Vendita comunali Modena, continuano polemica e dubbi su vantaggi per Comune
Non si arresta la polemica sulla vendita delle azioni delle farmacie comunali di Modena, che ha dato la maggioranza a Finube spa, finanziaria controllata dalla Coop Estense. Il confronto si è consumato durante il consiglio comunale di settimana scorsa, rilanciato da un'interrogazioni del Movimento 5 Stelle relativa alle "Informazioni a corredo del bando di vendita azioni Farmacie Comunali". Come riportano alcuni quotidiani locali, il consigliere del Movimento, Mario Bussetti, chiedeva conto della «differenza tra la stima di 6 milioni 800 mila euro, corrispondente alla base d'asta e quella di 4 milioni e mezzo della perizia», per verificare «se la vendita sia stata aperta a una pluralità di soggetti non determinati a priori». All'interrogazione ha risposto l'assessore al Bilancio Ludovica Carla Ferrari: «Non è possibile fare confronti tra la stima del Comune sul valore delle azioni e altre perizie. I criteri di stima utilizzati per determinare il valore della quota di azioni delle Farmacie comunali messe in vendita sono stati illustrati in Commissione consiliare. Non eravamo al corrente, fino alla pubblicazione sulla stampa, dell'esistenza di una perizia che indicava una cifra nettamente inferiore, tuttora non ne siamo in possesso e non conosciamo i criteri che sono stati usati». Tuttavia, continua, «la procedura scelta per la vendita, un'asta a evidenza pubblica, è, per sua natura, quella che garantisce la massima partecipazione da parte di una pluralità di soggetti. L'aggiudicazione provvisoria delle 2.186 azioni oggetto della vendita, pari al 17,48% del capitale sociale di Farmacie comunali Spa, è avvenuta a favore di Finube Spa, che ha offerto un prezzo di 6 milioni 900 mila euro, con un rialzo di 102 mila 633 euro sulla base d'asta. La cessione delle azioni, prevista dal Comune in sede di Bilancio per finanziare una parte del Piano degli investimenti, porta la quota del Comune di Modena in Farmacie comunali al 33,4%». Ma la questione non finisce qui perché da un consigliere di Forza Italia, Andrea Galli, da cui viene richiesta la trasformazione da interrogazione a interpellanza, vengono portate nel dibattito altre preoccupazioni: «con l'acquisto delle azioni, Finube, già proprietaria del 49% di Farmacie comunali, ha azzerato il valore della quota di azioni rimaste in mano al Comune, diventate invendibili. Di fatto, è come se Finube avesse pagato per acquisire un premio di maggioranza». «Nessuno compra qualcosa su cui altri hanno già la maggioranza» è la posizione anche di altri consiglieri. A rispondere Paolo Trande, quota Pd: «Come Comune dobbiamo fare attenzione che non vengano vanificate le ragioni alla base della nascita delle Farmacie comunali. Non credo che con il 33% il comune avrà un ruolo ancillare. E penso che potremo giocare fino in fondo il nostro ruolo». Una posizione che non convince tutti: nella replica, il consigliere Bussetti, si è detto «consapevole che dal punto di vista tecnico e formale tutto è stato fatto correttamente. Anche dal punto di vista economico è successa una cosa perfetta, ma ho dubbi che la politica ne fosse ignara e che avere solo il 33% delle azioni non pregiudichi in alcun modo la governance da parte del Comune».
Francesca Giani
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