Clima di attesa per il quadro generale degli emendamenti al Ddl concorrenza, la cui scadenza di presentazione era ieri sera alle 18. «Il nostro auspicio è che riparta un dibattito che sappia mettere al centro il farmacista» dice Davide Gullotta, presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane «e che consideri la parafarmacia come risorsa. Siamo fiduciosi: da diversi parlamentari, alcuni di questi secondo esternazioni anche pubbliche, abbiamo avuto indicazione che verranno riproposti temi a noi favorevoli, tra cui Fascia C, farmacie non convenzionate, e così via. Pur nella considerazione che alcuni di questi non saranno giudicati ammissibili, quello che riteniamo positivo è che ci sarà una discussione: così com'è, è stato detto da più parti, il Ddl non va bene e l'ingresso dei capitali non fa che creare oligopoli, concetto ben lontano da quello di liberalizzazione, com'è nell'intento. Quello che speriamo è che vengano riprese nel dibattito le indicazioni del ministro Federica Guidi e dell'Antistrust». Da Federfarma, nella comunicazione di ieri, è stato messo l'accento sul fatto che sia intenzione dei relatori mettere «paletti alle società di capitale». Intanto, vale la pena ricordare quanto emerge dal resoconto della seduta del 9 luglio: il relatore Andrea Martella (Pd, Attività produttive) aveva sottolineato come «il lungo e articolato ciclo di audizioni svolto dalle Commissioni ha evidenziato la necessità di apportare alcune modifiche e integrazioni al disegno di legge. Le modifiche dovranno comunque essere coerenti con l'impianto complessivo e le finalità del disegno di legge, volto alla rimozione dei tanti ostacoli e freni, normativi e non, ancora presenti nei mercati dei prodotti e dei servizi, e non dovranno quindi rispondere a interessi particolaristici e ad esigenze contingenti». Ma «trattandosi di una legge annuale sulla concorrenza, qualora non si riuscisse a trovare un punto di equilibrio su alcune questioni particolarmente complesse, o non ancora sufficientemente approfondite, il lavoro fatto non andrà perso, ma costituirà la base di un ragionamento per interventi futuri». Per quanto riguarda «il pacchetto di modifiche che i relatori si riservano di presentare terrà conto degli orientamenti prevalenti che emergeranno dalle sensibilità presenti in Parlamento e accoglierà lo spirito - e la sostanza - delle proposte che saranno presentate» e «sarà possibile delineare un quadro complessivo di modifiche solo dopo aver valutato le proposte emendative dei colleghi». Rispetto alle linee che i relatori intenderanno seguire «per quello che riguarda il tema delle società di capitali per i professionisti, si ritiene necessario costruire un sistema di norme e di regole che chiarisca meglio condizioni e limiti di ingresso dei capitali nelle professioni. Per quanto riguarda gli avvocati, in particolare, è opportuno individuare, a tutela della clientela, un sistema di governance delle società che assicuri l'assoluta indipendenza del professionista, nonché meccanismi di trasparenza nella composizione della compagine sociale. Considerazioni analoghe possono essere svolte relativamente alla distribuzione farmaceutica, per la quale devono essere evitate forme di integrazione verticale che possano dar luogo a conflitti di interessi». Da Silvia Fregolent (Pd), relatrice per la VI Commissione, sottolineati «gli importanti elementi emersi nel corso delle audizioni svolte dalle Commissioni riunite, che hanno fornito numerosi stimoli per migliorare il testo del provvedimento». Attraverso «una serie di modifiche di buon senso, sarà certamente possibile, con il concorso di tutti, individuare un equilibrio normativo adeguato rispetto alle importanti finalità del provvedimento». Sulla tempistica, come già ricordato, nella seduta del 7 luglio, da Daniele Capezzone, presidente, «il provvedimento è inserito nel programma dei lavori dell'Assemblea per il prossimo mese di settembre». L'orientamento «prevalente è di concludere le votazioni sul provvedimento prima della sospensione» estiva.
Francesca Giani
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