Politica e Sanità

09 Maggio 2015

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La farmacia dei servizi rappresenta la risposta alla rarefazione dei servizi territoriali pubblici, riscuote fiducia e aspettative dai farmacisti ma necessita di condizioni di sostenibilità economica e di strategie di programmazione sanitaria da parte delle istituzioni. Questi alcuni degli aspetti dello scenario emersi da due indagini realizzate da Assofarm e presentate in occasione dell'apertura dei lavori di Farmacistapiù, l'assise annuale dei farmacisti che ieri ha preso il via a Milano, presso Fiera Milano city. «In una fase di crisi ormai strutturale» ha spiegato Fosco Foglietta presidente di Cup 2000 e curatore delle indagini di Assofarm «e di continua riduzione dei servizi territoriali decentrati, la farmacia rimane uno dei pochissimi presidi sanitari territoriali ad alta capillarizzazione che attraverso la farmacia dei servizi può dare una risposta al crescente bisogno di una popolazione sempre più anziana. Ma servono delle condizioni». E chiarisce: «In primo luogo, la farmacia dei servizi deve essere posizionata nell'offerta territoriale dei servizi, cioè deve rientrare in una programmazione sanitaria ed erogare prestazioni, quando possibile convenzionate». Dalle due indagini Assofarm emerge che i farmacisti hanno fiducia e aspettative nella farmacie dei servizi, «ma deve avere una sostenibilità economica. Quindi richiedere un allestimento di spazi poco oneroso, se possibile avere disponibilità di finanziamenti locali. Inoltre, i servizi devono essere erogabili dal farmacista e le prestazioni devono avere costi di esercizio e prezzo di vendita basso con risultati clinici attendibili». Infine è necessario un quadro normativo e una praticabilità giuridica: «La normativa attuali ci dice che il farmacista è un operatore sanitario ma c'è una differente interpretazione di quali siano le prestazioni che può erogare, soprattutto su quelle di secondo livello. Ma scorrendo tutti i riferimenti normativi in materia il farmacista si configura come soggetto che in autonomia può erogare di trattamenti diagnostici e terapeutici».
«Questi dati conoscitivi sono il punto di partenza per le decisioni da prendere nelle prossime settimane» ha commentato Venanzio Gizzi presidente di Assofarm «in questi ultimi anni il mondo della farmacia ha perso valore e ha subito azioni depauperanti, sono state tolte funzioni fino ad arrivare un Ddl concorrenza tuttora in discussione. Le farmacie dovranno da oggi ragionare sul rientro sistematico dei farmaci costosi all'interno della farmacia. Bisogna tornare a parlare di appropriatezza del farmaco, le farmacie devono avere un ruolo sull'aderenza terapeutica sull'accesso al farmaco per capillarità, solo così si può pensare di fare un operazione tout court indispensabile per la salute dei cittadini».

Simona Zazzetta