Ddl concorrenza, da Affari sociali osservazioni su soprannumerarie. Sunifar: necessaria condivisione
È indubbia la necessità di dare un'accelerata alla possibilità di equilibrare sedi farmaceutiche, linee evolutive di quartieri e aree abitate ed esigenze dei cittadini, e ben venga in questo senso la volontà del legislatore di prendersi in carico la problematica, ma sono fondamentali, per arrivare a soluzioni, percorsi condivisi con tutte le parti in causa. A lanciare la riflessione all'indomani del parere della commissione Affari sociali della camera sull'emendamento riguardante le farmacie soprannumerarie al Ddl concorrenza (approvato con osservazioni) è Roberto Grubissa, presidente di Federfarma Belluno e segretario Sunifar, che parte dalla sua esperienza a Belluno: «Il nostro, come altri comuni, nel giro di pochi anni, ha manifestato una direttrice di sviluppo verso nord, con la conseguenza di uno svuotamento del centro di servizi e residenti. È chiaro che in qualche modo, anche per esempio attraverso un sovvenzionamento, le farmacie del centro, che ora rischiano in alcuni casi il fallimento, vanno tenute in considerazione e, in generale, posso dire che la problematica delle soprannumerarie è un tema a cui occorre dare risposta. In questo senso apprezziamo lo sforzo del legislatore. Detto questo, qualsiasi processo credo che vada condiviso con le parti in causa per evitare situazioni che poi rischiano di creare più confusione che altro». In particolare, «concordo con quanto rilevato dalla commissione Affari sociali, che non si è tenuto conto della legislazione vigente». Per quanto riguarda l'emendamento in questione, infatti, che «dispone che, nei comuni fino a 6.600 abitanti, alle farmacie che risultano essere soprannumerarie per decremento della popolazione è consentita la possibilità di trasferimento in ambito regionale, previo pagamento di una tassa di concessione governativa una tantum pari a 5.000 euro» la commissione ha evidenziato alcuni «elementi di criticità» sia «sotto il profilo della parità di trattamento, in quanto il problema del rapporto tra numero delle farmacie e decremento della popolazione può riguardare anche altri comuni oltre quelli presi in considerazione, sia per quanto concerne il merito, giacché non appare corretto rimettere la possibilità del trasferimento di una farmacia in ambito regionale all'iniziativa del singolo farmacista, stante anche la recente normativa - recata dalla legge n. 27 del 2012, di conversione del decreto-legge n. 1 del 2012 - che affida al Comune il compito di individuare le zone nelle quali collocare le farmacie al fine di assicurare una equa distribuzione sul territorio ed al fine di garantire l'accessibilità del servizio farmaceutico anche ai cittadini residenti in aree scarsamente abitate». In ogni caso, continua il documento, «sarebbe opportuno rinviare la risoluzione della questione relativa alle farmacie soprannumerarie alla conclusione delle procedure di espletamento del concorso per l'apertura di nuove farmacie, previsto dalla suddetta legge n. 27 del 2012, di conversione del decreto-legge n. 1 del 2012, al fine di non produrre inutili contenziosi». E alla luce di questi ragionamenti la commissione dedica al tema due delle tre osservazioni al Ddl concorrenza: in particolare, vi si legge, la commissione rimanda la valutazione alle «Commissioni di merito dell'opportunità di modificare l'articolo 32 comma 1-quater nel senso di conformarsi al contenuto della legge n. 27 del 2012» e «dell'opportunità di tenere conto, nell'applicazione della nuova normativa sulle farmacie, della conclusione delle procedure di espletamento del concorso per l'apertura di nuove farmacie al fine di non produrre inutili contenziosi». Da quanto emerge poi dal dibattito, da Donata Lenzi (Pd) è stato anche lanciato l'auspicio che «prima dell'esame della prossima legge annuale per il mercato e la concorrenza, possa svolgersi presso la Commissione affari sociali un ampio dibattito sulla disciplina della rete delle farmacie, che porti magari all'adozione di atti di indirizzo al Governo, al fine di rafforzare il punto di vista della Commissione su questa materia». E anche Giovanni Monchiero (SCpI) ha rilevato che «sarebbe necessario un ripensamento sistematico e complessivo della normativa vigente».
Francesca Giani
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