Politica e Sanità
14 Ottobre 2015Corruzione e concussione per faccende relative alla sanità. Sono queste le accuse che hanno portato all'arresto del vicepresidente della Regione Mario Mantovani, (foto) ex assessore alla Sanità. A formulare l'accusa il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza. Insieme a lui è stato arrestato anche il suo collaboratore Giacomo Di Capua, 34 anni, capo di gabinetto dell'assessorato alla Sanità, e anche un ingegnere del provveditorato alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, Angelo Bianchi. Se confermate, così come sono state formulate dal pm Giovanni Polizzi, le accuse sono molto gravi: abuso di ufficio, turbativa d'asta, corruzione e concussione per appalti nella sanità in Lombardia relativi al periodo tra il 6 giugno 2012 e il 30 giugno 2014. Al centro dell'attenzione degli inquirenti gare pilotate per i servizi di trasporto di malati dializzati, per opere in edifici scolastici e in case di riposo. E poi lavori di ristrutturazione presso immobili a lui riferiti da parte di un ingegnere "ringraziato" con lavori in opere pubbliche. Soprattutto l'indagine punta il dito sulle pressioni che Mantovani avrebbe esercitato sul provveditore delle opere pubbliche della Regione Lombardia e Liguria, al fine di far reintegrare e "rendere" tutte le deleghe che erano state limitate a un altro funzionario del provveditorato, Angelo Bianchi, coinvolto in un procedimento alla Procura di Sondrio. A denunciare questi ultimi episodi è stato un terzo dirigente del provveditorato, Alfio Lonati. Gli episodi elencati a carico di Mantovani vanno oltre il 2012 e sono contenuti in una nota integrativa aggiunta alla prima richiesta di arresto che risale a diversi mesi fa. Oltre ai tre arrestati ci sono altri 12 indagati che "hanno concorso a vario titolo nei reati". Uno di questi è Massimo Garavaglia (è indagato per turbativa d'asta), assessore all'Economia e braccio destro di Maroni, che ha dichiarato alle agenzie «pretendo si pubblichino i miei estratti conto». Mantovani è stato assessore alla Sanità, fino a un mese fa quando, subito dopo l'approvazione della riforma socio-sanitaria, il suo ruolo è stato assunto dal governatore Maroni. Il motivo della rottura tra i due - stando all'ufficialità - era il fatto che, secondo il governatore, Mantovani non credeva abbastanza nello spirito della riforma del settore centrale di ogni amministrazione regionale. «Sono rimasto stupito dell'arresto del vice presidente e assessore Mario Mantovani e mi auguro che sarà in grado di dimostrare la sua correttezza» ha commentato il presidente di Regione Lombardia. «Da quanto si apprende, la gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte sono estranee al suo incarico in Regione. Per quanto riguarda gli episodi che coinvolgono singole aziende sanitarie, ho già richiesto al segretario generale e al direttore generale della Salute di effettuare i necessari approfondimenti». Di tutt'altro parere il Pd che in una nota in serata fa sapere che depositerà una mozione di sfiducia al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. «Il quadro che sta emergendo è davvero inquietante. Siamo in attesa di avere informazioni più dettagliate dalla Procura su un'indagine che rischia di investire l'intera regione. La situazione è grave e Maroni è il primo che si deve chiedere se così si possa andare avanti. È evidentemente che la stagione degli scandali non è ancora finita come noi denunciavamo da tempo» ha dichiarato il segretario regionale del Pd Lombardo Alessandro Alfieri. Nell'ordinanza emessa dal gip Stefania Pepe e firmata dal procuratore Edmondo Bruno Liberati, si parla anche di perquisizioni e di sequestri di documenti scattati nelle sedi delle province di Milano, Pavia, Varese, Vercelli e Rimini, negli uffici degli indagati in Regione oltre che in nove abitazioni e in 17 enti o società riconducibili.
Marco Malagutti
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