Politica e Sanità
23 Settembre 2015«Con l'algoritmo per l'ipertensione si conferma l'impegno dell'Aifa nel promuovere percorsi terapeutici predefiniti, realizzati in collaborazione con gli specialisti, in grado di indicare il miglior approccio clinico al paziente alla luce delle più recenti evidenze scientifiche». Il direttore generale dell'Aifa, Luca Pani, ha spiegato così l'esigenza di creare un algoritmo terapeutico per l'ipertensione arteriosa, che si presenta come un innovativo sistema on line in grado di definire il percorso logico ottimale per la definizione della terapia personalizzata per il trattamento dell'ipertensione arteriosa. Una patologia di grande rilevanza in Italia poiché, secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, coinvolge ormai 16 milioni di cittadini di entrambi i sessi ed è responsabile di un numero assai rilevante di complicanze cardiovascolari, soprattutto infarto miocardico e ictus. L'applicazione dell'algoritmo mira ad indentificare le strategie corrette e appropriate, lasciando tuttavia, le singole scelte attuative al giudizio finale del medico. «Dall'algoritmo strutturato in collaborazione con Aifa - spiega Claudio Borghi, presidente della Siia (Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa), deriva una terapia che non indica un farmaco specifico ma una classe di farmaci che risulta più appropriata per le caratteristiche del paziente. Il concetto di appropriatezza è basato proprio su questo. Si parla, ormai prevalentemente, di combinazione di classi di farmaci in quanto la scelta dell'associazione precostituita è un concetto che viene suggerito come strumento per migliorare l'aderenza terapeutica». E circa l'individuazione dei pazienti da trattare con monoterapia o associazione di due o tre farmaci, Borghi ha spiegato che con la monoterapia, in generale, vengono trattati i pazienti con valori di pressione più modesti, quindi con ipertensione lieve o moderata quelli in cui non esistano fattori di rischio concomitanti ed è più probabile raggiungere un buon controllo pressorio con un solo farmaco. Ma l'algoritmo, secondo lo scopo degli ideatori, deve anche educare all'utilizzo dei farmaci. «Fondamentalmente, gli Ace-inibitori hanno ancora una prevalenza sui calcio-antagonisti perché a parità di efficacia sono più tollerati. Ma è difficile dire se siano preferibili gli uni o gli altri. Di fondamentale importanza è, poi, l'aderenza alla terapia che dipende da due fattori: la tollerabilità dei farmaci che non devono interferire con la vita del paziente, e in questo i farmaci moderni sono all'avanguardia, e la possibilità che il paziente abbia ben presente la necessità di assumere regolarmente i farmaci per i vantaggi che ne possono derivare. E in questo, l'algoritmo che ha funzioni educazionali, può aiutare», conclude il presidente della Siia. L'algoritmo per l'ipertensione è il terzo algoritmo terapeutico dell'Aifa dopo quelli per la terapia dell'Hcv e del Diabete di Tipo 2.
Rossella Gemma
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