Farmaci a rischio caldo, gli iniettabili lasciati al sole riducono efficacia
I farmaci iniettabili sono la categorie più a rischio di alterazione a causa del caldo estivo, ma particolari accortezze vanno adottate anche per colliri e antibiotici che si ottengono da principi attivi liofilizzati e in generale per tutti farmaci poiché tutti non dovrebbero subire temperature superiori ai 30°. Le buone regole di conservazione dei farmaci vanno ricordate ai pazienti e il farmacista è il professionista di riferimento che può dare le risposte più adeguate. A sottolinearlo è Federfarma Verona che in una nota riassume le principali norme per corretta conservazione dei farmaci, di cui la prima è non esporli alla luce diretta del sole nonché tenerli a temperature non superiori a 30°, quindi «in un'estate particolarmente calda, si deve porre l'attenzione non solo sui farmaci che portiamo in vacanza, ma anche su quelli che si trovano a casa sul tavolo della nostra cucina e che assumiamo abitualmente». Tra le categorie più a rischio di alterazione sono i farmaci iniettabili liquidi, come l'insulina, che lasciati al sole possono vedere sensibilmente ridotta la propria efficacia con evidenti gravi danni per la salute del paziente. «I farmaci non vanno mai lasciati alla luce diretta del sole» sottolinea Marco Bacchini, presidente provinciale di Federfarma «devono sempre rimanere nella loro scatola, ma non vanno lasciati a lungo in auto in una giornata calda e meno che mai nel bagagliaio preferendo comunque l'abitacolo, perché la lamiera funge da amplificatore del calore e può quindi alterare, anche in breve tempo, il principio attivo. Non vanno lasciati vicino ad elettrodomestici che producono calore come il frigorifero e il forno, ma neanche in ambienti troppo umidi come il bagno, dove invece molto spesso si trova la cassetta dei medicinali. Una volta aperta la confezione e iniziato un blister facciamo attenzione a non rompere per sbaglio la protezione in alluminio di un'altra compressa perché se penetrano nell'alloggiamento aria e umidità possono causarne la degradazione, cioè la formazione si sostanze tossiche nocive alla salute». Poi ci sono i colliri e antibiotici che si ottengono da principi attivi liofilizzati: «La loro durata è molto ridotta nel tempo, in genere una quindicina di giorni, e devono sempre essere riposti in frigo». A queste regole valide nella quotidianità, si sommano quelle da osservare in vacanza, «a cominciare dal trasporto dei medicinali che in aereo deve sempre essere nel bagaglio a mano perché non si può sapere se e per quanto tempo le valigie saranno stoccate sotto il sole. È buona abitudine tenere sempre con sé le ricette originali o una fotocopia che documenti la terapia in atto. Se invece si viaggia in automobile allora sarà meglio procurarsi dei contenitori termici che garantiscano una temperatura ideale per tutta la durata del tragitto». E ai pazienti in terapia va consigliato di «non interrompere mai la terapia e di non alteratela a piacimento, anche se si tratta di pochi giorni. Meglio invece portare una quantità di farmaci leggermente più alta rispetto ai giorni di vacanza per godere di un margine di sicurezza, di riporli in frigo quando si soggiorna in albergo e di fare particolare attenzione alle permanenze in campeggio».
Simona Zazzetta
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