Politica e Sanità
16 Novembre 2011"Cercare di contenere la spesa farmaceutica è un dovere di tutti. Ma per riuscirci bisogna trovare misure funzionali, e non lesive dell''autonomia prescrittiva dei medici". Ad affermarlo è il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Amedeo Bianco, in una lettera inviata al direttore generale dell''Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Guido Rasi e, per conoscenza, al ministro del Welfare Maurizio Sacconi e ai tre sottosegretari alla Salute. "Una lettera necessaria - spiega Bianco - dal momento che ci sono giunte voci e segnalazioni secondo cui nell''agenda della prossima riunione della Commissione tecnico-scientifica dell''Aifa, sarebbe stata posta la questione riguardante l''obbligatorietà, per i camici bianchi, di prescrivere medicinali attraverso l''esclusiva indicazione del principio attivo". Una materia "alquanto controversa", su cui la Fnomceo ha già espresso le proprie perplessità e che induce ora il presidente della Fnomceo a sollevare una serie di obiezioni: tecniche, professionali ed economiche. "Da un punto di vista tecnico - spiega Bianco - è a tutti ben noto che alla bioequivalenza dei principi attivi può non corrispondere la bioequivalenza del farmaco nel suo complesso. Sia sotto l''aspetto strettamente farmacologico, come l''assunzione, l''assorbimento, le intolleranze, sia riguardo alla capacità dei pazienti di rispettare la terapia". Un''altra obiezione all''obbligatorietà di prescrivere i medicinali indicando il principio attivo è certamente di carattere professionale. "L''azione prescrittiva autonoma e responsabile del medico - sottolinea il presidente Fnomceo - non può n� deve venire meno, essendo una funzione di tutela non delegabile ad altri". Anche da un punto di vista economico, Bianco è molto scettico sui reali benefici che un tale provvedimento potrebbe generare. "Naturalmente non ci dichiariamo contrari a ridurre i costi della farmaceutica. Pensiamo però che questo strumento sia tra quelli meno efficaci e meno appropriati. Ecco perch� siamo convinti che sia quanto mai opportuno, su questi temi, avviare e mantenere nel tempo un confronto aperto e responsabile", sottolinea.
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