in terapia anticolesterolo con il farmaco orale Inegy, di Merck/Schering-Plough, che associa simvastatina ed ezetimibe. Tuttavia, la comunità scientifica è scettica, e pur evidenziando la necessità di approfondire le indagini, invita le persone in trattamento con farmaci anticolesterolo a non abbandonare la cura prescritta se non sotto consiglio del medico. I risultati arrivano da un piccolo trial condotto dall''Ulleval University Hospital di Oslo, in cui gli autori hanno osservato che fra i pazienti in terapia con Inegy si registravano, su un periodo di 4 anni, 105 casi di cancro contro i 70 diagnosticati nel gruppo placebo. Terje Pederson, coordinatore della ricerca, spiega che i risultati ottenuti potrebbero anche essere casuali. Più cauto l’editoriale pubblicato da New England Journal of Medicine, che sostiene che, prima di puntare il dito contro il farmaco, sono necessari più dati, per altro un''analisi della Oxford University, sullo studio norvegese e su altri due trial simili, emerge infatti l''assenza di una correlazione evidente fra la terapia con simvastatina-ezetimibe e un aumento del rischio di cancro. Sostiene la sicurezza delle statine Mike Knapton della British Heart Foundation secondo il quale è però cruciale cercare di far luce sui risultati dello studio norvegese, ma incoraggia i pazienti a proseguire la terapia e a discutere con il medico ogni eventuale dubbio.