Politica e Sanità
17 Settembre 2015Dopo la dematerializzazione della ricetta Ssn e il recente avvio della sperimentazione in materia di prescrizioni veterinarie, perché non applicare lo stesso approccio anche alla ricetta usata in regime privato, la cosiddetta "ricetta bianca"? La proposta arriva dall'Associazione scientifica farmacisti italiani il cui Consiglio direttivo ha formulato due proposte, che, si legge in una nota, «meritano di essere prese in considerazione da parte delle Autorità competenti». La prima ipotesi è di rendere valide le prescrizioni mediche, autenticate dalla firma digitale, trasmesse dal medico al paziente e dal paziente alla farmacia per via telematica, cioè via mail mediante tablet o smartphone. La nota ricorda che «la prescrizione di medicinali, spetta al medico di base o allo specialista che a volte invita il paziente a recarsi in farmacia sulla base di un'indicazione verbale, generalmente telefonica, del medicinale da acquistare. Molti dei medicinali prescritti prevedono la dispensazione solo previa esibizione di ricetta medica. Il farmacista si trova così nella imbarazzante situazione per la quale è tenuto a rifiutare la vendita mentre le implorazioni del cliente lo indurrebbero a dispensare il farmaco. La normativa vigente prevede la prescrizione medica per tutti i medicinali per i quali l'autorizzazione all'immissione in commercio (Aic) ne dispone il preventivo rilascio da parte del prescrittore». Prescrizione che deve essere "scritta". La nota chiarisce che «l'autenticità della prescrizione può essere oggi garantita dall'ormai sempre più diffuso uso della firma digitale. Si tratta di un sistema informatico che unisce, in maniera inseparabile, un file di testo (la ricetta compilata con qualsiasi elaboratore di testi) con un altro, generato dal sistema, che viene apposto solo dal titolare di firma digitale mediante una tessera magnetica ed una password personali. La ricetta digitalizzata potrebbe così essere inviata via mail al paziente che la potrebbe poi inoltrare alla farmacia di fiducia, al momento in cui vi si reca per ritirare i farmaci prescritti, mediante il proprio tablet o smartphone. In farmacia la ricetta potrebbe essere controllata mediante un programma che ne analizzi la firma digitale, visionata a video o anche stampata su carta ed infine i farmaci prescritti potrebbero essere dispensati in tutta sicurezza».
La seconda ipotesi vedrebbe il coinvolgimento la piattaforma Sac e/o Sar su cui attualmente viaggiano le ricette Ssn, rendendola accessibile anche ai medici che operano in regime non convenzionato. Asfi ricorda che è «imminente l'attivazione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) contenente anche il "dossier farmaceutico" del paziente. Questo documento è così presentato sul sito del Ministero della salute: Prevista l'istituzione del dossier farmaceutico quale parte specifica del FSE, aggiornato a cura della farmacia che effettua la dispensazione, al fine di favorire la qualità, il monitoraggio, l'appropriatezza nella dispensazione dei medicinali e l'aderenza alla terapia ai fini della sicurezza del paziente (articolo 12 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 recante «Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese», così come modificato dall'articolo 17, comma 1, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98 recante «Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia»). L'accesso alle informazioni contenute nel dossier sarà pertanto possibile tramite la tessera sanitaria e, quindi, alle informazioni comprensive di tutte le prescrizioni, sia in regime Ssn che non». Secondo Asfi, dunque, «sullo stesso circuito della ricetta elettronica potrebbe svilupparsi un sistema di ricettazione non convenzionale a 360°, sia per i medicinali Ssn che per quelli dispensabili in regime privato». Con questo documento, Asfi intende proporre «l'adozione di uno o di entrambi i sistemi da parte di tutti i medici, contribuendo così a semplificare, per il cittadino la reperibilità dei medicinali per i quali il medico non ritiene indispensabile la visita medica in ambulatorio o al domicilio e, per il farmacista, una drastica riduzione delle imbarazzanti situazioni che comportano un illecito che può prevedere, oltre ad una sanzione pecuniaria, anche la chiusura della farmacia nel caso di medicinali con obbligo di prescrizione da rinnovare volta per volta». E conclude: «Appare pertanto ovvio che le ricette così compilate non potrebbero essere carenti dei dati richiesti dalla legge, per cui proponiamo l'adozione di un sistema collegato a quello attualmente in uso nel Ssn, implementato con tutti i medicinali con obbligo di prescrizione, anche non concessi dal Ssn».
Simona Zazzetta
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