Politica e Sanità
03 Novembre 2017Il Piemonte viene incontro ai medici di famiglia e ai pazienti nella campagna antinfluenzale. Come ci aggiorna Federfarma regionale, l'Assessorato alla Sanità guidato da Antonio Saitta ha deciso di ampliare il numero di dosi distribuite nelle farmacie territoriali ai medici su richiesta di questi ultimi. Le successive alla prima tranche di cento non saranno più 20 per volta, da dispensare solo qualora i medici abbiano somministrato almeno l'80% dei vaccini loro dispensati, ma saranno di più. E varieranno in funzione del risultato vaccinale ottenuto dal medico nella campagna dello scorso anno: cento dosi ai medici che abbiano somministrato l'80% dei vaccini dispensati e che già nel 2016 avevano vaccinato da 200 pazienti in su, e 50 dosi per chi ha completato l'80% delle immunizzazioni e nel 2016 aveva vaccinato meno di 200 pazienti. Beninteso, l'avvenuta somministrazione dovrà essere accertata sul terminale collegato al sistema d'accoglienza dati regionale dal farmacista della farmacia territoriale chiamata alla dispensazione dal 6 novembre, data d'inizio della distribuzione dei vaccini antinfluenzali, nell'ambito di una campagna che si chiuderà con il 31 dicembre. Dalla terza tranche in poi il medico potrà chiedere solo 20 dosi alla volta.
«È un passo avanti importante - spiega il segretario Fimmg Piemonte Roberto Venesia - si contempera la necessità della regione di calibrare le dosi sul fabbisogno senza sprechi e quella di evitare squilibri distributivi; visto che molti di noi dedicano una mattinata alle vaccinazioni, c'era il rischio, esaurite le prime scorte, di doversi recare in farmacia per piccoli lotti e di dire al proprio paziente di tornare tra una settimana». Per Venesia, «se l'obiettivo condiviso da tutti è incrementare l'adesione della popolazione target alle campagne antinfluenzali ci sono due strade soltanto da prendere: rendere accessibile il vaccino negli studi dei medici di famiglia e promuovere un'elevata copertura premiando l'adesione ottenuta in percentuale sugli assistiti nelle fasce a rischio, cioè anziani e cronici».
Mauro Miserendino
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