Farmacie e capitali, comunali di Bologna: quota pubblica in vendita. Ad Admenta diritto di prelazione
Entro l'estate, al massimo a settembre, le farmacie comunali di Bologna potrebbero diventare totalmente private: il Comune venderà con un'asta pubblica la sua quota societaria, meno del 16% della società Afm. Admenta, socio di maggioranza ha il diritto di prelazione. La decisione è stata annunciata durante una commissione sul tema, a conclusione di un percorso già avviato nel 2015. Il lavoro dell'advisor incaricato dal Comune, si apprende dalla stampa locale, che deve valutare il prezzo delle azioni, terminerà entro gennaio e poi si potrà procedere all'asta «entro l'estate, al più tardi entro settembre», hanno spiegato ieri i dirigenti comunali. Admenta Italia, società a sua volta di proprietà dei tedeschi di McKesson Europe, l'ex gruppo Celesio, che ora controlla all'80% della società Afm, potrà far valere il diritto di prelazione. Bologna ha dato la disponibilità a fare da capofila anche per altri Comuni interessati e si sono fatti avanti Persiceto e Casalecchio. «La presenza come soci di minoranza non ci consente di avere un vero controllo - spiega l'assessore al Bilancio, Davide Conte - Uscire dalla società non vuol dire comunque perdere il controllo o trascurare le farmacie, perché continueremo a vigilare col contratto di servizio. E non lo facciamo nemmeno per mettere a posto i conti, la posta non è scritta a bilancio». Il Comune di Bologna ha il 15,86% della società Afm, che gestisce 35 farmacie in tutta la provincia, di cui 21 nella città di Bologna, con insegna Lloyds. Il resto del capitale è in mano ad altri comuni tra cui Calderara, Casalecchio, San Giovanni in Persiceto e San Lazzaro. «Non ci saranno riflessi sulla governance delle farmacie», conferma Domenico Laporta, Ad di Afm. Non ci sono ancora stime sul possibile guadagno del Comune, che incasserà dalla vendita delle quote ma dovrà rinunciare ai 300mila euro di dividendi che riceve ogni anno da Afm, che ha un fatturato di 60 milioni di euro, un utile di 3,3 milioni e circa 200 dipendenti. Da definire la sorte degli immobili sede delle farmacie: quelle in concessione, come Piazza Maggiore, resteranno di proprietà del Comune, le altre rimarranno alla società e contribuiranno a stabilire il prezzo delle azioni».(SZ)
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