Politica e Sanità
04 Maggio 2016La sanità digitale in Italia non è più un miraggio: nel 2015 il 72% (vs 24% 2014) delle ricette passate per la farmacia erano elettroniche, il 16% dei referti è stato consegnato online, il 12% delle prenotazione e l'8% dei pagamenti sono stati effettuati online, il 40% dei referti e il 9% delle cartelle cliniche sono stati gestiti in digitale e il 53% dei pazienti ha comunicato dati, immagini e informazioni con i pazienti tramite WhatsApp. È questo il quadro tracciato dalla ricerca dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina a Milano a un convegno svoltosi presso l'ateneo milanese.
«I primi risultati mostrano come la Sanità digitale in Italia non sia più un miraggio, ma un piano perseguibile che dà frutti concreti» afferma Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio innovazione digitale in sanità - tuttavia, la velocitaÌ di attuazione è ancora modesta e disomogenea, inadeguata rispetto alla portata e all'urgenza delle sfide in gioco. È necessario attuare la Sanità Digitale con una governance partecipata e responsabile ai diversi livelli: è auspicabile un ruolo centrale del Ministero e dell'Agenzia per l'Italia Digitale per fornire standard e linee guida secondo le scadenze temporali. Servono politiche regionali coerenti tra loro e progetti coraggiosi di aziende sanitarie e operatori, superando la logica delle sperimentazioni». Il principale ambito su cui hanno investito le strutture sanitarie, segnalano i ricercatori, è la Cartella clinica elettronica con una spesa di 64 milioni di euro (+10% rispetto al 2014) ma è in crescita la conoscenza tra i cittadini del Fascicolo sanitario elettronico: il 32% ne ha sentito parlare, il 23% sa di cosa si tratta, l'8% ha cercato informazioni in merito. «Può sembrare una quota limitata, ma è doppia rispetto a un anno fa: un segnale positivo, che mostra i risultati degli sforzi di Governo e Regioni nella promozione del Fse. Sono ancora bassi però i livelli di utilizzo, perché solo il 5% dei cittadini ha effettivamente già usufruito il servizio».
Tra i cittadini italiani si registra un boom nell'utilizzo di servizi sanitari online, in particolare nella popolazione di età compresa tra i 35 e i 54 anni: «Il servizio online più utilizzato dai cittadini è l'accesso alle informazioni sulle strutture sanitarie (26%). Al primo posto si trova la prenotazione online di esami e visite, utilizzata dal 24% dei cittadini, con un aumento dell'85% rispetto all'anno precedente. I servizi per l'accesso e la consultazione dei documenti clinici e il pagamento delle prestazioni sanitarie sono utilizzati rispettivamente dal 15% e dal 14% dei pazienti (+88% e +180% rispetto a quanto rilevato nel 2015)». Cambiano le abitudini anche del medico di base che comunica con i pazienti via mail (83%), sms (70%) e WhatApp (53%). «Emerge un sempre maggiore avvicinamento dei cittadini ai servizi digitali per interagire con strutture e medici» afferma Paolo Locatelli, responsabile scientifico dell'Osservatorio «la sfida ora eÌ facilitare l'accesso a tutti i cittadini, in particolare quelli più fragili e anziani ma più bisognosi di servizi. Serve una Sanità multi-canale che ai cittadini di accedere a informazioni e servizi sia attraverso siti web e App, sia attraverso sportelli self-service nelle strutture sanitarie, nelle farmacie e nei supermercati».
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