Politica e Sanità

10 Luglio 2015

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Secondo la Corte costituzionale spagnola è legittimo il diritto all'obiezione di coscienza da parte del farmacista alla vendita della pillola del giorno dopo, poiché, sostengono i giudici, potrebbe indurre effetti sulla gravidanza che vanno contro la concezione che il farmacista professa sul diritto alla vita. La sentenza dei giudici spagnoli, segnalata dalla stampa generalista, riguarda il ricorso di un farmacista sanzionato nel 2008 dalle istituzioni sanitarie di Siviglia per 3.000, poiché non aveva nella sua farmacia né profilattici né contraccettivi postcoitali. Per i giudici tale sanzione viola il diritto del farmacista alla libertà di coscienza, ma per giungere alla decisione a maggioranza è stato stabilito che le condizioni che la Corte ha riconosciuto nel 1985 ai medici per il diritto all'obiezione di coscienza si possono applicare anche ai farmacisti nella vendita della pillola del giorno dopo. Di fatto, il tribunale ha ritenuto che esiste un parallelismo tra i conflitti di coscienza di entrambi i professionisti, pur rilevando differenze tra eseguire un aborto per un medico e dispensare la contrattazione d'emergenza del farmacista. Inoltre, secondo i giudici, visto che la farmacia si trova nel centro di Siviglia, il farmacista non ha messo a rischio la libertà delle donne di accedere alla pillola poiché avrebbero potuto trovarla nelle farmaci relativamente vicine. Il farmacista ricorrente aveva già dichiarato la sua obiezione registrandosi come obiettore nella Gazzetta del collegio dei farmacisti di Siviglia il cui statuto riconosce l'obiezione come «diritto fondamentale dei farmacisti nell'esercizio della loro professione».

Simona Zazzetta