Politica e Sanità
27 Giugno 2016Il mercato europeo degli integratori alimentari oggi vale 13 miliardi, dei quali 2,6 fanno capo all'Italia. Un'ascesa costante, quella del mercato nazionale, visto che negli ultimi dieci anni il tasso di crescita medio, a valori, è stato del dieci per cento; il 90 per cento del fatturato passa dalla farmacia, secondo comparto per importanza dopo il farmaco soggetto a ricetta. Numeri confortanti che Marco Fiorani, presidente di Federsalus, rivendica con orgoglio in apertura della convention milanese organizzata dall'associazione che rappresenta 160 imprese del settore.
«Il nostro sistema si appoggia su tre pilastri: consumatori, comunità scientifica e aziende, con una vocazione sempre più accentuata all'export», spiega Fiorani. «Stiamo lavorando soprattutto sulla qualità e sulla gamma dell'offerta ai cittadini. Quando si parla di integratori non si fa più riferimento ai soli prodotti di largo consumo ma anche a quelli (e sono il 40 per cento del totale) che vengono incontro a esigenze di salute molto specifiche. Per esempio in ambiti come la sindrome metabolica, la neurologia, l'oftalmologia. Anche gli integratori contribuiscono alle politiche di prevenzione che comportano notevoli risparmi per il Servizio sanitario nazionale». Quanto alle abitudini degli italiani, le indagini Gfk Eurisko attestano che otto su dieci fanno uso di tali prodotti e che negli ultimi vent'anni il consumo di multivitaminici e sali minerali è quadruplicato.
«Nei nostri periodici sondaggi», sottolinea Isabella Cecchini», direttore del Dipartimento ricerche sulla salute dell'istituto, «constatiamo che medici di medicina generale e farmacisti restano i principali interlocutori del cittadino nell'approccio agli integratori. È pur vero che circa 11 milioni di italiani navigano in rete in cerca di informazioni sulla salute e, dato un po' preoccupante, i siti più consultati sono quelli che danno meno garanzie di affidabilità. In molti casi, però, la ricerca on line precede il contatto diretto con un operatore sanitario qualificato». Nodi irrisolti? Le permanenti incongruenze normative a livello comunitario, la necessità di incrementare il numero degli studi di efficacia degli integratori, l'attenzione da porre, oggi più che mai, in una fase espansiva del mercato, alla qualità della filiera produttiva.
Giuseppe Tandoi
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