Farmacap, Direzione generale: attivati piano di rientro e rinnovo contratto
«Nel 2015, dopo 4 anni, siamo riusciti a raggiungere il pareggio di bilancio e questo mese per la prima volta da tanto tempo abbiamo raggiunto un margine operativo lordo positivo di 85 mila euro. Stiamo ristrutturando le farmacie e si è portata una marginalità maggiore. Stiamo salvando posti di lavoro e c'è una grande parte d'azienda che non è con i sindacati, che si rende conto che tutto quello che stiamo facendo lo stiamo facendo per loro affinché l'azienda non chiuda». Ad affermarlo è Simona Laing, direttore generale di Farmacap, parlando con Farmacista33 del recente sciopero dei dipendenti di Farmacap, organizzato dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Uil. Laing, che dirige l'azienda dalla seconda metà del 2015, arriva da un'esperienza simile: «Quando sono entrata in Farmacap mi sono approcciata ad un'azienda completamente destrutturata: mancavano processi di controllo interno, mancavano processi di controllo della vendita farmaci, con conseguente impossibilità di poter tracciare chi avesse venduto un farmaco piuttosto che un altro. Ho parlato con i sindacati da subito e ho pianificato una strategia emergenziale che prevedeva l'introduzione immediata di processi di controllo sia sulle vendite che sulle fatture e sui pagamenti». Tra le prime iniziative della nuova direzione l'introduzione di badge per la verifica delle presenze sul lavoro e l'allineamento al nuovo contratto di Assofarm. «Ho deciso di andare avanti e di andare verso il rinnovo del contratto Assofarm nonostante poi portasse ad un aggravio economico non indifferente, ho fatto una scelta per i lavoratori, grazie alla quale si troveranno 700 euro lordi in più all'anno in busta paga». L'alternativa sarebbe infatti stata il passaggio al contratto solitamente usato dai privati, che di fatto è peggiorativo per i lavoratori pubblici perché prevede 40 ore di lavoro a settimana e non 38, inoltre prevede straordinari più bassi. Diverse le condizioni del contratto Assofarm per i nuovi lavoratori, che prevedono comunque le 40 ore settimanali. In merito al nuovo contratto i sindacati lamentano la riduzione dei giorni di ferie prevista che corrisponde a circa tre giorni all'anno: «Il contratto andava armonizzato e non applicato indiscriminatamente perché ci sono delle differenze rispetto al vecchio - spiega a Farmacista33 Giovanna Catizone della Fisascat Cisl di Roma - le ferie sono ridotte e per i nuovi contratti si passa comunque dalle 38 alle 40 ore lavorative settimanali». I sindacati lamentano anche gli arretrati che l'azienda avrebbe nei loro confronti, che ammonterebbero a un totale di 3 milioni di euro. «La direzione precedente non ha governato l'azienda, è vero che devono arrivare 3 milioni ma io non posso darli perché non ci sono. Anche il giudice ci ha dato ragione. Abbiamo fatto un piano di rientro partendo da questi 700 euro lordi l'anno, poi se l'azienda migliora come mi auguro il prossimo anno verranno aggiunti altrettanti soldi, è un piano di rientro, questo è l'unico modo di muoversi». Tuttavia i sindacati sembrerebbero non aver gradito il mancato coinvolgimento da parte dell'azienda degli stessi a livello decisionale: «Un'altra cosa che non abbiamo condiviso è che la direzione ha dato il via ad un'ipotesi di accordo sui crediti pregressi dei lavoratori rispetto ad una non applicazione della parte salariale del contratto senza consultarci».
Attilia Burke
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