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Politica e Sanità

15 Novembre 2016

Manovra, richieste da Regioni aprono confronto in commissione Bilancio


Il "treno" della Finanziaria passa per la commissione Bilancio, e gli emendamenti delle Regioni sui temi sanitari e del pareggio fanno discutere: un'occasione per ricordare i contenuti della Manovra, che porta da 1,6 a 2,3 il rapporto deficit Pil. Per due terzi il deficit nasce dalla rinuncia ad aumentare l'Iva e da investimenti e misure per terremoto e migranti, per un terzo da misure di spending review. All'articolo 59 sono le misure sulla sanità, seguite dall'emendamento per trasformare la medicina generale in specialità.

L'articolo 59 - I punti chiave dell'articolo sono il fascicolo sanitario elettronico-Fse, e la farmaceutica che comprende la revisione dei tetti di spesa e le procedure d'acquisto di farmaci biologici in presenza di brevetto scaduto e biosimilare equivalente, tema caldissimo. Partiamo dal Fse: l'Agenzia Italia Digitale-Agid disporrà le misure per garantire che i fascicoli prodotti dalle diverse regioni siano leggibili tra loro. Come infrastruttura per farli viaggiare si usa il sistema d'accoglienza Sogei, la rete che i medici di famiglia già usano per le ricette.

Il Fondo sanitario nazionale è portato a 113 miliardi per il 2017 e 114 per il 2018. Si rivedono i tetti della spesa farmaceutica che resta il 14,85% della spesa sanitaria ma mentre prima la spesa convenzionata era l'11,35% dell'intera torta e la ospedaliera il 3,5% ora i tetti quasi si pareggiano, con la spesa nelle farmacie che scende al 7,96% e quella sostenuta direttamente da Asl e ospedali (con sconti del 50% dal produttore) che sale al 6,89%. Le misure sono lievemente ritoccate rispetto alle previsioni originarie.

Le richieste delle regioni - Le regioni chiedono per la sanità modifiche e non solo sull'articolo 59 ma anche sui precedenti. Partiamo da questi ultimi: all'articolo 55 chiedono di usare il 50% dei proventi dell'attività privata svolta in ospedale per abbattere le liste d'attesa per assumere personale nei reparti dove più manca; inoltre, siccome il Jobs act vieta di stipulare contratti cococo dal 2017, chiedono una deroga per mantenere al suo posto il personale con contratto di ricerca negli Irccs e negli istituti zoo profilattici. E chiedono che il divieto di superare il livello di spesa del 2004 meno l'1,4% non valga per il capitolo relativo al personale. Lo stato stanzierebbe 75 milioni di euro per aiutare le stabilizzazioni.

Biosimilari - Per il testo in esame, è l'European Medicines Agency a dire quale farmaco è biosimilare e quale no; non si procede all'approvvigionamento per gare ma per accordi quadro tra centrale d'acquisto e produttori; non si possono mettere in competizione principi attivi diversi neppure nell'ambito della stessa categoria terapeutica; si parte considerando il prezzo dell'originator come base. L'emendamento delle regioni contesta tutti e quattro gli assunti, «si tratta di una norma contraria ai principi più elementari di carattere scientifico». Troppo brevi anche 30 giorni per far partire la procedura dacché scade il brevetto di un originator. Non va alle regioni nemmeno l'idea di "commissariare" gli ospedali che presentino uno scostamento del 5% tra costi e ricavi, di fare rendiconti scritti sul pareggio che saranno obbligate a conseguire nel 2017, di tagliare sui costi intermedi (energia) per racimolare i conferimenti allo stato. Il confronto è aperto.


Mauro Miserendino

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