Politica e Sanità
19 Luglio 2017"Alcune normative hanno attivato un percorso per la realizzazione di confezioni ottimali di prodotti farmaceutici, anche in forma monodose, proporzionate rispetto alle necessità imposte dal ciclo di terapia. Malgrado ciò, a tutt'oggi nessun intervento sistematico è stato realizzato e sono ancora molte le confezioni in cui non vi è corrispondenza fra i giorni di trattamento e il numero di unità terapeutiche (pillole, compresse, capsule o altro) in conformità alle prescrizioni mediche". Lo sottolinea la mozione del Consiglio nazionale di Bioetica, pubblicata oggi sul sito della Presidenza del Consiglio che prende così posizione sulle confezioni maxi o mini di farmaci, con più o meno compresse rispetto a quelle previste dal ciclo di terapia, fonte di sprechi per il Ssn e per i cittadini.
"La maggioranza dei farmaci confezionati in blister" continua la mozione "spesso contiene un numero di compresse superiore o inferiore del 30%, in media, rispetto al normale ciclo terapeutico per cui viene impiegato. Così si costringono i medici a prescrivere e i consumatori ad acquistare una seconda confezione del farmaco o a mantenere in giacenza la confezione, spesso fino alla scadenza del prodotto. Discorso simile per i medicinali in gocce, dato che frequentemente una frazione del contenuto rimane in boccetta inutilizzato", prosegue il Cnb. E infatti l'Aifa rileva che "a finire nel "cestino" sono soprattutto gli antibiotici e a seguire analgesici, sciroppi, farmaci per l'ipertensione e per lo scompenso cardiaco, antiaggreganti e anticoagulanti. Uno sperpero delle risorse pubbliche - denuncia il Cnb - che potrebbero essere altrimenti utilizzate, ma anche un inutile aggravio per la spesa dei cittadini". Il Cnb raccomanda alle Istituzioni di "continuare a svolgere una puntuale informazione ai medici e ai consumatori per un uso responsabile e consapevole dei prodotti farmaceutici, proprio a difesa dei consumatori stessi" e di "implementare interventi atti a diminuire lo spreco ingiustificato di farmaci, dato dalle maxi o mini confezioni immesse sul mercato dall'industria farmaceutica". Tra le possibili soluzioni individuate dal Comitato, analogamente ad altri Paesi, come Regno Unito e Stati Uniti, la possibilità che "per alcuni prodotti con prescrizione medica, in particolare gli antibiotici, sia il farmacista a preparare confezioni personalizzate, con il numero preciso di compresse o di flaconcini monodose necessari al completamento del ciclo, senza manipolazione del prodotto".
Il Cnb raccomanda, inoltre, "di estendere al territorio quanto già previsto, in fase sperimentale, per le strutture ospedaliere". Serve un cambio di rotta, conclude la mozione Cnb, perché "non è comprensibile che il consumatore sia stato orientato dalle Istituzioni all'uso di farmaci generici, nell'intento di contenere la spesa delle famiglie e dello Stato stesso, per poi riscontrare un atteggiamento di indifferenza rispetto ad uno spreco di tali proporzioni".
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